Nel 2024 Unipol regina di Piazza Affari, sul podio anche MPS e Bper
pubblicato:Anno terribile invece per STM e Stellantis. Ecco le storie dei big di Milano
Poche sedute ancora alla chiusura dell’anno finanziario di Piazza Affari e possono già tirarsi i bilanci di 12 mesi che sono stati terribili per alcuni grandi del Ftse MIB e magnifici per altri.
Questioni di settore intrecciate con temi di politica internazionale e debolezze specifiche dei listini milanesi hanno scolpito un anno vivace che comunque per Milano si chiude molto positivamente con il Ftse MIB che ha fatto un balzo del 13% circa e il Ftse Italia All Share che ha guadagnato il 12,43%
Storia a parte l’EGM e il settore delle PMI quotate, che vede per il Ftse Italia Growth Index un calo in controtendenza del 5,85% fra delisting e offerte di acquisto spesso straniere che hanno accompagnato il tema caldo della liquidità e spinto in parte la politica a occuparsi del tema. Ne abbiamo parlato pochi giorni fa con un esperto come Simone Strocchi. Ne riparleremo.
Ma restiamo sui grandi. Non potrà essere un bilancio con gli zerovirgola, ma il quadro a poche sedute dalla fine dell’anno è già chiaro. Abbastanza per tracciare una classifica dei migliori e peggiori.
Unipol la migliore di Piazza Affari, argento e bronzo per MPS e Bper
Le due azioni regine di Milano quest’anno sono state Unipol (+123%) ed MPS (+106%), entrambe hanno più che raddoppiato il loro valore di Borsa da inizio anno e chiuderanno il 2024 con lo spumante. Poco distante anche Bper con un bel +94%
Azionista di riferimento di Bper e della Popolare di Sondrio (+37% da inizio anno), la compagnia assicurativa Unipol guidata dal presidente Carlo Cimbri e dall’amministratore delegato Matteo Laterza è stata senza dubbio una protagonista di quest’anno finanziario.
Innanzitutto per l’incorporazione di UnipolSai dopo un’opa da 1,13 miliardi di euro. Poi perché con le partnership con le banche partecipate ha creato un sistema che guarda oltre il calo dei tassi in corso al nuovo business allargato degli istituti di credito che puntano ormai a essere consulenti a 360 gradi con offerte nel campo assicurativo e nel settore del risparmio. Un modello in cui la scala conta. La politica dei dividendi di Unipol non è ancora stata definita, ma c’è ottimismo.
Le banche in effetti sono state ancora ricche nel 2024 nonostante l’avvio del ribasso dei tassi della BCE, non è un caso che MPS sia la seconda nella classifica delle performance di quest’anno a Piazza Affari con il suo 106%, nonostante la privatizzazione conclusa dal Tesoro in più tranche.
Il risiko tiene banco più che mai con le manovre di Unicredit (+52% da inizio anno) su Commerzbank e sul Banco BPM (+63%), che a sua volta ha nel mirino Anima. Se sono rose fioriranno, ma non mancheranno senz’altro le spine per qualcun altro.
Leonardo, un caso a parte
I venti di guerra hanno arroventato anche i corsi di Leonardo che chiude l’anno con un +68% del titolo sulla scorta delle politiche europee e italiane costrette dall’emergenza ucraina a progettare nuovi e corposi impegni nel settore difesa.
Il dossier Iveco Defence ha anche incoraggiato per qualche tempo il titolo di Iveco, che però, dopo un allungo primaverile fino a 14,8 euro, ha ripiegato sui 9,53 euro attuali, ma conserva un +17% da inizio anno di tutto rispetto.
Pesa la crisi dell’automotive sul colosso dei camion, ma Iveco Defence si è alleata al tandem Leonardo-Rheinmetall per i carri armati da fornire all’esercito italiano.
Stellantis, un anno da dimenticare per l’automotive, che pesa anche su STM
La crisi del settore automobilistico italiano, europeo, mondiale non ha fatto sconti a Stellantis, che in un periodo difficile per tutte le quattro ruote, ha fatto peggio di diversi competitor, con tagli delle previsioni e il recente addio dell’amministratore delegato Carlos Tavares.
Il mercato non ha fatto sconti, per Stellantis l’anno si chiude con un -39% che ne fa il secondo peggior titolo di Piazza Affari nel 2024. Adesso il gruppo vuole voltare pagina e i nuovi investimenti da 2 miliardi nel 2025 in Italia (e 6 miliardi di acquisti promessi ai fornitori italiani) cercano di ricucire i difficilissimi rapporti tra la casa della Panda, il governo e sindacati. Buoni propositi sotto l’albero, ma serviranno fatti.
La crisi delle quattro ruote, in crisi d’identità soprattutto in Europa, assediate dalla nuova concorrenza cinese per l’elettrico (ma non solo), si riverbera pesantemente anche sul colosso franco-italiano del chip STM che è il peggior titolo dell’anno a Milano con un -45% Il CEO Jean-Marc Chery ha dovuto ha più riprese tagliare le previsioni del gruppo ed STM ha subito non solo l’impatto del vuoto di domanda dalle case automobilistiche, ma anche dati dal settore industriale costantemente deludenti.
Se il resto del mondo vola dietro i chip per l’intelligenza artificiale, STM rimane indietro e moltiplica le fatiche della clientela in affanno sposando la crisi dell’automotive a quella della manifattura. Nozze nere e non si vedono luci in fondo al tunnel, mentre gli analisti proiettano ormai al 2025 inoltrato l’avvio della ripresa.
Unica consolazione i multipli di borsa davvero generosi che accomunano STM a Stellantis.
Tutta un’altra storia quella di Ferrari (+35% da inizio anno): a metà tra lusso e automotive, la rossa ha una narrazione tutta sua che la rende il titolo di gran lunga più pregiato di Milano: 414 euro per azione.
Il lusso d’altronde ha vissuto un anno molto difficile per via della debolezza della domanda cinese che spesso in passato ha fatto la differenza. Nel Ftse MIB performance opposte per Brunello Cucinelli (+18% da inizio anno) e Moncler (-7%). Se ne riparlerà l’anno prossimo.
Le cose non sono state facili neanche per il settore petrolifero che ha dovuto fare i conti con prezzi del greggio in calo con il Brent passato dai 90 dollari di aprile ai 73 dollari al barile di questi giorni. Eni accusa il colpo e chiude l’anno con un -17% Mentre procede il modello satellitare, che articola la proposta di valore del cane a sei zampe, il titolo soffre e non è sempre una storia condivisa.
Tenaris infatti, fornitore dell’anno di ExxonMobil, chiude l’anno con un corposo +14,6%
Un risultato molto positivo ma ben lontano da quello di Saipem che ha saputo stupire il mercato con una serie di grossi contratti e ha saputo consolidare le attività di fornitura per l’economia green e il supporto alle piattaforme offshore. Saipem chiude l’anno al quarto posto di Piazza Affari con un bel +71% del titolo.
È stata invece dura per altri. Campari (-39% da inizio anno) è entrata in crisi di leadership e dopo pochi mesi dall’insediamento ha visto l’addio del CEO Matteo Fantacchiotti, sostituito all’inizio di questo mese da Simon Hunt. Il 2025 per la storica casa degli spirit sarà, dovrà essere, l’anno della ricostruzione della fiducia con gli investitori e con i clienti. I presupposti ci sono.