Carta Risparmio Spesa 2023, da luglio 382,50 euro senza domanda: a chi spetta, requisiti, come averla
pubblicato:Novità per la Carta Risparmio Spesa 2023. È arrivata la firma del decreto attuativo che consentirà di usare la card prepagata di Poste Italiane dal prossimo luglio, senza presentare alcuna domanda. Ecco a chi spetta, quali sono i requisiti da possedere e come avere i 382,50 euro d’importo.
Dopo tanta attesa finalmente ci siamo. La Carta Risparmio Spesa 2023 diventerà presto operativa.
La Carta prepagata di Poste Italiane metterà a disposizione dei beneficiari ben 382,50 euro d’importo da utilizzare a partire dal prossimo luglio esclusivamente per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità.
Paragonabile per certi versi ai Bonus spesa, la Carta Risparmio Spesa 2023 introdotta dall’ultima Legge di Bilancio spetta alle famiglie in possesso di specifici requisiti ed è erogata dai Comuni senza che sia presentata un’apposita domanda.
Vediamo subito a chi può richiederla, quali sono i requisiti da rispettare per averla e tutte le ultime novità al riguardo.
Prima vi lasciamo al video riassuntivo di Mr LUL lepaghediale sulle specifiche del sostengo.
Carta Risparmio Spesa 2023, da luglio 382,50 euro senza domanda: a chi spetta, requisiti, come averla
Finalmente è arrivata la firma del Ministro dell’Agricoltura e delle Finanze sul decreto attuativo della Carta Risparmio Spesa 2023: le famiglie in possesso dei requisiti indicati nel documento potranno utilizzarla a partire dal mese di luglio.
Stando alle prime stime diffuse, e tenuto conto dell’ammontare delle risorse stanziate dal Governo a copertura della misura (circa 500 milioni di euro), saranno ben 1.300.000 le famiglie che riceveranno la card prepagata di Poste Italiane con all'interno 382,50 euro da spendere solo ed esclusivamente per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità.
La Carta Risparmio Spesa 2023, però, non spetta indistintamente a tutte le famiglie, ma solo quelle che rispettano due principali requisiti. Per averla è infatti indispensabile:
- •
essere titolari di un ISEE non eccedente i 15.000 euro;
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l’iscrizione di tutti i membri del nucleo familiare richiedente nell’Anagrafe della Popolazione Residente del proprio Comune.
Gli interessati possono beneficiarne senza presentare alcuna domanda.
Carta Risparmio Spesa 2023, 382,50 euro senza domanda: come averla
Come indicato nel decreto attuativo, le famiglie beneficiarie della Carta Risparmio Spesa 2023 fino a 382,50 euro sono segnalate direttamente dall’INPS ai Comuni.
A nulla serve, perciò, la presentazione di una domanda.
L’assegnazione avviene sulla base di una scala di priorità costruita tenuto conto della composizione numerica del nucleo familiare richiedente. Nello specifico, la Carta Risparmio Spesa 2023 è riconosciuta:
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alle famiglie composte da almeno 3 membri, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2009;
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alle famiglie con non meno di 3 componenti, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005;
- •
alle famiglie con almeno 3 componenti.
La priorità tra i diversi nuclei familiari aventi diritto alla Carta Risparmio Spesa 2023 viene stabilità in base all’ISEE: più basso è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, maggiori sono le possibilità di ottenere la carta.
Chi viene designato come beneficiario ufficiale della Carta Risparmio Spesa 2023 di 382,50 euro può ritirare la stessa presso un qualsiasi ufficio di Poste Italiane presente sul territorio italiano.
Attenzione, però, a non cadere in errore: il decreto attuativo stabilisce che almeno un pagamento deve essere fatto servendosi della Carta entro la data del 15 settembre 2023, pena la perdita del beneficio.
Carta Risparmio Spesa 2023, chi sono gli esclusi
Non tutte le famiglie possono beneficiare della Carta Risparmia Spesa 2023 di 382,50 euro utilizzabile dal prossimo luglio. La misura è infatti molto restrittiva.
Sono esclusi dall’agevolazione i nuclei familiari in cui siano presenti componenti percettori di:
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Indennità di mobilità, di disoccupazione Naspi o Dis-Coll
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CIG (Cassa Integrazione Guadagni);
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Reddito di inclusione, altre misure di sostengo alla povertà o di inclusione sociale;
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Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito;
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Forme di integrazioni salariali, o sostegno alla disoccupazione involontaria, pagate dallo Stato.