Tecnologici in rimbalzo, segnali positivi da Nvidia e Open AI in vista del taglio dei tassi

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Il colosso dei chip rassicura sulla domanda del mercato e sui rischi a Taiwan mentre Open AI negozia investimenti che la valuterebbero 150 miliardi di dollari. Il taglio dei tassi in arrivo è comunque un driver positivo per tutto il settore, ma le incertezze non mancano. Ecco una breve panoramica

Tecnologici in rimbalzo, segnali positivi da Nvidia e Open AI in vista del taglio dei tassi

Dopo sedute difficili ieri il settore tecnologico ha vissuto una giornata brillante in contemporanea a una seria di novità positive per il settore. Un vero e proprio rally ha caratterizzato il comparto e si è rapidamente travasato sui listini asiatici e oggi su quelli europei.

Tecnologici, il taglio dei tassi farà bene al settore

Certo l’imminenza dei tagli della Bce e quindi la prossima settimana della Fed ha di per sé un valore bullish per il comparto tecnologico alle prese con forti investimenti nell’AI: tagli del costo del denaro limano il servizio del debito e si traducono in un recupero di marginalità delle società tecnologiche.

Nvidia rassicura: la domanda è forte e siamo attrezzati anche sul rischio geopolitico di Taiwan 

Ma ci sono state anche delle novità di settore da riportare per chi volesse chiarire il quadro.

Il brillante ed effervescente fondatore e CEO di Nvidia Jen-Hsun Huang negli ultimi mesi ha venduto montagne di titoli del colosso dei chip per l’intelligenza artificiale, quasi 5,3 milioni di azioni che per un incasso di 633 milioni di dollari che non poteva che incuriosire il mercato (e destare qualche invidia).

Fra la fine di giugno e i primi di agosto il titolo di Nvidia ha perso fino al 36% del proprio valore, salvo poi rimontare in vista dell’attesissima trimestrale del 28 agosto, data in cui ricavi record ($ 30 mld +122% a/a e +15% sul trimestre precedente) con il balzo del business dei data centre a 26,3 miliardi avevano confermato il momento d’oro del gruppo, ma anche posto le basi per dei realizzi.

Strettamente intrecciate con le vicende geopolitiche globali e con i segnali di raffreddamento dell’economia Usa tra i languori di una domanda cinese mai ripresasi del tutto, l’azione di Nvidia aveva preso la via dei ribassi.

Settembre – si sa – è tradizionalmente un mese negativo per i mercati azionari e il tech anche quest’anno ha pagato lo scotto di multipli spesso elevati.

Nel frattempo si sono avvicinate anche le elezioni statunitensi che potrebbero causare una stretta ulteriore sulle forniture di chip alla Repubblica Popolare cinese con limitazioni potenziali importanti del business di Nvidia.

Tensioni che ricordavano il dilemma Taiwan: lì ha sede il colosso mondiale dei microprocessori TSMC, fornitore chiave anche di Nvidia, che rischia sempre un blitz cinese che potrebbe scatenare una guerra. Ma se Trump chiede a Taipei di pagare la protezione americana, nessuno dubita che l’eventuale conquista cinese dell’isola sarebbe uno shock mondiale dalle conseguenze imprevedibili.

Al contempo le voci, poi smentite, di un invito di comparizione per Nvidia di fronte al Dipartimento di Giustizia USA aumentavano i malumori.

Tecnologici, un periodo complicato per molti protagonisti europei

L’industria mondiale dell’auto si incastrava sempre di più fra le pastoie di un decollo troppo smorzato per la domanda delle nuove motorizzazioni elettriche, la concorrenza cinese sul campo e sull’intera filiera delle nuove tecnologie si consolidava, gli ordini per i big europei dei semiconduttori si confermavano deboli.

STM mandava due profit warning di seguito, al punto da essere chiamata in causa negli Stati Uniti da diversi studi legali interessati a una class action contro le indicazioni totalmente sbagliate fornite al mercato e smentite due volte di seguito nel giro di tre mesi.

Non solo non è ripartita l’auto che assorbe ormai grosse quantità di semiconduttori, ma neanche gli ordini industriali si sono ripresi.

I concorrenti non vanno meglio, la tedesca Infineon rivede le stime sui ricavi ad agosto.

Solo qualche giorno fa gli analisti di UBS ridimensionavano la loro visione positiva sul colosso olandese delle attrezzature per la produzione di microprocessori ASML: il potenziale di crescita dell’AI sta diventando sovrastimato. Ed è il dubbio di tutti.

Anche ora che Apple ha presentato il nuovo iPhone 16 con l’intelligenza artificiale incorporata (ancora lontano dall’Europa).

Così ieri le parole del numero uno di Nvidia Jensen Huang alla Goldman Sachs Communacopia + Technology Conference sono state ascoltate con particolare attenzione.

E il manager ha rassicurato il mercato. La domanda dei server rimane eccezionale, le potenzialità dell’intelligenza artificiale a questo punto sono incredibili, ogni dollaro investito nei server si moltiplica per 5.

Ovviamente tutta una lunga spiegazione delle eccezionali virtù della nuova tecnologia Blackwell di Nvidia, delle sue librerie e capacità di accelerare ogni processo e di integrare processori diversi in un’unica architettura integrata raffreddabile idraulicamente e dalle mirabolanti potenzialità.

Tecnologici, Open AI contratta nuovi finanziamenti

Il mercato sembra crederci, d’altronde in contemporanea un altro segnale positivo giunge da un altro protagonista dell’AI: Open AI, la casa di Chat GPT. Secondo rumors riportati da Bloomberg la società guidata da Sam Altman sarebbe in trattative per un nuovo round di investimento da 6,5 miliardi di dollari che complessivamente la valuterebbe 150 miliardi di dollari mentre altri 5 miliardi di debito sarebbero in fase di rinegoziazione tramite una linea di credito.

Segnali di vitalità che ridanno slancio al settore più vivace del mercato mondiale. Ma vista la volatilità degli ultimi mesi sarà comunque meglio tenere le cinture allacciate.