Auto UE, a giugno vendite +4,3% ma tutte le strade riportano alla Cina
pubblicato:Viene confermata una crescita moderata, mentre Volvo brilla e Volkswagen annuncia un'auto elettrica per la Cina. Stellantis sale in Borsa e apre al recupero odierno del settore, ma serviranno conferme e la nuova Commissione dovrà subito prendere in mano il dossier dei dazi
L’auto europea tenta una reazione finanziaria dopo mesi di calo.
Tutto da verificare, ma sicuramente il +1,63% dell’Euro Stoxx 600 Auto di queste ore, potrebbe essere una prima luce. In tre mesi questo paniere allargato a gran parte delle quattro ruote europee, compresa la componentistica, ha perso più dell’11% e soprattutto le case europee sono sembrate prive di una chiara direzione e al contempo assediate dalla concorrenza formidabile della Cina.
Auto UE, +4% circa le vendite in Europa a giugno e nel semestre
Oggi l’Acea, l’associazione europea dei produttori di auto, ha pubblicato i dati sulle vendite di giugno di veicoli per passeggeri: +4,3% a 1,089 milioni di vetture circa.
Nei sei mesi il mercato si mantiene positivo a 5,68 milioni di auto vendute (+4,5%), ma va subito precisato che si tratta di volumi e non necessariamente di fatturato, nel senso che chiaramente poi i margini cambiano da casa a casa. E’ comunque un dato che il mercato guarda sempre con attenzione, praticamente un dato macroeconomico.
Come è andata?
La classifica dei primi tre posti è stata confermata a giugno:
1) Volkswagen +4,7% a 286.226 auto vendute
2) Stellantis +0,4% a 188.930 auto.
3) Renault +6,2% a 131.875 auto.
Nel semestre +4,1% di Volkswagen, mentre Stellantis +0,5%, Renault +2%
Dentro i sei mesi però i marchi si muovono tanto dal +22,8% di Cupra nei sei mesi (casa VW) al +15,3% semestrale di Citroen in casa Stellantis; dal -9% di Audi (VW) al -20% di DS (Stellantis). Lontane sotto le 500 mila auto a semestre le asiatiche Toyota (+20,7% però) e Hyundai (-2,8%), le tedesche BMW (+1,5%) e Mercedes (-2,4%).
Il quadro è comunque ulteriormente complicato dal calendario dei lanci di nuovi modelli del secondo semestre, dalle incertezze sui dazi europei che potrebbero falciare certi cespiti tedeschi da importazione, dalla spada di Damocle cinese che potrebbe fornire una zampata sui prezzi.
Volvo un caso brillante a parte, oggi infatti buone conferme anche dai dati economici
Ci sono poi i casi particolari: Volvo Cars in queste ore fa un balzo del 7,21% circa a Stoccolma.
Le sue vendite in Europa sono state tra le più vivaci di tutto il mercato europeo: +39% nel semestre a 154 mila auto circa e +28,1% a giugno (25.890 auto).
Ma oggi la Volvo Cars ha anche annunciato i dati del semestre che conferma un calo leggero dei ricavi dell’1% a 195,3 miliardi di sterline mentre l’ebit cresciuto del 10,1% nei sei mesi accelera nel trimestre del 60% grazie a voci straordinarie e comunque del 28% nel perimetro ordinario (8,2 miliardi di corone). L’utile del gruppo è balzato del 60% a 5,7 miliardi di corone (circa mezzo miliardo di euro nel trimestre). Il titolo è appunto in rally e festeggia quindi sul mercato la maggiore quota di mercato europea di sempre e il rafforzamento commerciale negli States.
Stellantis approfitta di un buon giugno italiano (e degli incentivi)
D’altronde la giornata, come anticipato, è positiva per tutto il comparto automotive. Stellantis, che ha fatto le performance meno brillanti del medagliere è il primo titolo dell’Euro Stoxx 50 con un rialzo del 2,36% Sulla casa della Fiat, va evidenziato però che probabilmente è una grande beneficiaria di quel balzo del 15,1% del mercato italiano a giugno grazie a nuovi incentivi governativi da un miliardo esauritisi in un giorno a inizio mese.
Per capire questo fattore lo scorso mese in Italia sono state vendute 13.365 auto elettriche, il 117,4% in più del giugno 2023. Vendite anche oltre 61 mila ibride (+27,2%) e appena 20.776 diesel (-18,3%).
Il marchio Fiat che con la Panda domina da sempre le immatricolazioni italiane ha registrato una crescita del 9,5% a 36.534 auto immatricolate a giugno (in tutta Europa), una spinta molto importante in un mese in cui le vendite europee di Peugeot di Stellantis flettevano dell’11,3% a 58 mila circa.
Equita ha confermato un hold con target a 22 euro, Banca Akros un neutral a 22,50 euro. Il titolo in queste ore prosegue con il recupero dai minimi del 9 luglio a 17,8 euro (livello che non si vedeva da novembre) tra bassi volumi e bisogno di conferme: +2,28% a 19,09 euro e la notizia positiva di una rinegoziazione vantaggiosa di una linea di credito revolving da 12 miliardi. L’arrivo e l’accoglienza dei numerosi nuovi modelli previsti nel secondo semestre sarà il vero driver del 2024.
Auto UE, ma il nodo restano i dazi e non sorprende che Volkswagen tenga alla Cina
Bisognerà anche chiarire e definire la politica commerciale europea, perché con i nuovi dazi le vendite da parte di Stellantis delle cinesi Leapmotor rischiano di pagare forti tariffe, anche se poi a giugno è emerso che, almeno secondo un report di Jefferies, si dovrebbe impiantare una forte base produttiva in Polonia dove pare che i prezzi da 500 euro a vettura possano competere con i Cinesi, ovviamente anche ai danni dell’Italia dove saremmo a 1000 euro per auto. Sarà un dossier caldissimo per la nuova Commissione Europea.
Basti pensare che una delle notizie del giorno, è il lancio della nuova Volkswagen Anhui in Cina, il modello ID.UNIX, la prima auto elettrica di Volkswagen nata per competere con il mercato della Repubblica Popolare, ossia nel più grande mercato mondiale di auto elettriche.
Volkswagen è in Cina da quarant’anni dove ha costruito una buona parte delle fortune della locomotiva d’Europa, insieme a BMW e Mercedes, prima vendendo, poi producendo per i mercati europei e ora cinesi.
Nel 2023 Volkswagen con le sue jointventure ha consegnato 3,23 milioni di auto nella Cina continentale (Hong Kong compresa). Nello stesso anno le auto vendute dal gruppo Volkswagen in Europa sono state 2,75 milioni, 3,3 milioni allargando all'EFTA e al Regno Unito, ma parliamo di un mercato che cresceva nel 2023 del 14% quasi, non del 4%. In altre parole al mercato cinese non si può rinunciare.
Volkswagen ha impianti a Shanghai, Changchun, Dalian, Nanjing, Yizheng, Chengdu, Foshan, Ningbo, Changsha, Urumqi, Qingdao, Tianjin e a Hefei, dove ha lanciato la ID.UNIX.
Può stupire che le politiche europee (e mondiali) di dazi sulle importazioni dalla Cina creino un certo malessere nella casa di Wolfsburg?
In queste ore il titolo Volkswagen guadagna l’1,22% dopo le buone performance delle vendite di giugno e l’annuncio cinese, ma va ricordato che ha perso il 25,7% in un anno e il 20% in tre mesi (Stellantis -23% in tre mesi).
Fanno ancora meglio in Borsa Mercedes +2,16% (-14,8% in tre mesi) e BMW +1,99% (-15,3% in tre mesi). E’ troppo presto per parlare di riscossa dell’auto europea a partire dal mercato del Vecchio Continente, ma di certo i multipli delle quattro ruote Ue secondo molti osservatori sono sottovalutati da qualche mese almeno.
Probabilmente ci vorranno delle conferme e sicuramente la nuova Commissione Europea dovrà gestire molto da vicino il dossier.
Come per molti casi che si adottino dazi come Stati Uniti, Turchia o Canada o che si proceda per aperture negoziali a scambi di basi produttive e occupazione conta relativamente meno della chiarezza necessaria che dovrà venire dalla politica europea e dalle stesse case automobilistiche. Il mercato odia soprattutto l’incertezza.