Dazi: il passo indietro (temporaneo) di Trump, mega rimbalzo a Wall Street
pubblicato:Borse, dollaro e Treasuries giù, alla fine la Casa Bianca cede e avvia i negoziati

Mega rimbalzo per le Borse USA dopo la decisione di Donald Trump di sospendere per 90 giorni i dazi definiti "reciproci", ovvero quelli superiori al 10%, la tariffa "base" che invece resta in vigore. La notizia ha fatto scattare le chiusure delle posizioni short - vendite allo scoperto di azioni prese a prestito - aperte in precedenza per sfruttare il trend ribassista: è proprio in queste occasioni che si vedono i rialzi giornalieri più consistenti, non nelle fasi di mercato toro.
E i rialzi sono stati stellari: l'S&P 500 ieri sera ha chiuso a +9,52% tornando sui livelli di una settimana fa, mentre il NASDAQ Composite ha fatto segnare +12,16%. Con il balzo di ieri le cosiddette "Magnificent 7" - Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta Platforms, Microsoft, NVIDIA e Tesla - hanno recuperato circa mille miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.
Asset USA a picco, stop ai dazi
Quindi alla fine il presidente repubblicano ha dovuto cedere, almeno temporaneamente, alla tempesta causata dalla guerra commerciale da egli stesso scatenata un settimana prima. L'S&P 500 era arrivato a perdere quasi il 15% (quasi -20% dal giuramento come 47° presidente degli USA), il dollaro il 2,5% contro euro (quasi l'8% dal giuramento) mentre il rendimento del Treasury Note è passato dal 3,86% dei primi momenti dopo l'annuncio dei dazi al 4,51% di ieri, in una precipitosa fuga dei fondi dagli asset USA verso destinazioni più sicure come le obbligazioni tedesche e svizzere.
Via alle trattative, si inasprisce la guerra con la Cina
Parte ora la fase delle trattative con i 70-80 Paesi che nei giorni scorsi secondo la Casa Bianca hanno bussato alla porta per discutere dei dazi. Certo è che avviare i negoziati rinunciando alla propria arma letale come primo passo non pone Trump nella posizione di forza che credeva di avere. Nessuna trattativa invece con la Cina, anzi le tariffe verso le merci in arrivo dal Paese asiatico salgono al 124% in risposta all'incremento all'84% da parte di Pechino. Gli USA sono infatti in posizione favorevole dato che il deficit commerciale con la Cina è di ben 295 miliardi di dollari (nel 2024), superiore anche a quello da 236 miliardi con tutti i Paesi dell'Unione Europea.
Attenzione alle conseguenze su Amazon
Pechino ha quindi molto da perdere nell'immediato in un testa a testa con gli USA ma attenzione: Wang Xin, responsabile della Shenzhen Cross-Border E-Commerce Association, ha dichiarato a Reuters che circa la metà dei venditori Amazon è basata in Cina e lo stesso si può dire per piattaforme di e-commerce come Shein e Temu. Questi venditori dovranno giocoforza alzare i prezzi delle vendite negli States e la reazione dei consumatori americani.