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Auto, perché l'ibrida vince la gara europea del mercato quest'anno

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
6 min

Si sgonfiano le performance dell’auto elettrica, ormai è chiaro e le vendite di Tesla a maggio crollano del 46% lasciando il primato a Sandero, T-Roc e Golf. Ma la vera sfida non è solo sulle batterie, ma sulla produzione in Europa, tutta da progettare, nonostante l’annuncio dei dazi.

Auto, perché l'ibrida vince la gara europea del mercato quest'anno

Si sgonfiano le performance dell’auto elettrica, ormai è chiaro e le vendite di Tesla a maggio crollano del 46% lasciando il primato a Sandero, T-Roc e Golf. Ma la vera sfida non è solo sulle batterie, ma sulla produzione in Europa, tutta da progettare, nonostante l’annuncio dei dazi

La T-Roc è l’auto più venduta d’Europa a maggio

Non c’è partita, la prima parte dell’anno in Europa regala alle auto ibride un primato senza confronti. Una scelta razionale, ma imprevista fino a pochi mesi fa, quando la crescita delle auto elettriche sembrava destinata a modellare il mercato con una morsa potente.

Invece no: alla fine di maggio, quando già i primi bilanci di metà anno si possono cominciare a tirare, la storia ha preso un’altra direzione, imprevista, sicuramente ibrida.

Auto, l’Europa non si è ancora ripresa dal Covid

Da gennaio a maggio in Europa sono state venduti poco meno di 4,6 milioni di auto per passeggeri, un 4,6% sul 2023 che è davvero troppo poco e lascia i risultati molto lontano dai volumi del pre-pandemia. La convalescenza dal Covid per l’Europa non è insomma finita, anzi. Se in 5 mesi si vendono nel 2024 4,6 milioni di auto, ne 2019 se ne vendevano più di 6,7 milioni, in pratica un -31% che dovrebbe portare l’allarme dell’industria nei maggiori palazzi della politica nazionale e continentale.

Anche perché in altre aree si registra spesso un disastro non dissimile: negli Stati Uniti, per esempio da gennaio a maggio si sono venduti 6,55 milioni di veicoli circa (+3,5%) considerando ovviamente anche pickup e SUV che lì fanno parte dell’auto comune della famiglia tipo.

Nei primi 5 mesi del 2019 erano 6,92 milioni di veicoli, quindi il gap non si è colmato neanche dall’altra parte dell’Atlantico, ma lì manca solo un 5,48%, tutta un’altra partita insomma, e hanno anche registrato l’anno scorso le proteste degli operai che hanno bloccato diversi impianti per settimane…

Auto, l’elettrico che non dà certezze

Ma c’è dell’altro. L’industria si sta scontrando con un’incertezza che si traduce in prudenza e moderazione. La grande frenata dell’elettrico in Europa è ormai un dato acquisito, non necessariamente permanente, ma sicuramente è una componente ineludibile dell’oggi.

Nel gennaio 2024 il mercato dell’auto elettrica cresceva del 28,9%: su 851 mila auto circa vendute nel mese, in Europa più di 92 mila erano elettriche, quasi l’11% del nuovo insomma. E poi crescevano del 23,8% le plugin e del 23,5% le ibride, mentre calava il diesel (-4,9%) e cresceva poco il benzina (+4%).

A distanza di 4 mesi l’elettrico cresce soltanto del 2% (come media gennaio-maggio per giunta). Continuano a calare le vendite di diesel e anche la benzina scivola su un saldo negativo (-0,4%), ma sono le vendite di elettriche e ibride plugin che segnano il raffreddamento maggiore. I dati sono ovviamente dell’Associazione europea dei costruttori di auto Acea.

In altre parole l’ibrido “tradizionale” stacca tutti. Nei 5 mesi consolidati in Europa sono ibridi quasi 1,34 milioni di auto nuove, quasi il 30% del nuovo europeo! Poco meno delle auto a benzina che nei cinque mesi sono state 1,63 milioni. Molto di più del diesel (592 mila), delle elettriche (556 mila) e dell’ibrido plugin (325 mila).

Sorpresa? Fino a un certo punto, con la transizione sospesa sul fronte delle reti di ricarica inadeguate, delle linee di produzione ancora in fase di ricostruzione, delle altalene della domanda che non facilitano gli investimenti, mentre la sovrapproduzione cinese si fa già minaccia concreta, non sorprende che gli automobilisti europei abbiano scelta per una pausa. Se non un addio, di certo un rinvio, anche perché gli incentivi all’acquisto – è ormai chiaro – non possono coprire il gap di prezzo delle prime produzioni a batteria e senza infrastrutture adeguate i consumatori non possono comprare un’auto che non sanno come e dove ricaricare (e costa peraltro molto di più).

Auto, la Tesla si sgonfia e Volkswagen ne approfitta (ma non è detto che sia europea)

Così alla fine l’automobilista europeo segue altre logiche. Ma maggio regala un sorpasso significativo, quasi simbolico. A sorpresa c’è infatti sorpasso della T-Roc della Volkswagen che supera la storica Dacia Sandero, campione di vendite UE da molto tempo, e la stessa Volkswagen Golf.

Nel mese le T-Roc vendute sono 28.387 (+11%), le Golf 20.000 (+30%) e le Dacia Sandero 19.332 (-11%). Ma è una classifica riprogettata dall’elettrico, perché è il -46% della Tesla modello Y a 11.662 veicoli che decide in realtà delle medaglie: la casa di Elon Musk si sgonfia, insomma, e ridà fiato alla Volkswagen, mentre la Sandero frena a doppia cifra. I dati sono di Jato Dynamics, ma li abbiamo verificati su altre fonti.

Tesla frena a maggio ed esce dalla classifica dei best seller europei

Ma la partita sull’elettrico è ancora all’inizio in Europa. Nel Vecchio Continente 13,8 milioni di persone lavorano con le auto, il 6,1% di tutti i lavoratori e diversi milioni sono ora a rischio perché è quasi certo che molte produzioni scompariranno e non è affatto certo che le nuove risorgeranno al loro posto. La geografia delle filiere è insomma strategica, anche se complicata. Un paio d’esempi lo possono chiarire.

Che poi dipende da Paese a Paese, perché anche queste classifiche generali prendono l’accento di confine inevitabilmente, anche se non sempre questo rispecchia una denominazione d’origine. E’ più facile insomma vendere una Renault in Francia, ma non è detto poi che quella macchina sia stata fatta lì. La Dacia Sandero, il brand storico del gruppo Renault, recordman europeo, è storicamente prodotta in Romania, a Pitesti. Ma questo successo di terza generazione ha produzioni importanti non solo in Romania, ma anche a Tangeri e Casablanca e viene subito in mente la denuncia delle spinte di Stellantis per la delocalizzazione delle produzioni in Nord Africa. Più che un piano Mattei, un piano di taglio dei costi (e del lavoro).

Se si guarda all’auto elettrica, la produzione in Cina di auto destinate al mercato europeo è cresciuta a maggio del 25% al ragguardevole traguardo di 28 mila vetture. Così si capiscono i mal di pancia nordici sui nuovi dazi UE alle auto elettriche cinesi. Basterebbe citare il caso della Volvo EX30, ma si potrebbero aggiungere le mini Cooper di Bmw non più di origine inglese ma cinese, o la nuova SMART, Dacia e Tesla fino oltre alle BYD, Polestar e così via (senza parlare in Italia delle DR).

L’autorevole ONG l’olandese T&E (Transports & Environment) ha contato che il 19,5% di tutte le auto elettriche vendute in Europa l’anno scorso - circa 300 mila quindi - era stato prodotto in Cina e importato. Anche con i dazi, il traguardo di un’auto elettrica su quattro quest’anno sembra a portata di mano e la speranza non troppo celata di Bruxelles di portare nei confini europei le fabbriche dovrà essere testata dai fatti.

Per ora l’automobilista preferisce aspettare. No, il prezzo non è ancora giusto.

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