Cash Collect Certificate: cosa sono e come funzionano
pubblicato:Per un investitore che voglia diversificare al meglio il proprio portafoglio, le opportunità, sul mercato, non mancano di certo. Tra gli strumenti che ha a disposizione, ci sono anche i Cash Collect Certificate. Vediamo di capire che cosa sono e a cosa servono.
Cash Collect Certificate: il contesto finanziario
La finanza, così come il mondo che ci circonda, è in costante evoluzione ed in continuo aggiornamento.
Ovvio che quindi, anche dal punto di vista delle soluzioni offerte ai risparmiatori, la scelta vada ampliandosi sempre di più attraverso la creazione di nuovi strumenti finanziari utili alla causa.
Da un lato si mettono a disposizione dell’utenza possibilità nuove e variegate, dall’altro le banche e i gestori, trovano il modo per coprire tutte le fette di mercato e lucrare sulle commissioni che vengono richieste ai clienti.
In ogni caso, qualunque strumento finanziario può essere considerato una opportunità, a patto che calzi bene con la programmazione finanziaria ed il grado di rischio tollerato dal risparmiatore.
Fondamentale poi che, qualunque sia l’investimento da prendere in considerazione, esso sia comprensibile, chiaro e governato da meccanismi non troppo complessi. Ed è su questo punto che spesso casca l’asino.
Cash Collect Certificate: che cosa sono
Fatta una breve premessa, cerchiamo di addentrarci nelle specifiche che contraddistinguono i Cash Collect Certificate.
Di cosa stiamo parlando?
Si tratta di strumenti derivati che vengono definiti a capitale condizionatamente protetto.
Che cosa significa?
Tramite i CCC, si può puntare sul rialzo del sottostante titolo cui è collegato il certificato, avendo però, allo stesso tempo, una protezione del capitale che rimane in essere sino a quando il sottostante stesso non va a toccare la barriera di protezione fissata dal regolamento del certificato.
La barriera, quindi, è una specie di protezione che tiene indenne il sottoscrittore dalle perdite derivanti dalla discesa del titolo cui il CCC è collegato.
A patto che, come ricordato in precedenza, non venga toccato il valore di barriera stesso (normalmente inferiore del 30 o 40% al valore del sottostante).
Cosa succede se la quotazione del titolo sottostante raggiunge e quindi tocca il livello barriera?
Accadde che la protezione viene meno e che quindi si parla a tutti gli effetti di un certificato senza protezione.
Cash Collect Certificate: pregi e difetti
Non c’è un’unica tipologia di CCC. Anzi, ve ne sono diverse con caratteristiche specifiche le une rispetto alle altre.
Si può avere ad esempio l’assenza di barriera, con la totale copertura del capitale investito (Airbag Certificate), oppure la possibilità di guadagnare anche da eventuali ribassi contenuti (ad esempio Memory Cash Collect) o ancora l’eventualità che il certificato venga rimborsato prima della scadenza.
Questi sono solo alcuni esempi, ma la realtà finanziaria, di soluzioni, ne offre decisamente di più. Insomma, diciamo che le alternative non mancano.
Vantaggi? Poter investire una parte inferiore di capitale rispetto a quella che occorrerebbe per acquistare il titolo che funge da sottostante al CCC e limitare in qualche modo il rischio sino almeno all’effetto barriera.
Si riducono le possibilità di perdita e anche i possibili margini di guadagno che, in caso di acquisto del singolo titolo azionario, sarebbero decisamente amplificati.
Un altro svantaggio è dato dalla complessità del meccanismo, non sempre comprensibile a tutti nell’immediato.
Acquistare il singolo titolo, è decisamente più semplice, in tal senso, magari affiancandogli una bella opzione put, in caso in cui le cose andassero per il verso sbagliato.
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