Enel, Barclays scommette sul colosso energetico
pubblicato:Confermato un prezzo obiettivo di 8 euro (overweight), agli analisti piace il piano di Cattaneo
L’attesa rotazione dei portafogli verso le utility con l’avvio del taglio dei tassi della Bce non è ancora arrivata. Complice un giugno di volatilità tra le elezioni europee già tenute e le prossime elezioni francesi, anche i titoli difensivi dei servizi pubblici hanno registrato dei ripiegamenti.
Il Ftse Italia All Share Utilities segna un calo del 5% in un mese e fa peggio del Ftse Italia Alla Share che cede 4 punti percentuali. Con gli scossoni visti sui rendimenti d’altronde era prevedibile.
Come noto le utility sono in genere indebitate e risentono quindi in maniera particolare del costo del denaro. Oggi però un report di Barclays invia un segnale di fiducia importante, confermando un consiglio di acquisto su Enel (overweight, letteralmente sovrappesare in portafoglio) con un prezzo obiettivo di 8 euro che indica un potenziale upside di oltre il 20% sui corsi attuali a 6,64 euro.
Per gli analisti della banca britannica a questi prezzi Enel è la migliore società energetica integrata d’Europa, un “positive investment case” che è un riconoscimento importante.
Piace il piano di riallocazione del capitale annunciato lo scorso novembre dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo e l’obiettivo di rendere più snella e agile l’organizzazione della società in vista di una crescente redditività che dovrebbe favorire i business nei mercati principali dell’Italia, della Spagna, del Cile, del Brasile e della Colombia.
Precisazione importante: Barclays si aspetta che i governi dell’Italia e della Spagna si mantengano stabili nei prossimi 12 mesi e quindi ritiene che il titolo di Enel sia relativamente al riparo da eventuali impatti derivanti dalle incertezze politiche francesi.
Enel, il piano al 2026
A novembre il nuovo piano di Enel per il periodo 2024-2026 aveva annunciato capex (investimenti operativi in conto capitale) per ben 35,8 miliardi di euro nell’arco del triennio con un forte accento sulla transizione e il PNRR.
Ben 18,6 miliardi di euro sulle reti, fattore abilitante delle transizioni ecologiche e digitali.
Altri 12,1 miliardi direttamente sulle rinnovabili. Enel già eccelle su scala globale sulle renewables, ma si vuole promuovere una maggiore selezione degli investimenti su eolico onshore, solare, storage e repowering di centrali esistenti.
Altri 3 miliardi di euro sono invece diretti all’area Clienti, dove la gestione attiva delle offerte e dei servizi è diventata essenziale.
Nel 2024 il gruppo si aspetta un ebitda da 22,1-22,8 miliardi con un utile tra 6,6 e 6,8 mld. Quindi nel 2026 un ebitda tra 23,6 e 24,3 miliardi di euro e un utile tra i 7,1 e i 7,3 miliardi di euro.
In pratica una crescita media annua 2023-2026 (CAGR) del 5% per l’ebitda e del 6% per l’utile ordinario. Il dividendo che ha toccato 0,43 euro per azione nel 2023 dovrebbe quantomeno restare invariato, ma sono possibili incrementi fino al 70% dell’utile netto ordinario purché i flussi di cassa coprano i capex e i dividendi prima di ulteriori distribuzioni.
Enel, per Barclays il piano lavora bene sull’efficientamento
Il piano punta a ridurre la base dei costi del 2022 di ben 1,2 miliardi di euro entro il 2026 con un miliardo di risparmi da revisione dei processi, semplificazione dell'organizzazione, ottimizzazione del mix insourcing/outsourcing, adozione di standard e nuove tecnologie. Ci tornano su anche gli analisti di Barclays che lo definiscono l’unico caso di una grande ristrutturazione nel settore.
Secondo Barclays, insomma, c’è spazio per nuovi efficientamenti che rafforzino la redditività del gruppo. Oltre a questo, agli analisti piacciono anche i citati investimenti crescenti nelle reti, l’esposizione a un ciclo positivo per le attività al dettaglio e alla crescita del mercato dei data center sia in Italia, che in Spagna.
Enel, l’evoluzione del debito
Il piano di Enel aggiunge anche un fattore importante: agli obiettivi contribuiranno le cessioni che punteranno a una rotazione di portafoglio guidata dalla ricerca di valore. Enel si aspetta un impatto dell’ordine di 11,5 miliardi di euro sulla posizione finanziaria netta del gruppo tra il 2023 e il 2024 con un incasso di ben 8 miliardi soltanto nel 2024. In definitiva una valorizzazione e revisione profonda del portafoglio che ricorda (ma solo in parte) quanto sta accadendo in Eni con il nuovo modello satellitare.
I numeri sono già stati fatti a novembre: nel 2023 sono stati ceduti circa 2,8 miliardi di euro di asset (uscita dalla Romania, vendita della generazione in Argentina, il 50% delle rinnovabili in Australia, il portafoglio solare in Cile). Erano poi “pending” – e in parte si sono realizzati - accordi per altri 5,4 miliardi di euro (sono state concluse la cessione delle attività peruviane di generazione elettrica, distribuzione e fornitura di energia, la vendita del 50% di Enel Green Power Hellas e del portafoglio solare e geotermico negli Stati Uniti). Infine erano allo stadio avanzato operazioni per 3,3 miliardi di euro in termini di riduzione del debito.
Alla fine del primo trimestre 2024 Enel aveva un debito lordo di 75,14 miliardi di euro e un debito netto di gruppo di 60,7 miliardi. Secondo gli analisti di Barclays la PFN di Enel dovrebbe ridursi a circa 53,7 miliardi di euro a fine 2024, con una sforbiciata importante che però è coerente con il rapporto Net Debt/Ebitda pro-forma di 2,4x sul 2023.
Enel, per Barclays l’azione è a sconto sul settore
Proprio i multipli sono quelli che più piacciano agli analisti della banca britannica.
Nonostante qualche limatura sugli utili per azione previsti fra il 2024 e il 2026 (a € 0,67; € 0,68, € 0,70 rispettivamente), per Barclays Enel è l’azione più economica tra le utility integrate in Europa con un rapporto prezzo/utili attesi nel 2024 (P/E 2024) di circa 10x che implica uno sconto del 15% circa dei prezzi di Borsa sulle quotazioni di settore.
Chiaramente in uno scenario europeo minato dalle incertezze politiche e geopolitiche per gli analisti la stabilità potenziale dei mercati di riferimento italiano e spagnolo rimane un vantaggio importante.
Fra i rischi al rialzo, Barclays annovera l’incremento dei prezzi dell’energia elettrica mondiale, ulteriori tagli dei costi oltre le previsioni e aumenti consistenti (a due cifre) dei progetti sulle rinnovabili.
Fra i rischi al ribasso, invece cali dei prezzi dell’energia, un impatto più limitato delle attese dai capex e misure regolatorie negative sui margini.
Ma va detto che negli ultimi anni il gruppo ha già dovuto fronteggiare scenari molto complessi, come il forte rialzo dei prezzi dell'energia e la successiva normalizzazione.