Oro, per Goldman Sachs salirà ancora
pubblicato:La domanda del metallo giallo è sostenuta dalle banche centrali e dai long della speculazione

L'oro ha perso terreno dopo aver toccato una settimana fa il massimo storico a circa 2956 dollari/oncia. La flessione ha occupato quasi tutta la scorsa settimana respingendo il metallo giallo fin sui 2833, minimo dal 4 febbraio toccato venerdì pomeriggio, -4,2% rispetto al record. É lecito a questo punto chiedersi se, alle soglie della quota psicologia dei 3 mila dollari, la corsa del prezioso sia giunta al termine. Ricordiamo che dai livelli del settembre 2022, inizio dell'attuale rally, l'oro ha guadagnato oltre l'80%, mentre dai minimi di fine 2015 siamo a circa +180%.
Obiettivo quota 3100
Nonostante tutto gli analisti di Goldman Sachs sono convinti che la corsa non sia ancora arrivata al capolinea. La loro previsione vede il prezzo dell'oro a 3100 dollari/oncia entro fine 2025, ovvero il 7,2% sopra i livelli attuali (2893 dollari/oncia) e il 4,9% sopra il record. Ma in base a quali motivazioni gli esperti della banca americana sono giunti a emettere un obiettivo così ambizioso? L'elemento base è la domanda superiore alle attese da parte delle banche centrali.
Banche centrali in azione
Sin dall'invasione russa dell'Ucraina e dal conseguente congelamento degli asset della banca centrale della Russia nel 2022, le banche centrali hanno iniziato a incrementare le loro riserve del prezioso. Prima di quel momento la domanda istituzionale media mensile sul mercato over-the-counter (non ufficiale e non regolamentato) di Londra era di circa 17 tonnellate: a dicembre 2024 ha raggiunto le 108 tonnellate.
Oltre al massiccio incremento degli acquisti da parte delle banche centrali, Goldman Sachs mette in evidenza la probabilità di un'ulteriore spinta derivante dall'aumento della domanda da parte degli ETF sull'oro in virtù dello scenario di tassi di interesse decrescenti che rendono l'oro un investimento più attraente.
Il ruolo della speculazione
Questi fattori potrebbero in qualche misura essere depotenziati dalla riduzione delle posizioni lunghe da parte degli speculatori attivi sui mercati future. Si tratta di posizioni consistenti accumulate in virtù della caratteristica dell'oro di essere un bene rifugio nelle fasi di incertezza politico-economica ma che, proprio per questo motivo, possono essere chiuse con grande rapidità.
Ciò detto, gli analisti fanno presente che se l'incertezza dovesse restare a livelli alti (ad esempio a causa dei timori su dazi e commercio internazionale) le posizioni speculative lunghe potrebbero restare in piedi e/o aumentare e spingere l'oro verso area 3300 dollari/oncia entro fine anno.