Passo indietro delle banche in Europa

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
3 min

Prevale il pessimismo sul credito in avvio di ottava. Male Commerzbank dopo la frenata di Berlino

Passo indietro delle banche in Europa

La settimana comincia male per il credito europeo che registra vendite diffuse in Europa a metà seduta. L’Euro Stoxx Banks segna un calo dell’1,68% e sono in ribasso i maggiori titoli bancari del Vecchio Continente.

Banche, Commerzbank in calo

Vendite sullo spagnolo Banco Santander (-1,38%), vendite sulla francese BNP Paribas (-3,14%).

Al centro dell’attenzione sembra ancora Commerzbank che segna un pesante ribasso del 4,34% mentre l’italiana Unicredit registra un calo dell’1,71%

Venerdì lo Stato tedesco ha comunicato che il fondo FMS non procederà per ora a ulteriori vendite di titoli di Commerzbank dopo la discussa sorpresa di un’ascesa di Unicredit al 9% dell’istituto di credito. Il caso ha diviso la Germania, il governo ha mostrato irritazione, i sindacati hanno levato gli scudi, diversi economisti hanno approvato l’operazione, su Handelsblatt Frank Wiebe ha dichiarato che l’acquisizione di Commerzbank sarebbe più un bene, che un male.

Lo Stato tedesco resta per ora il primo azionista dell’istituto tedesco con il 12% e con le ultime dichiarazioni di venerdì probabilmente manterrà le posizioni oltre i 90 giorni di lockup scattati con la prima tranche di privatizzazioni.

Per molti osservatori è quindi una vera e propria gelata sullo scenario di un risiko bancario europeo che finalmente avviava una stagione di risiko e di integrazione in linea con le direttive del rapporto Draghi.

Eppure qualcosa continua ad accadere.

Banche, operazioni minori confermano comunque vitalità

Va comunque ricordato che il settore del credito europeo rimane vitale e sotto pressione. L’avvio di una nuova stagione di ribassi dei tassi d’interesse metterà sotto pressione i margini d’interesse che hanno rimpolpato i bilanci degli ultimi due anni, ma significherà anche nuove opportunità sul fronte delle commissioni e delle gestioni.

In Italia la recente offerta di Banca Generali su Intermonte conferma il focus del mercato in questo scenario per il risparmio gestito. Degli spunti ci sono anche per un protagonista del settore come Banca Mediolanum (-0,18%) dopo che la Corte di giustizia europea ha confermato alla Fininvest la piena disponibilità del 30% che ora sarà probabilmente reinsediato nella storica alleanza con la famiglia Doris.

Entro i confini del mercato domestico nazionale sorge però adesso qualche incognita dal riacceso dibattito sul contribuito di solidarietà chiesto agli istituti sui profitti degli ultimi due anni.
Si tratterebbe di una versione molto più ammorbidita e dialogante della tassa sugli extra-profitti che già aveva mancato il bersaglio una volta, si ipotizza un contribuito dell’1%-2% degli utili in questione. Potrebbe forse fare bene al bilancio pubblico, senza danneggiare troppo gli istituti, ma sono prevedibili posizioni contrastate.

In Europa si conferma la vitalità del settore proprio oggi con l’intervento in Germania del colosso BNP Paribas. La banca guidata dal CEO Vincent Lecomte ha siglato un accordo per comprare le attività tedesche di private banking di HSBC. Non sono stati forniti i termini economici della transazione, ma già oggi BNP Paribas è leader europea del private banking con 446 miliardi di euro in gestione alla fine del giugno 2024.

Chiaramente l’operazione riguarda due operatori stranieri e disturba molto meno Berlino, ma di certo quello spunto speculativo che aveva scaldato il settore del credito europeo nelle ultime sedute appare oggi sopito, se non scomparso.

I malumori sono generali e non risparmiano neanche titoli come estranei alla partita come ING (-1,91%) e Intesa (-1,42%).
In rosso sono in queste ore anche BBVA (-1,13%) e Deutsche Bank (-1,01%). Una seduta insomma orientata al ribasso per ora.