Moncler, un rialzo per pochi
pubblicato:Balza del titolo chiusura in chiusura dopo la pubblicazione dei dati preliminari 2024 alle 17:31 Gli investitori al dettaglio tagliati fuori. I risultati sono comunque molto positivi grazie alla crescita asiatica e alla forza del canale diretto. Bene anche Stone Island nel quarto trimestre

Moncler da brivido, sul filo di rasoio. La pubblicazione dei risultati di Moncler ieri sera alle 17:31 ha mandato in orbita i titoli del colosso del lusso durante l’asta. Un movimento anomalo da 7 punti percentuali e ben 1,88 milioni di pezzi scambiati sostanzialmente fuori dall’orario ordinario delle negoziazioni regolamentate. Lo strappo sul grafico è imponente, un gap up prepotente sui periodi più brevi, che non è sano, anzi è persino sospetto. Soprattutto alla luce dei volumi, oltre 1,88 milioni di pezzi scambiati in asta, una grossa fetta dei 2,47 milioni di pezzi dell’intera seduta contro una media giornaliera dell’ultimo mese di poco superiore al milione di azioni.
Non si vedevano volumi così dal 16 gennaio scorso, quando il lusso europeo aveva fatto i numeri, spingendo la cronaca a parlare di riscossa sulla scorta di positive indicazioni giunte da Richemont, la casa di Cartier che aveva presentato i dati del terzo trimestre (chiusosi il 31 dicembre 2024) che avevano mostrato vendite in crescita del 10% a 6,2 miliardi di euro, una crescita dieci volte superiore alle attese.
Moncler, i dati del 2024, anche Stone Island fa meglio nel quarto trimestre
Ieri i numeri li ha dati Moncler, appunto a mercato quasi chiuso: un balzo dei ricavi 2024 del 7% (4% a cambi correnti) a 3,108 miliardi di euro. Di questi 2,7 miliardi sono arrivati dalla maison Moncler (+5% a cambi correnti) e 401,6 milioni da Stone Island (-2%).
L’ebit del gruppo è cresciuto da 893,8 a 916,3 milioni (marginalità in calo dal 30,0 al 29,5%).
Il risultato netto di Moncler è cresciuto del 5% a 639,6 milioni.
La Posizione finanziaria netta presenta cassa per ben 1,3 miliardi di euro, nonostante il pagamento di cedole per 311 milioni.
Il free cash flow fa un bel +7% a 587,5 milioni di euro.
Le lease liabilities sono 924,1 milioni (805 mln nel 2023).
Piace la bella performance del quarto trimestre, con un +8% a/a a cambi fissi per Moncler grazie soprattutto al canale Direct-to-Consumer (+9%) e alla buona distribuzione delle vendite e delle performance tra le varie geografie.
Nell’ultimo quarto brilla anche Stone Island, da tempo lato fragile del gruppo, che invece segna una crescita dei ricavi del 10% a cambi correnti con un canale DTC che fa un +15%, mentre il wholesale segna un -1% a/a, ma migliora sul trimestre precedente.
Moncler, il motore asiatico e la forza del canale diretto
Le geografie per capire Moncler, come sempre sono fondamentali per capire la tendenza e la qualità dei nuovi risultati. A cambi correnti il gruppo ha registrato un +7% in Asia (1,378 miliardi), un +4% nell’area Emea (Europa-Medioriente, € 949 mln) e un +2% a 379 milioni di euro nelle Americhe.
Per metterla in chiaro, più di metà del giro d’affari di Moncler viene dall’Asia (il 50,9%) contro il 35,1% dell’EMEA.
L’altro spaccato è quello dei canali distributivi, le cui dinamiche - come visto - hanno scosso i dati nel quarto trimestre. Il canale diretto Direct-To-Consumer pesa per l’86,1% dei ricavi (2,33 mld) contro il resto del Wholesale (375 mln). Al riguardo va precisato che il canale fisico di Moncler performa ancora meglio dell’online, rimasto debole ancora nel quarto trimestre. La crescita dei ricavi dei negozi è stata dal 3% in un anno, a fine periodo i monomarca Moncler sono 286 di cui 143 in Asia e 96 nell’Emea.
Stone Island è un’altra storia, il 67% delle vendite sono nell’EMEA (268 mln, -6%), ma è l’Asia che cresce (105 milioni, +18%). La casa inoltre è equilibrata tra canale diretto e wholesale. I negozi monomarca Stone Island sono 90 a fine 204, 56 sono in Asia.
Correndo rapidamente sul resto del conto economico si segnalano spese di marketing da 221 milioni, con una diversa pianificazione tra primo e secondo semestre l’anno scorso rispetto al 2023 e il crollo degli oneri finanziari da 23,2 a 6,5 milioni di euro, inclusi 31,4 milioni di lease liabilities: il calo è dovuto a maggiori proventi finanziari grazie ai tassi più elevati e alla buona gestione di cassa.
L’utile netto da 639,5 milioni di euro comporta che il P/E ai prezzi di oggi è di 29,13.