Naspi, taglio dell’indennità di disoccupazione con il Governo Meloni? Le ipotesi

di Miriam Ferrari pubblicato:
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Giorgia Meloni pensa di cambiare l‘indennità di disoccupazione, riducendola a una frazione del periodo lavorato, ma senza cancellare il sussidio: è in arrivo un taglio della Naspi per alcuni beneficiari? Il Governo punta al risparmio per le casse statali: ecco le novità in arrivo.

Naspi, taglio dell’indennità di disoccupazione con il Governo Meloni? Le ipotesi

Mentre il nuovo Governo lavora al prossimo decreto aiuti quater per introdurre nuovi bonus e sostegni per famiglie e imprese contro il caro bollette, spuntano nuove ipotesi di cambiamento e riforme dei sussidi attualmente in vigore. Oltre alla riforma delle pensioni, sul tavolo ci sono anche altre priorità.

Anziché cancellare i sussidi statali, il Governo Meloni intende introdurre non solo modifiche al reddito di cittadinanza nel 2023, ma anche una riforma della Naspi, l’indennità di disoccupazione introdotta nel 2015. Quest’ultima potrebbe ridursi a una frazione del periodo lavorato per risparmiare sulle casse statali.

Taglio Naspi 2022, cosa cambia con il Governo Meloni? 

In campagna elettorale, il partito di Giorgia Meloni – Fratelli d’Italia – aveva ipotizzato la cancellazione del reddito di cittadinanza e la sua sostituzione con sussidi alternativi per il 2023. Ma una volta arrivata a Palazzo Chigi, la neo premier ha moderato la sua azione.

Il reddito di cittadinanza non verrà cancellato, ma riformato; così potrebbe essere anche per un altro sussidio importantissimo per gli italiani: l’indennità di disoccupazione.

Partiamo da alcuni numeri… Nel 2021 l’indennità di disoccupazione Naspi pesava 13 milioni di euro sulle casse dello stato, 5,6 milioni dei quali erano versati dalle aziende.

L’idea di Giorgia meloni e del suo Governo, nell’ottica di risparmiare denaro per le casse statali, ci sarebbe un taglio della Naspi per tutti i beneficiari. Ma come e cosa cambierebbe?

Naspi, verso il taglio dell’indennità di disoccupazione

Una delle ipotesi sulla possibile riforma della Naspi potrebbe riguardare il periodo di fruizione dell’indennità di disoccupazione.

Ad oggi, infatti, la Naspi viene erogata a livello mensile – qui tutte le date di pagamento della Naspi di novembre 2022per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Il periodo massimo di fruizione è di due anni, se il titolare ne ha almeno quattro lavorati alle spalle.

Il Governo Meloni potrebbe tagliare la Naspi sotto il 50% del periodo lavorato, per evitare che i beneficiari di questo sussidio possano approfittarne per non impegnarsi nella ricerca di un nuovo lavoro.

Già nell’ultima Legge di Bilancio era stato approvato un taglio della Naspi al 3% dopo il sesto mese, la le nuove regole potrebbero decurtare ancora di più l’indennità di disoccupazione.

Questa soluzione, inoltre, permetterebbe di risparmiare soldi a livello statale da utilizzare – per esempio – per finanziare la riforma delle pensioni, con le nuove ipotesi su Opzione Uomo e Quota 103.

Naspi, quanto costa allo Stato e perché potrebbe essere ridotta

L’idea di introdurre un taglio alla Naspi, quindi, è condivisa da tutta la coalizione di maggioranza: la Lega, soprattutto, ritiene che l’indennità di disoccupazione sia erogata per un periodo troppo ampio ai suoi beneficiari.

Basti pensare che una persona con anzianità di due anni, può ottenere la Naspi per un anno; mentre un’altra con anzianità di un anno può ottenere l’indennità per 6 mesi. Troppi secondo il Governo.

Lo Stato, inoltre, potrebbe risparmiare non poco con il taglio della Naspi: nel 2021, tale indennità pesava 13 miliardi di euro, ma lo Stato ne ha messi “solo” 7,3 miliardi considerando i versamenti aziendali.

Il dato risulta comunque in discesa rispetto al 2020 e al 2019, quando sono stati pagati assegni di disoccupazione di importo medio pari a 5.307 euro all’anno (43 euro al giorno).

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