Enel, dividendo in crescita, ma il mercato se lo aspettava

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Il nuovo piano conferma le ambizioni sul fronte industriale e della remunerazione. Target interessanti per la nuova fase della società, ma diversi analisti lo avevano già previsto dopo i dati dei 9 mesi

Enel, dividendo in crescita, ma il mercato se lo aspettava

Il Capital Markets Day di oggi di Enel, dedicato al nuovo piano industriale 2025-2027 è stato anticipato da una grossa operazione spagnola, l’acquisto da un miliardo di euro circa di 628 MW di centrali idroelettriche da Acciona. Condizioni favorevoli e nuova capacità altamente programmabile distribuita tra 34 centrali del Nord-Est della Spagna. Il Gruppo Enel raggiungerà così nella penisola iberica una capacità idroelettrica installata di oltre 5,3 GW, per una capacità rinnovabile complessiva pari a circa 10,7 GW.
A livello mondiale la capacità di Enel dovrebbe essere quindi superare gli 81 GW. I nuovi investimenti giungono inoltre alla fine dello storico piano di dismissioni avviato dal gruppo per ridurre il peso del debito in bilancio.

Enel, dividendi più generosi, come da attese

Ma oggi l’attenzione dei mercati è rivolta al nuovo piano industriale al 2027 e soprattutto all’annuncio del nuovo dividendo fisso minimo in rialzo da 0,43 di 0,46 euro per gli azionisti, con un potenziale incremento fino a un payout del 70% degli utili.
È un miglioramento della guidance in realtà già ampiamente atteso dal mercato dopo i risultati dei primi nove mesi che avevano confermato la forte azione di taglio del debito da parte del management, anche grazie alle imponenti cessioni.

Nonostante un calo dei ricavi del 17,1% a 57,63 miliardi (dovuto soprattutto al minore apporto del termoelettrico e al clima generale di prezzi decrescenti), Enel aveva registrato un balzo dell’EBITDA del 22,2% a 18,59 miliardi e un taglio dell’indebitamento netto finanziario da 60,16 a 58,15 miliardi. Erano stati confermati per il 2024 i target del piano con un ebitda tra i 22,1 e i 22,8 miliardi e un utile tra 6,6 e 6,8 miliardi. Questo proiettava il rapporto debito netto/ebitda vicino ai 2,5x, forse anche più giù, sicuramente a un livello molto inferiore a quello della media di settore, superiore ai 3x, e liberava quindi spazio per nuove possibili remunerazioni dei soci.

Premi che sono giunti oggi con l’innalzamento della cedola minima di Enel, ma che il mercato aveva dato ormai forse per scontato. A metà seduta il titolo perde però l’1,52% e ritorna a 6,685 euro. Secondo gli analisti di Citi, a penalizzare i corsi in queste ore è proprio la mancanza di reali sorprese positive dal nuovo piano industriale che sembra avere incontrato in gran parte le attese dei mercati. Tutto bene insomma, ma tutto previsto. Neanche un dividend yield potenziale di oltre il 6,8% su questi prezzi sembra battere le attese dei mercati.

Enel, investimenti e obiettivi del nuovo piano industriale

Enel ha confermato e rafforzato gli investimenti previsti nel nuovo piano 2025-2027, aumentandoli di ben 7 miliardi di euro e portandoli a 43 miliardi.

Nei primi 9 mesi del 2024 il gruppo aveva investito più di un miliardo in meno dello stesso periodo del 2023, 7,6 miliardi di euro contro gli 8,76 miliardi dei 9 mesi 2023. Il calo era stato registrato soprattutto in Enel Green Power e il gruppo aveva parlato di una migliore focalizzazione degli investimenti sulle priorità del piano e del completamento delle attività di accumulo a batteria in Italia.

Il nuovo piano industriale 2025-2027 conferma la decisione di distribuire gli investimenti tra le varie geografie in ragione del loro peso sull’EBITDA con il 75% quindi delle risorse per l’Europa, il 25% per le Americhe. In particolare nel triennio sono previsti investimenti per 26 miliardi di euro nelle Reti, per 12 miliardi nelle Rinnovabili e per 2,7 miliardi nei Clienti.

Il gruppo guidato da Flavio Cattaneo si aspetta una crescita dell’ebitda a una forchetta tra 22,9 e 23,1 miliardi l’anno prossimo (quindi circa 23 mld di Ebitda) e al range tra 24,1 e 24,5 miliardi nel 2027, quindi un EBITDA di circa 24,3 miliardi di euro a fine piano, con una crescita media annua del 7% circa dai valori del 2022 (17,3 mld).

Anche l’utile dovrebbe raggiungere i 7,3 miliardi nel 2027 e registrare una crescita dell’11% medio l’anno rispetto al 2022 (4,3 mld).

Si tratta di obiettivi più ambiziosi di quelli dello scenario precedente e resi possibili anche dalla nuova solidità finanziaria del gruppo che vede il rapporto debito/ebitda a 2,4x quest’anno contro una media dei peer rilevata a 3,1x. L’obiettivo del gruppo Enel è quello di difendere questa solidità patrimoniale lasciando il leverage a 2,5x a fine piano (dal 2,8x del 2022).

Gli investimenti sono fortemente calibrati sul ritorno atteso in termini di contributo all’EBITDA.

Una delle direttive principali riguarda infatti la volontà di allocare il capitale in modo da rafforzare la reddività delle reti. Il nuovo piano di Enel prevede tra il 2024 e il 2027 una crescita impetuosa dei RAB, gli asset regolati, del 22% a circa 52 miliardi di euro, si tratta di 14 punti percentuali in più rispetto al piano precedente, in un periodo in cui il business delle reti assorbirà capex lordi per 26 miliardi di euro (+40% sul piano anteriore).

Nel 2027 Enel immagina di distribuire tramite le proprie reti 469 TWh contro i 457 di oggi e di vincere la sfida della qualità e della resilienza che, come noto, è una parte fondamentale sia del sistema delle rinnovabili, che di quello dei server dedicati all’intelligenza artificiale.

Proprio sul fronte delle rinnovabili Enel stima capacità aggiuntiva per ben 12 GW nell’arco del piano, con 76 GW di capacità totale rinnovabile nel 2027 contro i 66 di oggi. Ci sarà una maggiore attenzione su eolico e rinnovabili programmabili, ma il quadro resta, fra tante incertezze di contesto, estremamente favorevole.

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