Borsa: Eni subisce i ribassi del petrolio
pubblicato:In focus anche Ferrari in rialzo ieri e stamane in attesa dei dati e anche grazie al buyback da 2 mld, ma il quadro grafico rimane ribassista
Eni, pesano i cali del petrolio greggio
Eni si conferma debole: il titolo è penalizzato dalla flessione del petrolio sui minimi dal 13 marzo. A poco sono serviti i risultati 2023 della controllata Plenitude. Lo scorso esercizio si è chiuso con un risultato operativo adjusted di 515 milioni di euro e un utile netto adjusted di 220 milioni, entrambi in aumento di circa il 50% rispetto al 2022.
Su Eni segnaliamo anche la sanzione imposta dagli USA sul Venezuela che però, secondo quanto riferito da MF, non dovrebbe fermare le attività del gruppo nel Paese sudamericano.
Eni, doppio massimo completato ieri
L'analisi del grafico di Eni mette in evidenza il doppio massimo formatosi a partire dal 12 aprile e completato ieri. Si tratta di una figura ribassista capace di riavvicinare i prezzi all'importante supporto rappresentato dal minimo di febbraio in area 14 euro.
Eventuali discese sotto questo ultimo riferimento determinerebbe un peggioramento del quadro tecnico di breve-medio periodo (anche alla luce della violazione della linea di tendenza in forza dal 2020 e attualmente in transito per 14,30), prospettando ulteriori approfondimenti in direzione di 12,50 almeno.
Primi segnali positivi al superamento di 14,90 da consolidare con il ritorno in pianta stabile sopra 15,10-15,15. Il titolo potrebbe a quel punto organizzare un attacco alle resistenze posizionate sui 15,80-15,85: in caso di successo obiettivo a 16,89, massimo del maggio 2018.
Ferrari corre in attesa dei dati e anche grazie al buyback da 2 mld
Rialzo deciso ieri per Ferrari. Il titolo ha guadagnato il 2,04% a 395,1 euro dopo avere oscillato tra 384,80 e 397,80 euro. Anche stamane l'azione prosegue con performance positive e primi prezzi in miglioramento dello 0,68% a 397,8 euro.
Il 7 maggio sono attesi i risultati finanziari del primo trimestre di Ferrari.
La Ferrari ha riacquistato 23.153 azioni proprie tra il 22 e il 29 aprile 2024, nell'ambito della quarta tranche da 350 milioni di euro del programma di buyback da 2 miliardi di euro da completarsi entro il 2026. Il prezzo medio di acquisto è stato di 390,0278 euro per azione, per un totale di 9.030.314,61 euro.
Dall'inizio della quarta tranche, il valore totale investito è stato di 187.894.758,95 euro per l'acquisto di 539.743 azioni su Euronext Milano, oltre a 54.391.165,62 dollari per l'acquisto di 140.501 azioni sulla Borsa di New York.
Al 29 aprile 2024, la società di Maranello deteneva 13.873.821 azioni proprie ordinarie, equivalenti al 5,40% del capitale sociale totale emesso, includendo le azioni ordinarie e le azioni speciali e al netto delle azioni assegnate ai sensi del piano di incentivazione azionaria della società.
Dall'avvio del programma di buyback da 2 miliardi, la Ferrari ha riacquistato complessivamente 3.049.717 azioni proprie su Euronext Milano e sul NYSE, inclusi gli acquisti relativi a Sell to Cover, per un totale di 810.633.803,31 euro.
Ferrari, il quadro grafico rimane ribassista
Il titolo Ferrari ha disegnato una fase laterale a partire dal minimo del 5 aprile con base in area 380 e limite superiore a 398 circa.
Dal momento che questa fase laterale segue un ribasso, quello dal massimo del 27 marzo, l'ipotesi più probabile è che la tendenza ribassista sia destinata a proseguire. Sotto 380 attesa la ricopertura del gap del 22 febbraio con base a 368,90.
Supporti successivi a 364 euro, media mobile esponenziale a 100 giorni, poi a 346 euro, massimo del 12 dicembre. La rottura di 398 sbloccherebbe invece la situazione in favore del rialzo, in quel caso possibile un nuovo test del record del 27 marzo a 410,10. Resistenza successiva a 430 euro.