Caro-prezzi, addio all’Iva sulla spesa: quanto si risparmia?

di Miriam Ferrari pubblicato:
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Mentre l’inflazione corre sopra l’8%, il Governo tenta di difendere il potere d’acquisto: azzeramento dell’Iva su alcuni prodotti nel carrello della spesa. Quanto si risparmia?

Caro-prezzi, addio all’Iva sulla spesa: quanto si risparmia?

Il Governo si interroga sui prossimi interventi a sostegno delle famiglie: in particolare, contro il caro-prezzi e l’aumento dell’inflazione, Renato Brunetta ha proposto l’azzeramento dell’Iva per lo meno sui prodotti di prima necessità e sugli alimentari.

Pane, pasta, carne, ma anche libri, abbonamenti al trasporto pubblico e farmaci dovrebbero costare meno. Se si riuscissero a superare le divergenze del Mef, l’addio all’Iva potrebbe essere confermato anche nel Dl aiuti bis. In caso contrario, occorre attendere la prossima Legge di Bilancio.

Quanto si risparmia con l’addio all’Iva? Ecco i prodotti nel carrello della spesa che potrebbero costare meno senza l’Imposta sul valore aggiunto.

Caro-prezzi, inflazione all’8%: possibile addio all’Iva?

L’ISTAT ha confermato l’aumento dell’inflazione che nel mese di giugno ha raggiunto l’1,2% su mese e l’8% su anno: un livello che non si registrava dal lontano 1986 (quando l’imposta raggiunse l’8,2%). A farne le spese sono soprattutto l’energia elettrica, il gas e il carrello della spesa.

Le famiglie potrebbero arrivare a spendere ben oltre 1.000 euro in più per la spesa alimentare a causa dell’inflazione. Mentre i prezzi corrono da un lato, i salari rimangono invariati: ciò significa che il potere d’acquisto – di fatto – diminuisce.

E per difendere il potere d’acquisto il Governo ha intenzione di introdurre nuovi sostegni alle famiglie: non si tratta di nuove mensilità di bonus 200 euro ad agosto e settembre (mancano le risorse), ma si pensa al possibile azzeramento dell’Iva sugli alimentari e sui beni di prima necessità.

In questo senso c’è il parere positivo della direttiva emanata a livello europeo lo scorso aprile, che consentirebbe a tutti gli Stati membri di intervenire sull’Imposta valore aggiunto (azzerandola appunto) per alcuni prodotti “ad alta frequenza di acquisto”.

Caro-prezzi, senza l’Iva il carrello costa meno: quanto si risparmia?

Cosa c’è nel paniere dei beni che potrebbero godere dell’azzeramento dell’Iva e quanto si risparmia sulla spesa alimentare?

I beni considerati “ad alta frequenza di acquisto” godono – in realtà – già di una tassazione agevolata (compresa tra il 5% e il 10%) e comprendono non solo alimentari, ma anche farmaci, strumentazioni mediche o sanitarie, abbonamenti al trasporto pubblico, libri e giornali.

Azzerando completamente l’Iva il risparmio potrebbe non essere particolarmente elevato, ma sicuramente sufficiente per dare un respiro di sollievo a tutte le famiglie in difficoltà.

Parallelamente proseguiranno anche le erogazioni dei buoni spesa e buoni benzina da parte dei Comuni.

E da dove deriverebbero le coperture finanziare per una simile misura? Secondo la proposta del Ministro Brunetta, si potrebbe utilizzare proprio l’extra gettito derivante dall’Iva a causa dell’inflazione dell’ultimo periodo: gli incassi, secondo i dati del Mef, sarebbero aumentati del 20% circa.

Riforma dell’Iva: le prime anticipazioni

La viceministra all’Economia Laura Castelli, in realtà, ha proposto l’anticipo della riforma dell’Iva per poter dare sollievo a tutte le famiglie che si trovano in difficoltà nell’effettuazione della spesa alimentare e nel pagamento delle bollette.

Prevista per il 2023, la riforma dell’Iva potrebbe essere anticipata almeno per alcune categorie di beni: per esempio, i prodotti per l’infanzia, le bollette, e i beni di prima necessità (compresi alimentari, farmaci e trasporti).

Per tutti gli altri settori – a cominciare dal gas – occorre una discussione ben più ampia, nonostante si sia già intervenuti con il precedente decreto aiuti (Iva sul gas abbassata al 5%).