Ferragamo, segnale rialzista forte del titolo dopo i dati preliminari
pubblicato:Trimestre ed esercizio 2024 leggermente sopra le attese. Cina e canale all'ingrosso i pilastri delle performance. Vanno ancora male, ma il mercato temeva peggio
Rally di Ferragamo a Piazza Affari dopo i dati preliminari sulle vendite del quarto trimestre 2024 e dell’intero esercizio. Era un pezzo che non si vedevano performance così a Milano per questo colosso fiorentino della moda globale che da tempo è considerato uno dei malati del lusso e dell’industria italiana.
Con un’azione che dal 5 gennaio 2022 al 21 novembre 2024 ha perso più del 76%, la crisi non può essere archiviata con i preliminari di oggi, ma il segnale di forza di stamane, merita comunque attenzione.
L’average true range del titolo (14) vola su livelli che non si vedevano dallo scorso luglio e per trovare uno scarto al rialzo del titolo di queste dimensioni bisogna tornare al gennaio 2024.
Ci sono state anche sedute più brillanti di quella odierna per questo titolo che negli ultimi mesi ha spesso strappato al rialzo dopo affondi particolarmente preoccupati, ma il segnale tecnico di oggi è importante.
L’azione dia Ferragamo ha infatti fatto un breakout rialzista con tanto di gap up sulla trendline discendente dai lontani massimi del 7 marzo 2023 a 18,68 euro. I massimi di stamane a 8,08 euro si pongono proprio sul limite superiore del canale rialzista in forza dai bottom del 12 febbraio 2024 a 5,455 euro, i minimi storici quasi in linea con i 5,47 euro di pochi giorni prima dai quali è partito un doppio minimo che sembra fare da base al trend in essere ancora oggi.
Temporaneamente superato l’ostacolo dei 7,75 euro ora l’azione potrebbe porsi sulla strada dei 9 euro.
Della bontà del movimento è testimone la presenza di volumi superiori alla media: più di un milione di pezzi in meno di mezza seduta contro una media giornaliera dell’ultimo mese di neanche 600 mila azioni al dì.
Cosa ha detto Ferragamo?
Lusso, non sempre la Cina è davvero il centro del mondo per il lusso, ma per Ferragamo fa la differenza
Nel quarto trimestre del 2024 la società guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Marco Gobetti ha registrato un calo delle vendite del 4% a cambi costanti (-6,7% a cambi correnti) a 291 milioni di euro.
E’ rimasta debole la performance dei monomarca a vendita diretta dell’Asia Pacifico (i DTC comprendono non solo i negozi fisici direttamente gestiti, ma anche le vendite dirette online ai clienti), anche se in lieve miglioramento sul trimestre precedente.
Detto questo le vendite nette dell’area hanno mostrato nel trimestre un calo del 24% e nell’anno uno del 18,9%
Cina e Asia sono da mesi, se non da anni, i sorvegliati speciali dei patiti del lusso perché si è visto che, se anche in valore assoluto i mercati più tradizionali come Europa e Stati Uniti sono spesso basilari per i volumi, in pratica bisogna guardare spesso a Oriente per trovare quel delta della crescita che può fare la differenza tra un periodo brillante o disastroso.
Un po’ come per la domanda di petrolio, la Cina ha insomma scalato la classifica dei driver del mercato del luxury. Non sempre però poi i fondamentali delle imprese rispecchiavano questa attenzione a volte un po’ esagerata alla Repubblica Popolare, ma i settori, si sa tendono a fare coro e spesso sulle stesse note si intonano gruppi che in Cina fanno l’esercizio e gruppi che magari hanno un’esposizione soltanto marginale con Beijing.
Utile e fondamentale specificare che il Giappone, altro mercato chiave del lusso come dell’elettronica, è sempre separato rigidamente dalla Cina. Ma torniamo a Ferragamo.
Ferragamo è invece il tipico esempio di società che trova la sua performance nell’area Asia Pacifico.
Nel 2024 questa geografia ha coperto il 28,9% dei ricavi del gruppo fiorentino, in pratica 291,38 milioni su un totale di poco più di un miliardo per il gruppo nell’intero esercizio. L’area dell’Asia Pacifico è il secondo mercato di Ferragamo dopo il Nord Amarica (307 milioni, 30,5% delle vendite nette).
Con la differenza essenziale che nel 2024 Ferragamo ha venduto il 2,6% in meno in Nord America e il 18,9% in meno in Asia.
L’area asiatica fattura comunque ancora più dell’Europa per Ferragamo, nel Vecchio Continente la società ha fatturato qui 246,47 milioni, il 7,8% in meno del 2023.
Alla fine quindi proprio Ferragamo è il tipico gruppo del lusso in cui la Cina e l’area asiatica sono da monitorare con attenzione per valutare l’evoluzione del business. I conti di fine anno permettano infatti di calcolare che su 110,2 milioni di fatturato in meno nel 2024 sull’anno precedente, il 65% quasi, oltre 71,5 milioni sono vendite in meno nell’area asiatica. Per capire Ferragamo bisogna insomma guardare a Est.
Ferragamo, l'abbigliamento fa peggio di tutti, ma calzature e borse sono il grosso del business (e chiudono un anno fragile)
L’altra dimensione fondamentale del bilancio di Ferragamo è quella merceologica. Il gruppo conferma la sua storia di eccellenza del calzaturiero d’alta gamma.
Sulle vendite nette le calzature fanno il 45,7%, circa 461 milioni nel 2024. Ma la pelletteria mantiene un solido 40,9% del fatturato, ben 412,8 milioni di euro l’anno scorso, che indicano che le borse del gruppo si sanno difendere.
Anche se poi mal comune non fa mezzo gaudio, visto che le calzature Ferragamo perdono l’8,7%, circa 50,8 milioni che sono il 46% dell’ammanco di ricavi, e le borse perdono il 7,1% di giro d’affari.
Non è il drammatico -16,2% dell’abbigliamento, ma è comunque una performance molto negativa.
Ferragamo, il crollo del wholesale è uno dei dati chiave dell'anno passato
Terza e ultima dimensione del giro d’affari di Ferragamo è quella del canale distributivo. Il management la descrive per prima oggi, perché è quella che fornisce qualche spunto più ottimistico in quanto mostra una tenuta del canale distributivo DTC nel quarto trimestre con un +0,9% a cambi costanti (-0,1% a cambi correnti, secondo la metrica che tiene conto dei cambi che preferiamo e abbiamo adottato nelle dinamiche merceologiche del fatturato). Il DTC è quel canale di vendita diretta al cliente che comprende non soltanto la rete monomarca globale, ma anche le vendite dirette online.
Si contrappone al canale all’ingrosso (wholesale) che ha mostrato un terrificante -19,3% delle vendite nel quarto trimestre e -21,3% nell’intero anno. Va precisato che il canale diretto copre il 75% dei ricavi nel 2024, ben 776,7 milioni di euro (-3,8%) nel 2024 contro i 232,58 milioni del wholesale (-21,3% appunto). Non ci sono dati più precisi, ma sembra che sul wholesale pesino diversi fattori concomitanti. Un percorso di razionalizzazione avviato da tempo dal gruppo, la debole domanda specialmente asiatica, un canale travel retail debole e impattato negativamente anche dalle tempistiche di consegna.
Per converso il canale diretto ha mostrato performance positive in tutte le geografie, tranne che nell’Asia.
Ferragamo, per Barclays dati leggermente sopra le stime, ma la banca UK mantiene un neutral a dir poco severo
Ieri sera immediatamente dopo i dati di Ferragamo Barclays ha pubblicato un report in cui ribadisce un giudizio “neutrale” con prezzo obiettivo a 5,6 euro. In pratica il 23% in meno della chiusura di ieri e molto meno dei prezzi di oggi. Una neutralità molto severa insomma, nonostante la banca britannica ritenesse il dati sulle vendite del quarto trimestre leggermente superiori alle attese. I 291 milioni di euro del fatturato del quarto trimestre erano infatti oltre i 285 milioni previsti da Barclays e i 283 del consensus.
Anche il dato annuale era leggermente migliore delle attese, 1,035 miliardi (i ricavi totali comprendono anche le piccole voci derivanti dall’effetto cash flow hedging sui ricavi, da licenze e prestazioni e da locazioni immobiliari) contro 1,029 delle previsioni di Barclays e 1,031 miliardi del consensus.
Ai prezzi di queste ore l’azione di Ferragamo tratta a 1,27 volte le vendite. Non è molto, ma non si può neanche dire che le cose vadano bene, su Asia e canale wholesale si vedono ancora grosse criticità. Anche se il grafico oggi promette già sorti magnifiche e progressive.