Banco BPM lancia l'opa su Anima, ecco il progetto
pubblicato:In gioco la creazione di un campione nazionale del vita e del risparmio gestito. L'offerta è da 6,2 euro ad azione, ma le azioni di Anima stamane superano il prezzo dell'opa
Il Banco BPM festeggia subito stamane l’offerta su Anima Holding con un rally del 9,82% a 6,93 euro dopo aver sfiorato con un allungo i 7 euro. L’asset manager Anima fa ancora meglio con un balzo del 9,91% a 6,32 euro oltre i prezzi dell’offerta del Banco BPM che ieri ha messo sul piatto a sorpresa, a mercato chiuso, 6,20 euro per azione.
Di solito all’annuncio di un’offerta il compratore è più debole in Borsa, ma queste ultime due sedute non hanno niente di ordinario, perché il Banco BPM ieri, nel contesto di un comparto bancario europeo in forte ripiegamento dopo le elezioni americane, aveva ceduto più del 3% a Piazza Affari nonostante risultati in forte crescita con un utile netto trimestrale di 468,7 milioni id euro rispetto ai 399,7 milioni del secondo trimestre.
Nella stessa giornata Anima annunciava un utile dei 9 mesi in crescita del 78% a 172 milioni di euro.
Ma in chiusura gli occhi si sono subito spostati sul nuovo piano per la creazione di un campione nazionale integrato dell’assicurazione vita e del risparmio gestito.
Banco BPM su Anima, il progetto industriale
L’operazione si è subito presentata con un forte appeal industriale. Banco BPM ha già il 22,38% del capitale di Anima, è il primo azionista seguito dall’11,95% di Poste Italiane e dal 9,77% di FSI.
La partnership strategica ha già oltre 15 anni e ad Anima da riferimento il 75% circa delle masse in gestione del Banco, che a sua volta contribuisce a più di un terzo (35%) delle masse in gestione di Anima al dettaglio.
L’obiettivo del progetto Banco BPM-Anima è raggiungere masse di Assicurazione Vita e Risparmio Gestito da circa 220 miliardi di euro, inserite nel perimetro di attività finanziarie della clientela per circa 390 miliardi di euro.
Il Banco BPM punta già nel 2026 a una crescita dell’utile per azione del 10% circa, da 1,50 a 1,65 euro.
Al contempo le commissioni nette dovrebbero balzare del 20% da oltre 2,1 a oltre 2,50 miliardi di euro. E’ una delle chiavi di lettura strategiche del deal perché va nella direzione della differenziazione dei ricavi dalle attività di banca commerciale in questa fase dei calo dei tassi d’interesse ed è in linea con i piani del Banco.
Il Banco BPM con questo accordo potrebbe sfruttare il vantaggio del cosiddetto nuovo “Compromesso Danese” (Danish Comprimise) che in sostanza permette di ridurre l’assorbimento di capitale in caso di integrazione di un business assicurativo in una banca: al closing ha calcolato un impatto di appena 30 punti base sul CET 1 ratio, il maggiore indicatore della solidità patrimoniale di una banca, che oggi al 15,48% potrebbe agevolmente gestire questo piccolo delta.
Anzi proprio la redditività del capitale è uno degli obiettivi dell’operazione, infatti tra i target si conta anche il balzo del ROTE (rendimento del patrimonio netto tangibile) dal 13,5% al 17% nel 2026.
Insomma proprio un consolidamento nella direzione che l’ad del Banco BPM Giuseppe Castagna vuole e, data la storica partnership tra i due gruppi e le quote azionarie, il manager ha infatti presentato l’offerta come amichevole.
Banco BPM su Anima, termini e condizioni dell’offerta
A 6,2 euro per azione di offerta, l’opa potrebbe costare al Banco BPM fino a 1,58 miliardi di euro circa. Il prezzo messo sul piatto incorpora un premio dell’8,5% sulla chiusura del 5 novembre, del 9,7% sulla media ponderata dell’ultimo mese, del 24,9% su quella degli ultimi 6 mesi e del 35,8% su quella dell’ultimo anno.
La banca di piazza Meda ha condizionato l’offerta al raggiungimento dei due terzi del capitale, il 66,67% di Anima, anche se l’obiettivo principale resta il delisting.
Servono naturalmente tutte le autorizzazioni del caso, ma il vero problema in queste ore è un altro: Anima in queste ore tratta a 6,32 euro, 12 centesimi sopra il valore dell’offerta e questo significa che non tutti gli azionisti ritengono conveniente l’offerta e che molti anzi si aspettano qualcosa di più.
E non sono pochi perché a fronte di una media giornaliera dell’ultimo mese di circa un milioni di titoli a metà seduta sono passati di mano circa 5,2 milioni di titoli dell’asset manager, circa l’1,6% del capitale.
Secondo indiscrezioni raccolte dal quotidiano MF, in realtà gli altri grandi azionisti di Anima non sarebbero stati poi tanto sorpresi, c’erano state anche simulazioni degli analisti in proposito, ma il balzo di oggi del titolo Anima oltre i prezzi dell’offerta rischia comunque di complicare il quadro.
Banco BPM su Anima, il quadro più ampio
E c’è poi anche lo scenario più ampio. Se l’integrazione di business assicurativi e di asset management da parte del Banco BPM si inserisce chiaramente in uno dei trend più potenti della finanza italiana degli ultimi mesi, ci sono anche altri fattori da tenere in conto.
Per esempio la partnership strategica pluriennale di Anima con Banca MPS che copre il 16,1% delle masse retail di Anima. L’asset manager ha anche comprato 12,5 milioni di azioni della banca senese in occasione dell’aumento di capitale del 2022 e le stesse quote di Poste in Anima vengono da una vendita di MPS, ma sono intrecci appunto antichi. Ma forse è troppo poco per immaginare che l’operazione avvicini significativamente Banco BPM a MPS.
C’è poi l’assetto del Banco BPM stesso, che vede come primo socio il Credit Agricole a circa il 9,18% seguito da BlackRock al 5,24%, Capital Research al 4,99% e Fondazione Enasarco al 3%: un consolidamento e una crescita di taglia potrebbe fare comodo.
Ci sarà insomma da capire se la strada della crescita sia più vantaggiosa assieme.
Anima Holding sta costruendo un track record importante di M&A dopo le operazioni di Kairos e di Castello SGR, ha registrato i più grandi flussi dal retail degli ultimi 9 anni (1,78 mld, in gran parte dalle partnership bancarie) e ha dichiarato di avere 600 milioni di euro a disposizione per nuove operazioni di fusione o acquisizione.
A questo punto è stata messa sul piatto l’offerta industriale e finanziaria del partner storico Banco BPM.
Converrà a tutti?