Webuild sui massimi dal 2017, buone notizie dal cda

di Simone Ferradini pubblicato:
2 min

Il 2024 va in archivio con risultati in crescita e il management alza le stime 2025

Webuild sui massimi dal 2017, buone notizie dal cda

Bel progresso ieri per Webuild in una seduta debole per il mercato italiano. L'indice FTSE MIB ha ceduto lo 0,80% mentre il titolo del gruppo attivo nella realizzazione di infrastrutture complesse ha messo a segno un rialzo del 4,36%, spingendosi fin sui massimi da novembre 2017. A scatenare gli acquisti sono stati i risultati 2024 in crescita approvati dal cda e comunicati a inizio pomeriggio.

Risultati 2024 positivi

I ricavi adjusted (rettificati, come per le altre voci, per tener conto dei risultati delle joint venture non controllate e degli ammortamenti collegati alle acquisizioni di Astaldi e Clough) a 11,96 miliardi di euro +20% a/a, EBITDA adjusted a 967 milioni +18% a/a (EBITDA margin dell’8,1%), utile netto adjusted a 247 milioni (236 milioni nel 2023). Proposto un dividendo ordinario di 0,081 euro per azione (0,71 l'anno scorso).

Guidance 2025 rivista al rialzo

E non è tutto: il management ha deciso di migliorare sensibilmente la guidance 2025: previsti ricavi maggiori di 12,5 miliardi (da 10,5-11 miliardi), EBITDA maggiore di 1,1 miliardi (da 990-1.050 milioni), cassa netta superiore a 700 milioni (da una cassa netta positiva). Il book to bill ratio (rapporto tra nuovi ordini e ordini evasi) è atteso a oltre 1,0x, il che porterebbe il totale degli ordini nel triennio 2023-2025 a superare di ben 13 miliardi di euro l'obiettivo del piano.

Rallenta l'acquisizione ordini ma sono ottime le prospettive di breve termine

Il portafoglio ordini al 31 dicembre 2024 ammontava a 63,2 miliardi di euro, in lieve calo dai 63,7 miliardi di un anno prima. Rallenta l'acquisizione di nuovi ordini: nel 2024, comprendendo i variation orders, si è attestata a circa 13 miliardi di euro contro i 22,4 del 2023. A fronte di ciò si registra però una massiccia accelerazione della cosiddetta pipeline commerciale di breve termine che ammonta a circa 126 miliardi (cifra che include gare presentate e in attesa di aggiudicazione per circa 34 miliardi) contro i 76,8 miliardi l'anno prima (13,3 miliardi).

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