Acquisti su Enel dopo la trimestrale, prospettive di dividendo in crescita
pubblicato:Ricavi in forte calo, ma balzo degli utili e cessione di attività in Perù. Confermati gli obiettivi 2024 e la cedola potrebbe migliorare. Promozioni dagli analisti: i conti sono migliori delle attese
Scossa al titolo Enel dopo la pubblicazione della trimestrale.
L’azione che vola fino a 6,75 euro e a metà seduta segna un rialzo del 3,17% a quota 6,71.
I volumi ci sono: oltre 48,56 milioni di pezzi contro una media giornaliera dell’ultimo mese di 28,14 milioni circa. Il gap up in avvio e la pressione sulle bande di Bollinger confermano l’impulso.
È andata bene? Sembra proprio di sì anche se il capolavoro di un attacco ai massimi del 15 gennaio a 6,824 euro in chiusura di ottava sembra ancora un po’ fuori portata. Di certo è un buon segnale sul sentiment degli investitori dopo una delle trimestrali più importanti di Piazza Affari.
Ed è noto come in questa fase i dati di bilancio delle società siano guardati con particolare attenzione per valutare alla luce dei fondamentali stock picking e rotazioni di portafoglio. Ed è un caso particolare Enel, anche perché in queste ore guida la classifica dei rialzi dell’Eurostoxx 50 e invia segnali a tutto il mondo finanziario europeo sul settore chiave delle utility.
Ma stiamo sui numeri.
Enel, i ricavi calano ma l'utile vola
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Ricavi -26,4% a 19,432 miliardi di euro. In teoria un quarto di giro d’affari che si volatilizza dovrebbe essere una mazzata per qualsiasi società, ma era un calo atteso dal gruppo e dagli investitori.
Dice molto di Enel, del settore, di questa fase dell’economia e della finanza globali. C’è il clima di mezzo e il calo dei prezzi del gas e delle vendite di energia elettrica (-6,8%) e metano (-19,4%), che hanno segato cespiti rilevanti.
Nel settore chiave della generazione termoelettrica infatti Enel ha accusato un calo di volumi e di prezzi: risultato ricavi -51,7% a 5,88 miliardi di euro e pesa anche quella complessa evoluzione geopolitica che ha portato a segare il carbone (più di un miliardo in meno di ricavi).
La divisione Mercati finali (dentro c’è anche EnelX, in pratica è il retail globale) che fa più della metà del fatturato (11,9 mld -21,2%) ed è sostanzialmente la vendita ha visto il calo impetuoso dei prezzi dell’energia elettrica soprattutto in Italia e Spagna accompagnato da un ridimensionamento forte del prezzo del gas. I ricavi da vendita di energia elettrica sono cresciuti solo in Sudamerica.
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EBITDA +11,6% a 6,09 miliardi. Ed è qui che entra in gioco la struttura a business integrati di Enel perché Enel Green Power fa un balzo del 17% a quasi 3 miliardi di euro. Insieme al redditizio business delle reti – Enel Grids fa un terzo dell’ebitda – si arriva a 2,7 miliardi di euro circa di ebitda ordinario su un totale di oltre 6 miliardi di euro che inverte la rotta del conto economico con un bel +11,6%
Dentro certo Enel Green Power cresce in termini di Ebitda del 59,1% a 1,68 miliardi ed Enel Grids invece cede il 6,8% dell’ebitda portandosi a 2,06 mld, ma la dinamica è importante.
In Enel Green Power ci sono infatti le dighe che hanno innescato la marcia dei rialzi con le forti piogge di quest’anno e il solare: entrambi hanno pompato altri 435 milioni di ricavi in bilancio tra Italia, Spagna e Cile. In termini di ebitda ordinario le rinnovabili solo in Italia hanno fatto un balzo di oltre mezzo miliardo di euro e sono cresciute anche in Spagna e nel resto del mondo.
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EBIT +35,6% a 4 miliardi di euro. Se si scende ancora sul conto economico si scopre che il segreto è tutto nelle rinnovabili e nella distribuzione. In termini di risultato operativo infatti Enel Green Power balza raddoppia a 1,27 miliardi e la divisione Mercati Finali balza del 56,4% a 960 milioni, mentre Enel Grids, copre altri 1,29 miliardi abbondanti (+3,3%)
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Si arriva così a un utile netto ordinario da 1,18 miliardi di euro in volo del 44,2% sul dato di un anno fa.
Enel, il debito, la cassa e gli investimenti
Ma il tema caldo per Enel è come sempre il debito e ancor di più in questa fase di tassi elevati e investimenti urgenti. Qui la nota è dolente, ma non troppo.
Infatti il debito finanziario netto di Enel cresce di oltre mezzo miliardo a 60,696 miliardi di euro (e il debito lordo è di oltre 75,1 miliardi di euro).
Il patrimonio netto (o meglio l’utile che lo rimpolpa) però cresce di più; da 45,1 a 48,18 miliardi di euro, salva la situazione. Il rapporto debt equity può così scendere in tre mesi da 1,33 a 1,26. Risultato importante.
Che va aggiornato però con la notizia fresca di giornata della cessione delle quote nelle attività di generazione in Perù per circa 1,2 miliardi di euro (enterprise value circa 2 mld). Complessivamente ne vengono 1,2 miliardi di euro di taglio del debito nel 2024 da aggiungere ai 400 milioni riconosciuti già nel 2023 con la riclassificazione ad attività destinate alla vendita di quegli asset.
Sul profilo della cassa si registra così nel trimestre un balzo del cash flow da attività operativa da 3,48 a 4,64 miliardi di euro mentre cala il cash flow da investimento flette di mezzo miliardo a 2,43 miliardi e il cash flow da attività di finanziamento balza da 1,22 a 2,37 miliardi, sia per i dividendi e acconti pagati, sia per
Enel, gli obiettivi e i dividendi
Enel resta una potente macchina da investimento, con ben 35,8 miliardi di euro di investimenti previsti tra quest’anno e il 2026 (18,6 mld reti; 12,1 mld rinnovabili; 3 mld verso rapporto con clienti), il gruppo oggi ha confermato i target.
Nel 2024 l’ebitda ordinario dovrebbe essere compreso tra 22,1 e 22,8 miliardi di euro con un midpoint a 22,45 miliardi di euro che è allineato al consensus.
L’utile netto dovrebbe essere di circa 6,7 miliardi di euro (grosso modo sul consensus posto a 6,78 mld dalle opinioni raccolte dalla società tra 22 broker).
I numeri ci sono insomma. Facendo due calcoli veloci sul prezzo attuale di 6,718 euro, il P/E degli ultimi 12 mesi, con la trimestrale appena pubblicata, già flette rapidamente da oltre 16 a circa 13,5 e se proviamo il forward sulle attese di fine 2024 potrebbe scendere ancora a 10,19x Dati importanti se si considera che le utility sono perfette per la rotazione di portafoglio con i prossimi attesi tagli dei tassi d’interesse, ma hanno anche già corso un po’ negli ultimi mesi.
Inevitabile poi, nel caso di Enel, valutare l’importanza del dividendo. La politica dell’azienda è molto chiara, almeno 0,43 euro nel periodo tra 2024 e 2026. Sui prezzi di oggi è un ricco 6,4% lordo minimo. Ma c’è anche la possibilità di un aumento fino a un payout potenziale del 70% dell’utile in caso ri raggiungimento della neutralità dei flussi di cassa.
Qui è un po’ complicato ma vale la pena. La neutralità dei flussi di cassa è raggiunta se i flussi di cassa generati dalla gestione operativa (Funds From Operations, FFO, circa ) coprono interamente gli investimenti netti del Gruppo nonché i dividendi oltre al dividendo minimo per azione fisso minimo (gli 0,43 euro che fanno circa 4,3 miliardi l’anno). Insomma la già generosa cedola potrebbe salire ancora. Analisti e mercato apprezzano. Per Equita i dati di oggi hanno battuto le attese ed è concreta la possibilità di ritocchi positivi del dividendo: buy con prezzo obiettivo a 7,3 euro.
Akros pone il target a 8 euro (buy).