Un'altra brutta seduta per Wall Street

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Ancora vendite sull'azionario: mercati contro con Trump. BlackRock invita al sangue freddo, la crescita è solida. Proprio oggi però dati positivi USA, dal GDPNow alla produzione industriale ai nuovi cantieri, allontanano però il rischio di recessione. Gli indici però hanno perduto molto

Un'altra brutta seduta per Wall Street

L’idillio della nuova presidenza Trump con i mercati è stato breve e Wall Street da tempo reagisce negativamente alle nuove politiche della Casa Bianca.

Soltanto nell’ultimo mese l’S&P 500 ha perso il 4,58%, il Dow Jones il 2,2% e il Nasdaq un pesante 12,92%, persino peggio del “paniere dei minori”, il Russell 2000 che ha bruciato il 10,34% del suo valore.

Ancora oggi il Wall Street Journal, un giornale di destra ma da tempo avverso alle politiche di Trump torna sul tema di queste nozze contrastate, ricordando che i listini avevano cominciato l’ascesa del “Trump bump” sei mesi fa, sulla scorta dei sondaggi e ben prima dell’esito elettorale Usa, così non si può dare per del tutto disperso quel patrimonio di ottimismo dei mercati che è in affanno ormai da settimane.

In effetti a portare indietro l’asticella i maggiori indici Usa sono ancora in vantaggio sui livelli di inizio settembre, ma certo l’orientamento dei grafici non promette niente di buono.

Con i minimi di giovedì scorso l’S&P 500 ha perso il 10% circa dai massimi di febbraio e ha cancellato metà del rialzo fatto dall’aprile 2024.

Wall Street, un'altra seduta difficile

Ancora oggi in queste ore, mentre si attende la telefonata tra Trump e Putin sulla questione ucraina e intanto in Europa si lavora a dei rimedi per i dazi attesi da Washington il prossimo 2 aprile, l’S&P 500 segna un pesante calo dell’1,15%, il Nasdaq 100 perde l’1,74% e il Dow Jones lo 0,86%

Anche l’indice Bloomberg US Large Cap senza le magnifiche 7 (un indice molto attenzionato vista la concentrazione delle performance su pochi big nell’ultimo anno almeno) perde lo 0,88% e c’è chi nota che il calo dell’S&P 500 dai top di febbraio è stato il peggiore dall’epidemia del Covid.

BlackRock invita al sangue freddo, l'economia resta solida

L’ultimo commento settimanale di BlackRock evidenzia che i mercati manifestano dubbi sempre più profondi sulla crescita degli Stati Uniti e la forza dei mercati azionari, ma le condizioni economiche USA, secondo il big dell’asset management globale, non puntano ancora a una recessione.

E’ vero che la creazione di nuovi posti di lavoro rallenta dal 2022, ma è ancora ben sopra le medie di lungo periodo, mentre le attese sugli utili del corporate USA e gli indicatori ad alta frequenza sui consumi, come la spesa con carte di credito, sono solidi, secondo un report di JP Morgan.

Resta però in campo una vistosa incertezza che potrebbe pesare sulla spesa dei consumatori, sugli investimenti e sugli scambi commerciali.

La cresciuta degli utili nell’S&P 500 è ancora prevista a un solido 12% quest’anno e anche nel tech - al centro delle attenzioni come visto – margini, utili e ricavi resistono e anzi indicano un’accelerazione quest’anno con un free cash flow visto al 30% delle vendite, il più alto livello dal 1990.

Alcuni elementi di chiarezza dovrebbero giungere nel prossimo futuro, per esempi con i dazi attesi ad aprile.

E’ vero, il premio al rischio è cresciuto a fronte dell’incertezza diffusa, i recenti dati dell’inflazione limitano le mosse al ribasso sui tassi della Fed, il deficit fiscale USA probabilmente crescerà ancora, nonostante i proventi dei dazi e i tagli della spesa e quindi i rendimenti verosimilmente potrebbero crescere ancora.

Ma tutto questo fa parte di un nuovo scenario, diverso da quello dei bassi tassi e della bassa inflazione del passato. “Quell’equilibrio fragile si è spezzato”, afferma BlackRock: la Germania pianifica un’espansione della spesa fiscale (oggi è in programma al riguardo un importante voto alla Bundestag) e l’oro potrebbe ancora rafforzarsi.

Ma sulle azioni statunitensi alla fine BlackRock rimane costruttiva, sulla base dell’AI e della crescita attesa degli utili societari, in seconda battuta una crescita USA resiliente ed eventuali tagli della Fed potrebbero supportare questa asset class, pur con i rischi derivanti dalla crescita dei rendimenti di lungo periodo e dalla guerra commerciale.

Per ora il mercato però ripiega e pesantemente.

Wall Street, dati macro più incoraggianti oggi

L’indicatore GDPNow della Fed di Atlanta è migliorato nella sua ultima lettura di oggi, ma punta ancora a un -1,8% del Pil a stelle e strisce nel primo trimestre del 2025.

La seduta vede vendite diffuse, ma nel territorio sdrucciolevole delle attuali rilevazioni macroeconomiche dagli States giungono anche indicazioni positive, come la produzione industriale USA che a febbraio mostra una crescita dello 0,7% contro lo 0,2% delle attese e il precedente +0,3%
A 104,2, sui massimi storici l’indice della produzione industriale sembra raccontare insomma un’altra storia rispetto a quella di Wall Street.

Anche la produzione manifatturiera (un pallino di Trump dietro molte delle sue politiche) mostra una crescita dello 0,9% a febbraio sul mese precedente contro attese per uno 0,3% e un +0,1% precedente.

Gli 1,501 milioni di nuovi cantieri edili residenziali di febbraio battono anch’essi le attese e la rilevazione di gennaio.

Ancora una volta segnali contrastanti sui mercati.