Per il Manchester United si va in asta. Sarà vendita record?

di Raffaele Rovati pubblicato:
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Due le offerte finora ricevute e per il Manchester United si andrà in asta. Richieste della proprietà per 6-7 miliardi. Si profila vendita da record per un club sportivo.

Per il Manchester United si va in asta. Sarà vendita record?

Per conquistare il Manchester United si andrà in asta. Molti i nomi accostati allo storico club ma finora sarebbero solo due le offerte ufficiali. Basse rispetto alle richieste di 6-7 miliardi di dollari.

Per conquistare il Manchester United si va in asta. Servono 6-7 miliardi

Quotata a Wall Street dall'agosto 2012, la squadra è controllata dalla famiglia dello scomparso Malcolm Glazer, che deve le sue fortune ai centri commerciali della sua First Allied Corporation.

A fronte di una richiesta di 6-7 miliardi di dollari, il Manchester United capitalizza al Nyse circa 3,8 miliardi. Aggiungendo i 700 milioni di debito si arriva a un enterprise value di 4,5 miliardi.

Vendita Manchester United può battere il record dei Denver Broncos

Su tali cifra la vendita del Manchester United sarebbe da record. E potrebbe diventare il deal più costoso di sempre per un club sportivo a livello globale, superando i 4,6 miliardi dei Denver Broncos.

Il team della Nfl è stata comprato la scorsa estate da Rob Walton, dal 1992 al 2015 chairman di Walmart (è figlio del fondatore Sam Walton), la figlia Carrie Walton Penner e suo marito Greg Penner.

Più costosa anche di quella del Chelsea la vendita del Manchester United

Sarebbe più costosa la vendita del Chelsea di Roman Abramovich a un pool guidato da Todd Boehly sempre nel 2022 ma i 5,3 miliardi citati da alcune fonti comprendono 2,2 miliardi di investimenti.

Per il Financial Times, comunque, anche per il Manchester United bisognerebbe mettere in conto futuri investimenti miliardari. E sarebbe di appena 1,6 miliardi la reale valutazione del club.

Per il Financial Times il Manchester United vale però soltanto 1,6 miliardi

Il Financial Times è arrivato a questa cifra usando diverse metriche, dal rapporto tra utile stimato e prezzo del titolo all'analisi dei flussi di cassa. Il risultato è comunque lontano dai valori di Borsa.

E lontane dalle richieste dei Glazer di 6-7 miliardi le proposte arrivate a oggi. Jassim bin Hamad al-Thani del Qatar (non legato ai proprietari del Paris Saint-Germain), avrebbe offerto 4,5 miliardi.

L'altro pretendente è Jim Ratcliffe, fan dei Red Devils e miliardario proprietario del gruppo petrolchimico Ineos che già aveva tentato di acquistare il Chelsea. Il valore della sua proposta non è però noto.

Per il Manchester United possibile una sfida tra Qatar e Arabia Saudita

Si sono fatti molti altri nomi. Si è parlato di investitori dell'Arabia Saudita, con la monarchia impegnata nel replicare quanto ottenuto dai nemici del Qatar, Paese ospitante della Fifa World Cup 2022.

Era anche stata tirata in ballo Apple dal Daily Star, che non citava però alcuna fonte. Il tabloid aveva scritto che il chief executive Tim Cook era pronto a trattare, offrendo fino a 7 miliardi di dollari.

Si tratta in ogni caso di cifre spropositate. Certo il Manchester United è un club in salute pur mancando da anni risultati sportivi di rilievo. Nel 2022 ha registrato circa 730 milioni di dollari di ricavi.

Solo City, Real Madrid e Liverpool generano più ricavi del Manchester United

Secondo i dati di Deloitte citati dal Financial Times la media dei top club europei è stata di 490 milioni e meglio del Manchester United sono riuscite a fare solo Manchester City, Real Madrid e Liverpool.

Il Financial Times calcola in 1,8 miliardi di dollari il costo necessario per la ristrutturazione dello stadio di Old Trafford (e dei campi di allenamento di Carrington). Gli ultimi interventi sono di 15 anni fa.

Cifre spropositate per il Manchester United ma il prestigio non ha prezzo

Grande vantaggio citato dal Financial Times è che la società possiede una notevole quantità di terreno intorno allo stadio. Il che garantirebbe un ulteriore potenziale di sviluppo a un acquirente.

Le valutazioni convenzionali tralasciano però un fattore intangibile: le opportunità di possedere un simbolo sportivo veramente globale sono incredibilmente rare. E il prestigio forse non ha prezzo.