MPS, il Tesoro vende un altro 15%, cosa è successo e cosa no
pubblicato:Operazione da 1,1 miliardi di euro per il Tesoro che vende a i titoli della banca senese con un premio del 5% Banco BPM compra il 5%, Anima il 3%, poi Caltagirone e Delfin con il 3,5% cadauno. Operazione ambivalente tra prove di terzo polo e mossa difensiva strategia del Banco. Piazza Meda si conferma protagonista di Piazza Affari in questa fase. Fuori dalla partita Unipol. Mps innesca il rally a Milano
Maxi operazione ieri sera nella finanza italiana. Il Tesoro ha collocato un altro pacchetto del 15% di MPS incassando questa volta un premio del 5% sulla chiusura di ieri di 5,516 euro, quindi ottenendo 5,792 euro per ogni azione di MPS. Significa un incasso per 1,1 miliardi di euro per il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) che porta complessivamente i proventi che il Tesoro ottiene dalle tre vendite di pacchetti MPS a 2,7 miliardi di euro.
Il comunicato del MEF specifica che l’offerta iniziale era del 7% del capitale, ma la domanda si è rivelata doppia rispetto all’offerta e con un premio appunto del 5% rispetto al prezzo di ieri di MPS, contrariarmente ai prezzi a sconto degli ultimi collocamenti tramite accelerated bookbuilding (ABB), spingendo a mettere sul mercato un pacchetto doppio, il 15% appunto.
Alla fine l’operazione si chiude su un parterre di acquirenti estremamente suggestivo: Banco BPM compra il 5%; Anima (su cui si ricorda incombe un’opa dello stesso Banco BPM) rileva un altro 3%; Francesco Gaetano Caltagirone compra un altro 3,5% e la Delfin (holding della famiglia del Vecchio e di EssilorLuxottica) che compra un altro 3,5%. Subito scatta il sospetto di prove di un terzo polo condensato intorno al Banco BPM. Resta fuori dalla partita Unipol, azionista di Bper e della Popolare di Sondrio, in predicato nei mesi scorsi di un ingresso nella banca senese per una nuova partnership assicurativa al posto di quella in essere con Axa.
Il Tesoro mantiene una quota dell'11,7%.
Almeno due le letture possibili.
MPS, ipotesi di terzo polo?
Il mercato nei giorni scorsi era stato messo in allerta dai forti scambi sul titolo di MPS in concomitanza con i dati del terzo trimestre e con l’avvicinarsi della prevista scadenza per la cessione di nuove quote del Tesoro. Fra la scorsa settimana e la data di ieri, in 8 sedute, era stato scambiato circa il 12% del capitale di MPS.
La formazione di un nocciolo duro di azionisti italiani di MPS intorno all’imprenditore Enrico Marchi aveva segnato uno stop con il disimpegno di Gianluigi Aponte (MSC). Il rischio per il Tesoro è che una cessione di quote di MPS sul mercato aprisse la via a investitori esteri.
Ieri nel giro di poche ore la situazione si è ribaltata e Banco BPM è salito sulla ribalta. L’annuncio dell’opa su Anima, che ha come primo distributore proprio Banco BPM e come secondo MPS, ha però subito creato un possibile trait d’union tra le due banche e l’operazione di ieri conferma gli indizi in questo senso.
All’avvio delle contrattazioni di oggi MPS segna un rally del 10,77% a 6,11 euro, che conferma l’appeal speculativo che a questo punto la banca senese guadagna. Se ieri grandi investitori si sono contesi i titoli del Monte, è anche comprensibile che oggi il mercato premi il titolo.
MPS, mossa difensiva del Banco BPM?
Ci sono però anche indizi che vedono in qualche maniera come difensiva la mossa di Banco BPM. Quest’ultimo infatti dichiara che l’acquisizione del 5% del capitale di MPS si inserisce nell’ambito dell’offerta su Anima e nel contesto della strategia di rafforzamento delle fabbriche prodotto. In altre parole l’investimento difenderebbe la distribuzione dei prodotti di Anima tramite la rete di Banca MPS e in tal senso sarebbe da leggere anche la decisione della stessa Anima di comprare un 3% di MPS portando la propria partecipazione complessiva al 4% della banca senese.
In tal senso il Banco BPM, che in passato ha sempre allontanato le ipotesi di una fusione con MPS, ha sottolineato che non intende chiedere alla BCE e alle autorità l’autorizzazione a salire oltre il 10% della banca senese e ribadisce il valore industriale dell’operazione che intacca di soltanto 9 punti base il CET 1 ratio e dovrebbe generare tramite dividendi un rendimento annuo del 14% con un impatto sull’utile per azione del 2,5%.
Considerando anche che attualmente il maggiore azionista di Banco BPM è il Credito Agricole con il 9,18% del capitale (seguito da BlackRock al 5,24%), forse l’ipotesi difensiva di una rete distributiva importante per Anima dal possibile intervento del network alternativo di Unipol non è poi così peregrina.
Anche l’ipotesi industriale insomma potrebbe reggere, ma questo non toglie che in finanza spesso le dichiarazioni della prima ora sono scritte sulla sabbia e che l’evoluzione strategica del dossier potrebbe portare in altre direzioni.
Interessante notare che in queste ore comunque anche il Banco BPM guadagna il 3,64% mentre Anima segna un leggero calo (-0,16% a 6,155 euro, ma il titolo, come detto, sarà presto oggetto di un’opa del Banco da 6,2 euro ad azione).
Di certo lo scenario complessivo in poche ore è cambiato molto rapidamente.