Manifesto per il rilancio della finanza italiana, ecco cosa propone
pubblicato:Borsa Italiana, Assonime, Equita e Bocconi siglano un documento per il rilancio del mercato italiano. L'appello al governo e alle istituzioni finanziarie chiede il rilancio e trova decine di adesioni tra gli operatori. Ecco le soluzioni concrete sul tavolo per una crisi reale che potrebbe diventare un'opportunità
Una reazione alla crisi dei mercati finanziari italiani che si fa sempre più preoccupante e soprattutto rischia di fare perdere all’Italia le opportunità che un evoluto e competitivo mercato finanziario possono regalare alla nostra economia. E’ questa la prima sensazione che gli articoli dedicati al nuovo Manifesto per lo Sviluppo dei Mercati dei Capitali regalano. Un segnale di vitalità insomma in una fase carica di contraddizioni, di spunti interessanti, ma anche di segnali di crisi.
Ieri un gruppo di istituzioni di rango del mercato come Borsa Italiana, Assonime (l’associazione delle Società per Azioni), Equita e Università Bocconi hanno presentato il nuovo Manifesto, subito sottiscritto da decine di protagonisti del mondo finanziario italiano.
Nel documento c’è l’analisi di una crisi della finanza italiana per molti versi preoccupante, unita a una serie di proposte importanti che cercano di dare impulso a una soluzione concreta per i mercati italiani. All’evento è intervenuto anche il Sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze, Federico Freni, per inviare un segnale importante dell’attenzione del governo su questo fronte.
Manifesto per i mercati, i 10 temi chiave e le proposte
Il documento preparato è stato strutturato in 10 temi chiave della crisi in corso affiancati però da diverse proposte che puntano a indicare delle soluzioni chiare e percorribili.
1) Investitori istituzionali italiani poco presenti
Il problema: La prima criticità rilevata è quella dello scarso peso degli investitori istituzionali italiani nel capitale delle quotate italiane. E’ un’anomalia nel contesto europeo, infatti si registra una partecipazione inferiore al 10% contro una quota di circa il 20% nei maggiori mercati europei. Le small cap, le piccole quotate di Milano che rappresentano spesso in realtà non solo la fetta più vivace dei vari settori, ma anche nicchie d’eccellenza riconosciuta, hanno registrato volumi azionari in calo del 50% sul mercato regolamentato e del 35% sull’“Euronext Growth Milan”. Questo ha portato nel 2023 a un calo delle valutazioni a un P/E 2023E di 10x rispetto al 15x di inizio 2022 con uno sconto su titoli europei cresciuto al 22% nel novembre 2023 (era del 7% a inizio 2023). Spesso si tratta di vere opportunità, ma il mercato semba guardare da un’altra parte.
La soluzione: il Manifesto propone e chiede il progetto “Capitali Italia – Mercati Finanziari per le Imprese” sponsorizzato dal governo e supportato da grandi operatori come banche, fondazioni, fondi pensione e casse previdenziali. In pratica 20-25 portafogli da 100-200 milioni di euro ciascuno per le PMI quotate, con una raccolta da 3-5 miliardi di euro.
Un altro strumento utile sarebbe un fondo di fondi da 1 miliardo che impiegasse i PIR alternativi selezionando 10 gestori da 100 milioni ciascuno impegnati sempre sulle sull PMI quotate.
2) Problema PIR e deflussi
Il problema: il segmento STAR di Borsa Italiana ha registrato forti deflussi con la scadenza dei Pir Ordinari, circa 2,1 miliardi di euro nei nove mesi 2023.
Soluzione: il Manifesto propone l’eliminazione dell’unicità dei Pir ordinari e altre iniziative per evitare che la maturazione dei benifici fiscali entro determinati vincoli temporali si traduca in disinvestimenti massicci.
3) La quota dei PIR alternativi è insignificante
Il Problema: i PIR alternativi pesano troppo poco: 0,13% del totale fondi collocati in Italia (1Q2023), a fine 2022 quota allocata a titoli quotati nei fondi PIR alternativi inferiore a 100 milioni di euro
La soluzione: il Manifesto propone la modifica della normativa sui PIR alternativi in modo da aumentare le risorse verso il FTSE Italia Mid Cap, quindi più flessibilità per i fondi completamente investiti su quotate e detrazioni fiscali simili a quelle degli investimenti in PMI innovative. Utile potrebbe essere anche un’estensione della platea degli investitori alle persone giuridiche.
4) Ricerca finanziaria insufficiente
Il Problema: pochi intermediari finanziari redigono ricerca azionaria su almeno 100 società quotate italiane
La soluzione: Si potrebbe pensare a un credito di imposta sui costi della ricerca indipendente sostenuta dagli operatori e sui costi della ricerca sponsorizzata dagli emittenti. Si potrebbe inoltre pensare a strumenti mutualistici tra intermediari e operatori per il sostegno alla ricerca, anche con il supporto pubblico. L’obiettivo è far conoscere meglio le eccellenze quotate a Piazza Affari.
5) Regole lente e gravose per gli emittenti
Il Problema. Tema regolatorio: il regime legale di responsabilità in Italia è più gravoso, i procedimenti amministrativi sono spesso troppo lenti, crescono costantemente i contribuiti in favore della Consob pesando sui costi di quotazione.
La soluzione: il Manifesto propone che la Consob risponda di istruttoria e vigilanza soltanto nei casi di malafede e propone di ridefinire il modello di governance della Consob delegando la gestione dei dossier alla struttura operativa e concentrando i vertici della commissione sulle questioni strategiche. Importante sarebbe anche uno snellimento delle procedure di vigilanza e istruttoria; una riallocazione e ottimizzazione della spesa e se possibile una copertura dei costi della Consob non legati alla vigilanza da parte dello Stato.
6) Serve l'obiettivo istituazionale dello sviluppo dei mercati finanziari
Il Problema: Attualmente regolamentazione e vigilanza sembrano a volte penalizzare lo sviluppo dei mercati dei capitali e la diversificazione delle fonti di finanziamento.
La soluzione: Si potrebbero inserire tra gli obiettivi strategici di Consob e Banca d’Italia proprio lo sviluppo e la competitività dei mercati finanziari
7) Troppe sanzioni rispetto alla media UE
Il Problema: troppe sanzioni rispetto alla media europea.
La soluzione: Nuove forme di interazione con i vigilati, cooperazione magari un occhio all’esempio delle “no action letter” americane.
8) Lentezza del sistema giudiziario
Il Problema: lentezza sistema giudiziario italiano
La soluzione: **il Manifesto propone di estendere all’intermediazione finanziaria le competenze delle sezioni giudiziarie specializzate in materia di imprese. Si potrebbe anche pensare all’applicazione dell’arbitrato societario alle quotate italiane.
9) Un sistema fiscale che incoraggia il debito bancario
Il Problema: il sistema fiscale italiano incoraggia il debito sulla capitalizzazione delle imprese, questo favorisce basso merito creditizio e dipendenza dal sistema bancario.
La soluzione: Servono norme per incentivare il capitale di rischio e un dialogo con la Commissioe UE per incentivare la capitalizzazione delle PMI quotande con un “grace period” fiscale di 3 anni. Il “Bonus IPO” deve diventare struttuale e bisogna estendere il credito d’imposta sul rafforzamento patrimoniale oltre gli attuali limiti di dimensione societaria e dell’operazione di capitalizzazione. Ridurre la tassazione sul dividendo a fronte di investimenti più duraturi potrebbe incoraggiare inoltre gli investitori.
10) Servono più vantaggi per il debito quotato
Problema: Mancanza di differenziazione in merito alle forme di indebitamento con riferimento al tetto massimo di deducibilità degli interessi (30% del margine operativo lordo – MOL)
Soluzione: Un fattore percentuale alla deducibilità degli interessi a seconda della natura del debito: 100% per titoli di debito quotati, 80% per le restanti forme di finanziamento. Ne deriverebbe diversificazione nelle fonti di finanziamento delle imprese coerente con lo sviluppo dei mercati finanziari. Si potrebbe anche proporre un aumento del tetto massimo alla deducibilità degli interessi per l’assunzione di debito di mercato: 50% del MOL per titoli di debito
Manifesto per i mercati, adesioni numerose tra gli operatori
Si tratta quindi di diverse proposte molto ardite, che puntano a rilanciare, se non in qualche caso a creare, quel clima adatto allo sviluppo dei mercati finanziari e all’accesso al capitale di rischio che in questa epoca sembra ancora difettare all’Italia.
Fra i firmatari del manifesto spunta gran parte dei grandi nomi della finanza e dell’economia nostrana, dei player di riferimento del nostro mercato dall’Assosim ai maggiori studi legali d’affari, dall’European House – Ambrosetti ai vertici di grandi società quotate, alle SIM, alle banche d’investimento, agli analisti finanziari, ai docenti universitari.
Un vasto mondo di esperti e operatori che dice al contempo che l’emergenza è reale e che la soluzione può essere concreta e condivisa.
Adesso il calcio d’inizio di questa nuova partita necessaria per la salvezza e il rilancio del mercato finanziario italiano dovrà essere battuto contemporaneamentre dai grandi investitori istituzionali italiani e dal governo.
Le eccellenze dell’impresa italiana che hanno avuto il coraggio e la trasparenza che servono per confrontarsi con i mercati finanziari se lo meritano.