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Domande da fare al colloquio di lavoro: cosa chiedere al recruiter per spiccare sugli altri

di Emanuela Lombardi pubblicato:
4 min

Non solo se lo aspettano ma la scelta delle domande può addirittura risultare determinante ai fini dell’esito positivo del colloquio stesso. Ecco le domande da fare al colloquio di lavoro.

Domande da fare al colloquio di lavoro: cosa chiedere al recruiter per spiccare sugli altri

Solitamente si presta attenzione a ciò che ci verrà chiesto, durante un colloquio per un nuovo posti di lavoro, così da prepararci al meglio.

Ma c’è un altro aspetto altrettanto fondamentale su cui soffermarsi e riguarda le domande da fare al colloquio di lavoro, vale a dire ciò che noi dobbiamo domandare al selezionatore.

Ebbene sì, perché non solo se lo aspettano ma la scelta delle domande poste può addirittura risultare determinante ai fini dell’esito positivo del colloquio stesso.

Cosa posso chiedere a un colloquio di lavoro

La maggior parte dei candidati, nel momento in cui è chiamato a sostenere un colloquio di lavoro, si pone in una posizione di inferiorità rispetto al selezionatore.

In realtà, il momento dell’interview è puramente conoscitivo ma non solo per l’azienda ma anche per il candidato stesso che deve capire se il contesto potrebbe fare al caso suo.

È quindi naturale, così come avviene in un qualsiasi dialogo tra due persone, che anche il potenziale nuovo dipendente ponga delle domande. Anzi, il recruiter se le aspetta e, se queste non arrivano, incalza per fare in modo che il candidato le formuli.

Queste sono indicative del tipo di approccio che quella persona ha nei confronti del nuovo (possibile) posto di lavoro.

Ci sono pertanto domande da porre nel corso del colloquio e altre alla fine. Ad esempio, durante la conversazione, è bene cogliere l’attimo per chiedere:

  • Perché questa posizione è vacante in azienda?

  • Qual è una giornata tipo di lavoro?

  • Quali sono i risultati attesi nei primi 30 giorni di lavoro?

Ovviamente, se la propria posizione lavorativa prevede di stare a capo di un team, non deve mancare la richiesta di informazioni in tal senso.

  • Quante persone devo gestire?

  • Quali sono i punti deboli del team attualmente?

  • Dovrò comunicare con loro anche da remoto?

  • Il team si interfaccia anche con altri reparti?

Questi sono alcuni esempi costruttivi di come interagire nel corso del colloquio di lavoro ma nulla vieta di richiedere informazioni anche sui colleghi, sulla cultura aziendale, sulla formazione prevista, eventuali viaggi all'estero e trasferte e via di seguito.

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Che domande fare alla fine di un colloquio

Quando arriva la fine del colloquio di lavoro, inevitabilmente inizia a calare un leggero imbarazzo, da parte del candidato.

Ecco una interessante simulazione di colloquio, da parte di Just Nock.

È questo il momento più spiazzante, pertanto bisogna prestare attenzione. Il selezionatore infatti, a questo punto potrebbe chiedere: “Come si sente?”.

Questa domanda non è semplice da gestire, dal momento che non si può di certo rispondere “Bene, male, non lo so, agitato, stanco, nervoso, stressato ecc”.

È bene cercare di spostare nuovamente la discussione sul piano lavorativo, ad esempio cercando di capire se si è dato il massimo, se il selezionatore ha ancora qualche dubbio sulle proprie competenze o se comunque avrebbe bisogno di qualche altra informazione utile in vista della decisione finale.

Può succedere anche che il selezionatore concluda dicendo: “Ho risposto a tutte le sue domande o ha altro da chiedermi?”.

Se non vi è stato alcun accenno alla retribuzione, probabilmente si tratta di un semplice colloquio conoscitivo e allora è bene concludere con: “Qual è ora il prossimo step? In caso di esito positivo, seguirà un ulteriore incontro?"

Cosa si chiede a un colloquio conoscitivo

Nelle aziende più grandi e più strutturate, c’è sempre una fase iniziale del colloquio che è puramente conoscitiva. L’azienda punta a crearsi un’idea di chi ha di fronte e a farsi conoscere.

Ecco dunque che la conversazione ha l’obiettivo di conoscere il candidato da un punto di vista caratteriale e di eventuale compatibilità della sua personalità nel contesto aziendale.

Perché ha deciso di inviare la candidatura, quali sono le sue motivazioni e passioni, le esperienze maturate, le attitudini e ambizioni. Si valuta la sua capacità di parlare e comunicare, se è disinvolto oppure no, se è sicuro di sé ed autoconsapevole.

Addirittura, potrebbe essere previsto un secondo colloquio per appurare le sue competenze tecniche.

Non si parla di retribuzione né benefit, se non una volta passate tutte queste fasi e giunti all’ultimo colloquio previsto.

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