Occupazione USA brillante, vince la Fed

di Simone Ferradini pubblicato:
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I dati di venerdì hanno confermato il buon stato di salute dell'economia americana, tassi USA giù come indicato da Powell

Occupazione USA brillante, vince la Fed

Alla fine, come accade spesso, la Fed l'ha spuntata. Dopo i dati sull'occupazione USA usciti di venerdì il mercato ha abbandonato l'ipotesi di secondo maxi taglio consecutivo dei tassi ufficiali americani (dopo quello di settembre), adeguandosi al percorso delineato all'inizio della scorsa settimana da Jerome Powell, presidente della banca centrale statunitense.

Ma andiamo per ordine. Il mercato del lavoro gode di ottima salute: dopo lo shock di inizio agosto (con annesso panic selling) lo scenario è tornato decisamente sereno. I nuovi lavoratori dipendenti a settembre hanno battuto nettamente le attese e anche il tasso di disoccupazione è stato inferiore alle attese degli economisti.

Il quadro macro punta con decisione verso lo scenario Fed

I dati sembrano confermare che l'operazione di rientro dall'inflazione condotta con la serie di rialzi dei tassi partita nel 2022 ha avuto successo, e senza atterraggio duro del PIL. L'inflazione PCE ad agosto è scesa al 2,2%, mentre l'indice CPI si è attestato al 2,3%, entrambi a un passo dall'obiettivo di lungo termine del 2%.

A fronte di ciò, lo stato di salute della congiuntura è buono, come ricordato da Powell una settimana fa citando la massiccia revisione al rialzo del GDI (Gross Domestic Income, una misura della performance dell'economia alternativa al PIL) del secondo trimestre. Venerdì i dati sull'occupazione hanno completato il quadro.

Ricordiamo infatti che il mandato della Federal Reserve impone alla banca centrale di perseguire la stabilità dei prezzi e il massimo livello di occupazione (ci sarebbe anche un terzo obiettivo, tassi a lungo termine moderati, ma al momento è sotto controllo).

Il mercato si arrende e sta con Poweell

Tradotto in termini pratici, fino alla scorsa settimana il mercato metteva in dubbio il percorso indicato da Powell, ovvero due tagli dei tassi dei Fed funds da 0,25% nelle riunioni di novembre e dicembre per un totale di 0,50% entro fine anno. Il CME FedWatch Tool dava al 37% un -50 bp a novembre, quindi si lasciava la porta aperta a un nuovo maxi taglio.

Ora la porta è chiusa, al punto tale che l'ipotesi -50% non è nemmeno più quotata dal Tool: le chance di -25 bp nella riunione del FOMC del 7 novembre sono al 95%, mentre per quella del 18 dicembre un altro -25 è dato per probabile all'80%.

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