Fed, il FOMC conferma il percorso dei tassi

di Simone Ferradini pubblicato:
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Dai verbali dell'ultima riunione emerge che non ci saranno altre mosse da 50 bp

Fed, il FOMC conferma il percorso dei tassi

Il percorso di riduzione dei tassi ufficiali USA sarà a tappe di 25 bp, il taglio da 0,5% deciso a settembre resterà un unicum, a meno di sorprese. Questo è, in estrema sintesi, il messaggio contenuto nei verbali dalla riunione del 17-18 settembre del FOMC, Federal Open Market Committee, il comitato ristretto della Federal Reserve che prende le decisioni di politica monetaria.

Le parole del presidente Powell di due settimane fa (economia solida, rimosso uno dei rischi al ribasso) non erano uscite a caso ma si basavano sulla discussione che aveva portato alla decisione di avviare la fase di discesa dei tassi con una mossa da 50 bp.

Il maxi-taglio resterà un unicum

Il mercato, o parte di esso, aveva interpretato il maxi-taglio come un segnale di allarme per la congiuntura americana. Ricordiamo che la Fed effettua variazioni da 50 bp del tasso dei Fed funds solo in caso di urgenza. Nei verbali pubblicati ieri sera troviamo invece un passaggio che chiarisce, o meglio fa intuire, le modalità con cui il FOMC condurrà la fase accomodante.

Alcuni membri del comitato hanno "sottolineato che l'intero sentiero verso la normalizzazione (della politica monetaria, ndr), piuttosto che lo specifico ammontare della riduzione iniziale di questo incontro, è più importante nel determinare il grado di restrizione". Pare di scorgere un invito a non dare troppa importanza al primo taglio (dettato soprattutto dalla sorpresa negativa degli occupati a luglio) e a guardare il quadro complessivo.

Confermati i -25 bp nelle ultime due riunioni del FOMC

Quindi le prospettive restano quelle che si sono delineate sempre più chiaramente nelle ultime settimane con due riduzioni da 25 bp nelle riunioni del 7 novembre e 18 dicembre per uno 0,5% totale entro fine anno. Al momento il CME FedWatch Tool segnala una probabilità dell'80-85 per cento su questo scenario.

Attenzione però al dato odierno sull'inflazione CPI a settembre: non è quella preferita dalla Fed, ovvero la PCE, ma resta comunque un indicatore da seguire con attenzione. Il dato è atteso in calo al 2,3% dal 2,5% di agosto, con la rilevazione core (senza energia e alimentari) stabile al 3,2%.

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