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Finanza e Mercati: inflazione sotto le attese, possibili 3 tagli anche in USA

di Simone Ferradini pubblicato:
3 min

Il CPI non è la misura dell'inflazione preferita dalla Fed (ovvero il PCE) ma comunque ha fornito agli operatori un'informazione preziosa.

Finanza e Mercati: inflazione sotto le attese, possibili 3 tagli anche in USA

Finanza e Mercati: rendimenti sempre più in basso

Rendimento del BTP decennale a 3,8040%, sui minimi dal 17 maggio a rafforzare la correzione dal 4,14% del 2/7, massimo dall'11 giugno quando venne raggiunto a 4,1810% il picco da novembre (ricordiamo il minimo da agosto 2022 a 3,4620% toccato il 27/12 e il massimo dal 2012 a 5,04% raggiunto il 19 ottobre). Il rendimento del Bund a 10 anni segna 2,4890%, minimi dal 28/6, in ulteriore allontanamento dai massimi dal 12 giugno a 2,6115% toccati il 2/7 (ricordiamo il minimo da dicembre 2022 del 27/12 a 1,8850% e il massimo dal 2011 il 4 ottobre a 3,02%).

Rendimento del T-Note USA a 10 anni a 4,2080%, sopra il minimo dal 13 marzo a 2,1620% toccato ieri, in arretramento dal massimo dal 3 giugno a 4,4970% toccato lunedì 1° luglio. (ricordiamo il minimo da luglio 2023 toccato il 27/12 a 3,7820% e il massimo dal 2007 a 5,02% il 23 ottobre). Il rendimento del T-Bond a 30 anni segna 4,4130%, poco sopra il minimo dal 26/6 a 4,3820% toccato ieri, prosegue la correzione dal massimo da fine maggio a 4,6520% di inizio settimana scorsa (ricordiamo il minimo da fine luglio 2023 toccato il 27/12 a 3,9430% e il top dal 2007 a 5,18% il 23/10).

Finanza e Mercati: le attese sulle mosse di Fed e BCE

Il CME FedWatch Tool assegna il 93% circa (95% ieri, 91% venerdì scorso) alla probabilità di tassi invariati nella riunione del FOMC del 31 luglio, l'86-87% (in forte rialzo dal 70% di ieri, 60% mercoledì 3/7) a quella di un taglio da 25 bp nella riunione del 18 settembre e il 43% (46% ieri) alle chance di un ulteriore -0,25% il 18 dicembre.

Ma l'elemento più importante è che la probabilità di -75 bp rispetto ai livelli attuali (ovvero 3 tagli) entro fine anno è balzata al 44% dal 26% di ieri, mentre quella di un taglio nella riunione del 7 novembre è ora pari al 52% dal 34% di ieri.

É l'effetto del dato sull'inflazione CPI negli USA a giugno comunicato ieri: il dato grezzo si è attestato a +3,0% a/a dopo il +3,3% di maggio e contro il +3,1% del consensus. Il dato "core" (esclude i volatili settori energia e alimentari) ha fatto segnare +3,3% da +3,4% a maggio e del consensus. Il CPI non è la misura dell'inflazione preferita dalla Fed (ovvero il PCE) ma comunque ha fornito agli operatori un'informazione preziosa, ovvero la conferma che il percorso virtuoso di rientro degli indici dei prezzi verso l'obiettivo del 2% è ripartito dopo la pausa dei primi mesi del 2024.

Martedì scorso in audizione alla Commissione Bancaria del Senato USA per presentare il rapporto di politica monetaria, il presidente della Fed di Jerome Powell aveva affermato che tagliare i tassi prima di aver acquisito maggiore fiducia sul percorso di rientro dell'inflazione verso il target sarebbe inappropriato, ribadendo implicitamente un concetto fondamentale in questo ciclo di politica monetaria: non saranno tanto i programmi prestabiliti delle autorità a guidare le loro scelte ma i dati. Il CPI di ieri ha evidentemente corroborato la fiducia di cui sopra.

I future sull'Euribor a 3 mesi (riferimento per stimare le mosse della BCE) quotano ora -18/19 bp (-17/18 ieri, -16/17 venerdì scorso) per il contratto con consegna settembre, -25/26 (-24/25 ieri) per il contratto con consegna ottobre, -42/43 bp (-38/39 ieri, -37/38 venerdì scorso) per quello con consegna dicembre, quindi un altro taglio da 25 bp (dopo quello del 6 giugno) nella riunione BCE del 12 settembre (o al più tardi nella riunione del 17 ottobre, ricordiamo che dal 6 giugno l'Euribor ha perso 6-7 bp) e elevate probabilità (in aumento) di un secondo nella riunione del 12 dicembre.

I prossimi dati macro

L'agenda macroeconomica della settimana prevede oggi negli USA l'indice di fiducia dei consumatori (Univ. Michigan).