Ucraina, le ricchezze che fanno gola alla Russia

di FTA Online News pubblicato:
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Largamente sottoutilizzato il sottosuolo ucraino, la produzione agricola e l’industria del Paese vantano più di un’eccellenza mondiale ed europea. Ecco i numeri.

Ucraina, le ricchezze che fanno gola alla Russia

Le ricchezze dell’Ucraina sono immense, le materie prime e le industrie collegate sono strategiche per l’economia di oggi e per quella di domani, così come lo è la sua posizione, tra est e ovest, alle porte di un mercato gigantesco come quello europeo, con un ruolo solo appena scalfito dal Nord Stream 2 (peraltro bloccato da Berlino) nel transito del gas siberiano verso il Vecchio Continente.

Certo il Pil del Paese è di appena 155,5 miliardi di dollari nel 2020 e quest’anno secondo la Banca Mondiale potrebbe crollare del 45,1% addirittura, ma già prima la corruzione endemica del Paese limitava fortemente lo sfruttamento di giacimenti impressionanti di gran parte delle maggiori materie prime industriali ed energetiche. Le stime sull’impatto del conflitto sono comunque aleatorie come la conta delle vittime e le conseguenze su tutte le strutture economiche e sociali del Paese.

Anche le stime sui tesori sotterranei e non solo del Paese sono da prendere con le pinze, ma di certo si tratta di risorse ingenti e strategiche che hanno già attirato le brame di consumatori affamati di commodity come la Cina, prima destinazione dell’export ucraino già prima della guerra. Per una popolazione di 44,1 milioni di persone, prima della guerra, su un territorio grande il doppio dell’Italia e assai più ricco di materie prime, di certo il futuro poteva essere radioso prima dell’invasione nonostante la corruzione storica e il conflitto a est nel Donbass continuasse a creare incertezza e instabilità in zone economicamente strategiche. Ma veniamo ai numeri.

Ucraina: l’energia e le materie prime

L’Ucraina ha riserve di gas per circa 1,1 trilioni di metri cubi di gas e per 1,35 miliardi di tonnellate di petrolio, sono le riserve numero 4 d’Europa.

Il carbone conta nel Paese la tredicesima riserva del mondo con 34 miliardi di tonnellate che servono anche e soprattutto alla forgia dell’acciaio su cui torneremo.

Dati dell’aprile 2020 dell’IEA, adeguati a questi scopi, indicavano che nel 2018 l’Ucraina produceva 14,4 milioni di tonnellate di carbone, 16 tonnellate di gas e 2,3 milioni di tonnellate di petrolio greggio: sicuramente quantitativi ragguardevoli, ma insufficienti a coprire la domanda energetica domestica. La produzione energetica ucraina copriva infatti il 65% della domanda. Nel 2019 gli 83 TWh prodotti con il nucleare rendevano il Paese la settima potenza dell’energia nucleare mondiale, più della metà dell’energia ucraina viene dall’atomo.

L’uranio vede nel Paese i maggiori giacimenti d’Europa, ma il mix energetico è relativamente differenziato con un calo del carbone al 30% (ovviamente elevato rispetto agli standard europei), il gas al 28% e il nucleare al 24 per cento. Grandi risorse naturali, ma spesso una domanda che supera le capacità di sfruttamento del Paese e quindi fa ritenere l’Ucraina un paese dalla ricchezza ancora largamente sottoutilizzata.

Basti pensare che circa l’83% del consumo di petrolio ucraino deriva dalle importazioni (10,4 milioni di tonnellate di importazioni di prodotti petroliferi nel 2018), una percentuale che flette al 33% dell’import di gas (8,5 milioni di tonnellate nel 2018) nel mix dei consumi e al 50% per il carbone (13,8 milioni di tonnellate nel 2018). I prodotti raffinati vengono soprattutto dalla Bielorussia. Il, consumo energetico vede solo al 5% le rinnovabili, la generazione elettrica ad appena il 9%

Ucraina: l’industria e l’agricoltura

Eppure sul futuro dell’energia le risorse ucraine hanno molto da dire. L’Ucraina con 27-30 miliardi di tonnellate di minerali di ferro di riserve, la seconda del mondo, un importante produttore mondiale di acciaio. Secondo le classifiche della World Steel Association nel 2020 ne ha prodotto 20,6 milioni di tonnellate, niente rispetto al miliardo e oltre di tonnellate cinesi o ai 100 milioni indiani, ma al 12° posto mondiale, appena prima dell’Italia (20,4 milioni di tonnellate). Oltretutto in campo metallurgico l’Ucraina è un importante produttore di ghisa e lastre d’acciaio per la produzione di laminati piatti e l’Ucraina ha un ruolo mondiale nel mercato del neon.

L’industria ucraina del neon è nata per beneficiare dei gas provenienti come sottoprodotto dalla produzione di acciaio russo (la Russia è il quinto produttore di acciaio del mondo appena dietro gli Stati Uniti), ma è diventata un’eccellenza mondiale perché il neon ucraino (con colossi come Ingas and Cryoin) viene impiegato per stampare i chip sui wafer di silicio e metà di questo impiego, in tutto il mondo, viene dal neon ucraino. Se ne può dedurre il ruolo strategico delle forniture ucraine per chiunque voglia contare qualcosa domani. Anche l’acciaio necessario a gran parte delle infrastrutture per la mobilità in via di ristrutturazione in molti Paesi è però angolare in chiave prospettica.

C’è poi l’energia del futuro che funziona con il litio. Qualcuno ha ipotizzato che il litio possa essere una delle maggiori cause della guerra, perché l’Ucraina e la Serbia ne hanno i maggiori giacimenti d’Europa. Già prima della guerra queste risorse fondamentali per tutta l’industria dell’energia rinnovabile avevano attirato l’attenzione internazionale.

Alcuni ricercatori ucraini hanno ipotizzato riserve di ossidi di litio dell’ordine di 500 mila tonnellate, non forse i milioni di tonnellate del Cile e dell’Australia, ma sicuramente una delle maggiori riserve del mondo e per di più a un passo dall’Europa. Dove? Ovviamente nel Donbass, che dunque potrebbe racchiudere una preziosa risorsa proprio in tempi di NextGenEU e Green Deal europei. La cinese Chengxin Lithium ha già fatto la sua offerta per i depositi nel Donetsk e a Dobra, nella parte centrale dell’Ucraina. Ma l’interesse per i giacimenti ucraini di litio è mondiale.

Poi ci sono tutti gli altri: le risorse numero 10 (al mondo, secondi in Europa) di titanio, 2,3 miliardi di tonnellate di manganese, importantissimi giacimenti di mercurio. E non è tutto. L’ammoniaca vede nell’Ucraina un’eccellenza mondiale, l’Ucraina è un grande produttore mondiale di fertilizzante, il primo per la produzione di girasoli e del relativo olio, ha una notevole produzione di patate, orzo e grano.

Sul grano in ucraino in Italia si è detto molto, beh sembra che la produzione ucraina sia capace di sfamare 600 milioni di persone. Con una popolazione di 40 milioni (pre-guerra) di abitanti, si capisce che gran parte dei seminativi ucraini sia per una produzione rivolta all’estero, infatti molti Paesi limitrofi sono in serie difficoltà e con gravi preoccupazioni sul fronte alimentare.

Sono tutti motivi che senza dubbio non c’entrano con l’indipendenza del 1991, con l’adozione della grivnia ucraina come moneta nel 1996, con la crisi del 2008 o con quella del 2014, ma forse possono contribuire a suggerire una guerra a vicini ingombranti come la Russia. Ovviamente poi l’Ucraina è anche un grande produttore di armamenti.

(Giovanni Digiacomo)