Vendere casa a Bari: quali costi bisogna sostenere

di FTA Online News pubblicato:
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Indipendentemente dalla motivazione che porta a vendere un immobile, è in genere nell’interesse del venditore cercare di ottenere dalla vendita il maggior profitto possibile. Scopriamo insieme quali sono i costi da sostenere nel caso in cui si voglia vendere una casa a Bari.

Vendere casa a Bari: quali costi bisogna sostenere

Indipendentemente dalla motivazione che porta a vendere un immobile, è in genere nell’interesse del venditore cercare di ottenere dalla vendita il maggior profitto possibile. È proprio per questo motivo che, oltre a calcolare con attenzione il reale valore di mercato dell’immobile, è necessario tenere conto di tutti i costi che dovranno essere sostenuti e che, inevitabilmente, andranno a ridurre il margine di profitto.

Le spese da sostenere per vendere una casa a Bari sono molto variabili e dipendono in gran parte dagli obiettivi di vendita, dalla documentazione necessaria, dallo stato dell’immobile e dal numero di anni trascorsi dalla data di acquisto.

A fare la differenza è anche il fatto che si decida di effettuare la vendita in autonomia, occupandosi anche delle attività di marketing e di eventuali spese correlate, o di affidare l’incarico a un’agenzia immobiliare. In questo secondo caso, sarà necessario tenere conto dell’ammontare della provvigione.

Anche per questo motivo è necessario scegliere con attenzione l’agenzia a cui assegnare il mandato. Operazione, questa, che può essere effettuata senza difficoltà accedendo a una piattaforma specializzata e consultando le pagine di agenti e agenzie immobiliari operanti nel capoluogo pugliese.

Di seguito verranno analizzati tutti i costi che potrebbe essere necessario sostenere prima di riuscire a vendere un’immobile residenziale di proprietà a Bari.

Vendere casa tramite agenzia: il costo della provvigione

Gli agenti immobiliari non vengono retribuiti sulla base del numero di appuntamenti fissati o degli annunci pubblicati e non ricevono un compenso dopo ogni attività svolta e finalizzata per favorire la vendita di un immobile. Il loro compenso consiste in una provvigione, calcolata in percentuale sul prezzo di vendita dell’immobile e assegnata solo se e quando “l’affare è concluso per effetto del suo intervento” (art.1755 comma 1 del Codice Civile).

La percentuale viene liberamente stabilita dalle parti durante la stesura del contratto di mandato e in genere è compresa tra il 3 e il 5% del prezzo di vendita. Sempre secondo quanto stabilito dal C.C., nel caso in cui non venga definita e in assenza di “di tariffe professionali o di usi”, viene determinata “dal giudice secondo equità”.

È importante tenere presente che questo costo non pesa solo sul venditore, ma anche sull’acquirente, in parti, ancora una volta, generalmente definite in sede contrattuale. In alcuni casi, l’agenzia immobiliare potrebbe proporre mandati di vendita con provvigione totalmente a carico dell’acquirente.

Spese per ristrutturare l’abitazione o renderla più appetibile

Tra i costi che non è sempre necessario sostenere e che, anche quando sostenuti, risultano molto variabili, rientrano quelli di manutenzione, ristrutturazione, ammodernamento, nonché tutti gli interventi effettuati per rendere la casa più interessante e appetibile per il target di riferimento.

Tra queste spese possono rientrare, a titolo d’esempio, i lavori di efficientamento energetico, la semplice ridipintura delle pareti, gli interventi di interior design nonché i servizi di home staging.

I costi relativi all’acquisizione della documentazione

Per vendere un immobile, è necessario acquisire una serie di documenti che attestino la proprietà, la conformità urbanistica, l’agibilità, il rispetto delle regole catastali e via dicendo. Alcuni di questi documenti, come l’APE, hanno un costo che deve essere sostenuto interamente dal venditore. Inoltre, in caso di difformità catastali, sarà necessario pagare le correzioni ed eventuali sanzioni.

Le tasse

Le tasse sulla vendita degli immobili sono state pensate per contrastare attività speculative. Per questo motivo, vengono applicate solo nel caso in cui si decidesse di rivendere la casa dopo meno di cinque anni dall’acquisto.

Non tutto l’importo viene tassato, ma solo la plusvalenza, ossia la differenza tra il prezzo d’acquisto e quello di vendita. La tassazione può essere pagata con imposta sostitutiva del 26% o tramite inserimento nella dichiarazione dei redditi.

Le spese notarili non sono a carico del venditore

Per finire, ecco una buona notizia: come riportato nell’articolo 1475 del Codice Civile, “Le spese del contratto di vendita e le altre accessorie sono a carico del compratore”, a meno che, naturalmente, “non è stato pattuito diversamente”.