Meta: Zuckerberg scommette sull'AI, ma gli investitori temono i costi
pubblicato:Ricavi e utili in forte crescita oltre le attese degli analisti. L’azione però precipita in pre-market. Gli investimenti nell’intelligenza artificiale costano sempre di più e l'azione ha già corso tanto
Ieri Meta ha pubblicato risultati trimestrali decisamente brillanti e superiori alle attese, ma in queste ore il pre-market di Wall Street registra vendite molto forti sul titolo: un -14% che ripiomberebbe l’azione a circa 423 dollari, se fosse confermata dall’Opening Bell di Wall Street.
Eppure i conti del gruppo di Facebook, Instagram e Whatsapp sono decisamente in crescita.
Meta, ricavi e utili da record nel trimestre
Nel primo trimestre i ricavi della società di Mark Zuckerberg sono aumentati di oltre un quarto: +27% a 36,45 miliardi di dollari, ben oltre il consensus LSEG posto a 36,16 miliardi di dollari da un panel di ben 43 analisti.
I dati ormai aggregatissimi dell’audience del gruppo sono espressi in DAP (daily active people) e misurano una media di 3,24 miliardi di persone al giorno, in crescita del 7% l’anno. Le impressioni relative alle pubblicità per tutte le app sono cresciute in un anno del 20% e va ricordato che la pubblicità genera più di 97,7% di tutti i ricavi del gruppo.
Più fragili le stime del secondo trimestre 2024 che Meta ha posto nella forchetta 36,5 e 39 miliardi di dollari: il punto medio è a 37,75 miliardi di dollari, quindi ancora in crescita, ma al di sotto del consensus LSEG posto a 38,29 miliardi di dollari. E questo è un primo punto di fragilità in un resoconto sotto molti punti di vista brillante.
A prima vista anche la redditività di Meta non lascia dubbi su un altro trimestre eccezionale: l’utile operativo del gruppo è balzato del 91% a 13,81 miliardi di dollari, l’utile netto si è più che raddoppiato con un +117% che lo porta a quasi 12,37 miliardi di dollari in soli tre mesi. Nei tre mesi il free cash flow della società, la generazione di cassa, è balzato da 6,9 a oltre 12,5 miliardi di dollari.
L’utile per azione del gruppo, il dato che spesso è il primo riferimento per il confronto delle performance di una società con le stime degli analisti, è balzato del 114% a 4,71 dollari e ha quindi battuto nettamente il consensus LSEG degli analisti posto a 4,32 dollari. Eppure altre cose non sono piaciute.
Meta, il nodo degli investimenti nell’intelligenza artificiale
Per esempio resta all’attenzione Reality Labs, la divisione dedicata alla realtà virtuale e al Metaverso che doveva proiettare Meta e noi tutti in un’altra nuova dimensione, ma che non è mai partita veramente. La unit segna un balzo dei ricavi da 339 a 440 milioni di dollari, ma in termini perdita operativa segna un altro buco da 3,84 miliardi di dollari, meno dei quasi 4 di un anno fa, ma ancora una zavorra consistente. E per Reality Labs Zuckerberg si aspetta ancora forti perdite operative, mentre proseguono gli investimenti.
La parola magica dell’universo tech contemporaneo resta ovviamente l’AI. Ma gli analisti continuano a misurare con attenzione i costi di questa rivoluzione e infatti la parola investimenti è stata monitorata con particolare attenzione e sembra influire molto sulle valutazioni del pre-market.
In realtà dall’AI e dalla pubblicità mirata Zuckerberg ha già tratto grandi risultati che rimpolpano non poco i conti, sembra proprio che i risultati raggiunti in quest’area siano stati decisivi per rimanere competitivi dopo la sfida di TikTok e le limitazioni sul fronte della privacy imposte da Apple sui propri dispositivi (il Wall Street Journal ha ricordato che Apple ha cancellato così nel 2022 circa 10 miliardi di dollari di ricavi).
I conti comunque bisogna farli. Il gigante californiano ha annunciato che gli investimenti in conto capitale (i capex) raggiungeranno nell’intero 2024 i 35-40 miliardi di dollari, si tratta di una cifra molto superiore ai 30-37 miliardi prima anticipati al mercato e il gruppo ha confermato che molti di questi soldi serviranno per l’infrastruttura digitale dell’intelligenza artificiale. Servono software, server, chip, la spesa cresce più delle attese e forse questo è uno dei motivi per cui molti investitori storcono il naso quest’oggi.
Oltretutto il colosso di Facebook e Whatsapp, pur senza fornire delle stime oltre il 2024 ha anticipato che le spese in conto capitale probabilmente cresceranno ancora l’anno prossimo.
“Mi aspetto di vedere un ciclo di investimenti pluriennale prima di riuscire a trasformare interamente l’intelligenza artificiale di Meta, quella per le imprese e il resto nei servizi redditizi che immagino”, ha dichiarato Zuckerberg aggiungendo che è abituato a investimenti di lungo periodo e i primi segnali sono anche positivi, ma costruire un’AI leader sarà anche un impegno maggiore di quello di altre esperienze e probabilmente richiederà diversi anni. In questo contesto anche della volatilità sul titolo sarà da mettere in conto.
Proprio il tema degli investimenti di Meta rimane comunque critico per la comunità finanziaria che da un lato guarda con favore a investimenti diversificati che preparano il gruppo per il futuro dall’altro temono perdite consistenti sulla strada della crescita.
Così preoccupano, ma affascinano insieme, i citati progetti di Reality Labs, la partnership di Meta con i Ray-Ban di Essilor Luxottica, né si possono dimenticare i forti investimenti nell’integrazione dell’intelligenza artificiale open source di Llama 3 in Meta AI, l’assistente dotato di intelligenza artificiale che punta a essere integrato in tutte le maggiori piattaforme della società e secondo il gruppo è il campione mondiale del proprio genere, ma è fortemente in ritardo in Europa, forse anche per motivi regolamentari.
Meta, il mercato pesa il titolo
In definitiva i mercati anche su Meta prendono misure sempre più precise all’intelligenza artificiale di casa: cosa fa, quanto costa, quanto rende, sono le tre domande d’oro del mercato all’AI in questa fase. Sicuramente queste domande saranno fatte oggi anche Google (Alphabet) e Microsoft che pubblicheranno a loro volta i risultati trimestrali.
Ma un’ultima cosa per Meta andrà considerata mentre si vede il titolo crollare in pre-market a fronte di risultati in fortissima crescita e superiori alle attese. L’azione del colosso di Facebook è reduce da un rally mozzafiato: all’inizio dell’anno scorso valeva circa 120 dollari e a fine 2023 ne valeva più di 350, quindi aveva quasi triplicato la capitalizzazione. Sui corsi di queste ore intorno ai 493 dollari, siamo già a un altro balzo di quasi il 40% da inizio anno.
Il rapporto prezzo/utili “trailing” (ossia dei dodici mesi) è a 33,19x e il forward p/e (le attese) è 24,45x: il mercato pesa i multipli per valutare se l’azione è ormai troppo cara. Basta guardare anche all’EV/EBITDA che si è dimezzato da oltre 40x a 20x circa.
Qualche presa di beneficio in occasione dei conti ci sta e non è detto che il copione non si ripeta nel tech nei prossimi giorni.
Ma se tutto il settore mostrasse la forza di Meta, sicuramente si potrebbe guardare con ottimismo ai prossimi mesi.