Buzzi record, due le cause del balzo

di Simone Ferradini pubblicato:
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La Germania apre il portafogli su difesa e infrastrutture, Trump potrebbe smorzare i dazi

Buzzi record, due le cause del balzo

Performance monstre ieri per Buzzi. Il titolo ha terminato la seduta con un rialzo del 16,30% a 49,24 euro, poco sotto il nuovo record storico a 49,34. Due i fattori principali che hanno dato il via agli acquisti. Il primo è l'accordo raggiunto in Germania tra CDU-CSU e SPD (la probabile coalizione del nuovo governo) per la presentazione in Parlamento di una mozione congiunta finalizzata ad ridurre la proverbiale austerità fiscale teutonica.

Buone nuove dalla Germania

La proposta prevede che le spese per la difesa che eccedono l'1% del PIL non vengano conteggiate nel calcolo del limite di debito e la creazione di un fondo per investimenti in infrastrutture da 500 miliardi di euro. É ovviamente il secondo punto del programma quello interessante per Buzzi (e anche per Cementir, +7,84% e nuovo massimo storico) che ha nella Germania il suo terzo mercato (copre oltre il 18% dei ricavi in base ai dati preliminari 2024 comunicati a inizio febbraio).

Forse anche dagli USA

Il secondo fattore è invece rappresentato dall'ultimo capitolo (per ora, è quasi sicuro che ce ne saranno altri) della saga dei dazi di Trump. Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha anticipato nel corso di un'intervista a Bloomberg TV che il presidente USA potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di smorzare le tariffe del 25% sulle importazioni da Canada e Messico per alcune categorie, probabilmente quella degli autoveicoli ma forse anche altre. Trump in serata ha sospeso per un mese i dazi sulle auto, aprendo a provvedimenti simili anche per altri prodotti. L'ipotesi ha infiammato Buzzi dato che gli Stati Uniti sono il suo mercato principale con ricavi 2024 a 1,73 miliardi di euro su un totale di 4,31, ovvero il 40%.

E non è tutto dato che Buzzi ha tre cementerie in Messico (8 negli USA) e parecchie centrali di betonaggio. Non abbiamo dati precisi in materia ma non è difficile supporre che parte della produzione messicana venga esportata negli USA - peraltro le previsioni del gruppo per il Messico sono deboli, buone per gli Stati Uniti - e quindi esposta ai dazi. Se questi ultimi venissero depotenziati Buzzi potrebbe trarne notevole vantaggio.

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