Crescita debole nell'eurozona: perché scendono euro e banche
pubblicato:Indice PMI manifatturiero sotto le attese, pressione sulla BCE per riduzione tassi
L'inizio del 2025 non porta buone notizie per l'economia europea, anzi. Stamattina l'indice PMI manifatturiero di S&P Global-HCOB dell'eurozona relativo al mese di dicembre si è attestato a 45,1 punti, ancora sotto quota 50 (livello che separa crescita da decrescita), in calo dai 45,2 di novembre e dal dato preliminare. Questa indicazione mette ulteriore pressione sulla Banca Centrale Europea, chiamata ad agire sulla leva dei tassi nel tentativo di dare il via a un'accelerazione della congiuntura.
Penalizzati i bancari
Intanto sui mercati finanziari la reazione si è concentrata sui titoli del settore bancario: l'indice EURO STOXX Banks segna -0,9%. Il settore è penalizzato attraverso due canali. Il primo è rappresentato dagli effetti della debolezza dell'economia sull'attività creditizia, ovvero la diminuzione della domanda di nuovi finanziamenti e il peggioramento della qualità di quelli esistenti. L'altro dalla riduzione dei margini di interesse determinata dalla flessione dei tassi ufficiali.
Euro sotto 1,02 contro dollaro
L'altro canale di sbocco dei segnali di debolezza dell'economia dell'eurozona è quello del cambio euro-dollaro, sceso oggi sotto 1,02 per la prima volta da novembre 2022. Il biglietto verde beneficia di una situazione opposta rispetto a quella della moneta unica: la congiuntura USA è tonica nonostante la manovra restrittiva della Fed e l'inflazione è più restia a rientrare verso l'obiettivo del 2%. La banca centrale americana farà quindi meno tagli dei tassi del previsto nel 2025 (-0,5% e non -1% come pronosticato in precedenza) rendendo il dollaro ben più remunerativo dell'euro.