Borsa oggi: Banco BPM chiude il cerchio sulla bancassurance
pubblicato:Il business assicurativo si conferma strategico per il settore del credito. Il Banco lo riorganizza internalizzando il vita e con una partnership sul danni con il Credit Agricole. Va a posto uno dei pilastri del nuovo piano. Un segnale importante di solidità durante queste giornate difficili per le banche in Borsa
Banco BPM completa una delle operazioni più importanti degli ultimi anni nel settore strategico della bancassurance.
Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Castagna punta infatti a diventare uno dei maggiori operatori italiani della bancassicurazione nel ramo Vita e, ottenute le necessarie autorizzazioni, ha completato il quadro disegnato nei mesi scorsi, potenziando al contempo la gamma prodotti di wealth management.
Borsa oggi: Banco BPM mette a posto la bancassurance
L’operazione sostanzialmente chiude la partnership assicurativa storica con Cattolica Assicurazioni, nel frattempo confluita in Generali, internalizza l’assicurazione Vita e passa a una nuova alleanza con Credit Agricole sul ramo danni. Due i passaggi chiave.
Da Generali Italia Banco BPM ha comprato il 65% di Vera Vita e Vera Assicurazioni, le due compagnie che assorbivano il business comune con Cattolica e di cui il Banco controllava il rimanente 35%. Al Leone di Trieste versati 392,4 milioni di euro più una componente differita pari al 65% degli utili maturati quest’anno (dal 1° gennaio al 14 dicembre per l’esattezza). In pratica il Banco internalizza così il business assicurativo del ramo vita.
Contestualmente Credit Agricole Assurances compra il 65% di Banco BPM Assicurazioni e di Vera Assicurazioni per 243,6 milioni di euro (prezzo con conguaglio a favore del Banco sui valori degli own fund alla fine di quest’anno). Il Banco avvia con il gruppo francese una partnership strategica ventennale nel ramo danni/protezione.
Tutta la riorganizzazione del comparto della bancassurance dispiegherà gli effetti economici definitivi in bilancio nel corso dell’esercizio 2024, ma il valore strategico dell’operazione si può già illustrare.
Banco BPM con i nuovi asset vita potrà infatti ampliare e rafforzare in maniera importante i servizi offerti alla clientela nell’ambito del wealth management, in pratica al cliente potrà proporre nuove soluzioni nell’asset management, nel campo delle assicurazioni vita, in campo previdenziale. Aumenteranno le masse assicurative del ramo, ci saranno sinergie tra le fabbriche prodotto e il cosiddetto “Danish Compromise” permetterà di non dedurre dal capitale le partecipazioni assicurative con un effetto positivo di ben 140 punti base.
Al contempo nascerà una partnership ventennale con Credit Agricole sul fronte danni. Inevitabile pensare a un legame sempre più stretto con la banca francese visto che già i due gruppo collaborano in maniera molto importante con il credito al consumo di Agos, la leader italiana del settore che è controllata appunto al 61% da Credit Agricole e per il rimanente 39% da Banco BPM.
Borsa oggi: Banco BPM, la bancassurance nel piano strategico
La nuova manovra è uno dei pilastri del piano strategico 2023-2026 presentato al mercato qualche giorno fa. Con il rafforzamento del wealth management e della life insurance, il Banco BPM vuole ottenere 215 milioni di euro di ricavi aggiuntivi: 110 milioni di euro dalle masse di raccolta indiretta non assicurativa e 105 milioni di euro derivanti dal ramo vita. Sul fronte della raccolta assicurativa infatti il Banco BPM punta a una crescita media annua (CAGR) del 10% tra il 2024 e il 2026. Operativamente sono previsti interventi specifici sul segmento affluent e sul segmento private.
È quindi una componente importante del percorso dei prossimi tre anni. Si unisce agli obiettivi di estrazione di maggiore valore anche dall’assicurazione ramo danni (tramite appunto la partnership con Credit Agricole) e dalla monetica, settore in cui è nato da una partnership con BCC Iccrea ed FSI il secondo operatore nazionale.
Su questo fronte entro il primo trimestre 2024 si realizzerà il conferimento delle attività di monetica del Banco in BCC Pay e così il Banco avrà il 29% circa del nuovo operatore.
E’ attesa una crescita delle commissioni da monetica di 30 milioni di euro e le commissioni di distribuzione nel settore Bancassurance P&C dovrebbero essere di 40 milioni di euro.
A tutto questo il piano industriale del Banco BPM affianca molte altre iniziative, dall’ulteriore sviluppo dell’omnicanalità, agli investimenti nel potenziamento dell’innovazione tecnologica, del lean banking (efficientamento e ottimizzazione), della cybersecurity.
Tutto un percorso che dovrebbe rimpolpare significativamente la remunerazione degli azionisti e portare a una crescita dei ricavi al 2026 oltre i 5,4 miliardi di euro dai circa 5,25 mld previsti a fine 2023, nonostante il previsto calo dei tassi.
Nel 2026 il Banco si aspetta anche una crescita importante dell’utile oltre il miliardo e mezzo (contro gli 1,2 mld attesi nel 2023).
Il tutto bilanciando sul margine di interesse il maggior costo del funding con nuovi attivi a tassi più elevati, con maggiori ricavi commissionali (circa 300 milioni di euro in più) e con una forte pressione commerciale su corporate, wealth management e appunto bancassurance.
Borsa oggi: Banco BPM, ma il mercato per ora guarda altrove
Il titolo del Banco BPM però in queste ore perde il 2,10% e si riporta a 4,716 euro nel contesto di un Ftse Italia Banche in calo dello 0,32 per cento. Dai massimi di metà novembre il ritracciamento è di oltre tredici punti percentuali, ma va anche detto che alcuni solidi supporti statici e dinamici ostacolano un eventuale attacco alla solida trendline crescente impostata dall’estate del 2022.
Sono giornate difficili per le banche italiane, il Ftse Italia Banche è passato dagli oltre 14 mila punti dell’11 dicembre a meno di 13.400 punti.
I segnali da colomba della FED hanno aperto la strada verso la nuova fase di taglio dei tassi l’anno prossimo e hanno avuto effetti importanti sui mercati e sui rendimenti nonostante le posizioni più da falco della BCE e della banca d’Inghilterra.
Il mercato inizia a riposizionarsi su un percorso meno restrittivo della politica monetaria e quindi, attendendosi un graduale ribasso dei tassi l’anno prossimo, pensa che caleranno i margini d’interesse delle banche commerciali e che quindi questa fine d’anno possa essere il momento giusto per delle prese di profitto su un settore che ha già corso molto.
Un tale contesto potrebbe incoraggiare più il risparmio gestito che le banche tradizionali, ma va tutto ponderato con molta attenzione. Innanzitutto proprio perché in Europa le incognite restano numerose (dalla geopolitica all’inflazione) e ieri la Bce lo ha detto chiaramente.
Se il mercato spinge per tassi più bassi, insomma, non è detto che l’Eurotower concordi e molto dipenderà ancora una volta dai dati macroeconomici che verranno.
Molte banche inoltre nei piani calcolano già la politica monetaria meno restrittiva dei prossimi anni. Lo stesso Banco BPM nel suo piano industriale prevede un valore medio annuo del tasso sui depositi BCE (Depo facility rate) del 3,8% nel 2024, del 2,9% nel 2025, del 2,4% nel 2026.
Le banche sono ancora molto solide e redditizie, lavorano con costanza all’allargamento delle aree di business e delle fonti di profitto, quindi potranno anche flettere, ma fino a un certo punto.
Il Banco BPM d’altronde segue il proprio percorso, come sempre, ancora una volta in un’ottica stand-alone e rafforzando la propria crescita organica anche tramite alleanze.