Nuova tassa di successione: per chi e come funziona
pubblicato:Saranno i ricchi a dover pagare la tassa di successione in modo da fornire un piccolo capitale di investimento per i più giovani: ecco come funzionerebbe la tassa di successione proposta dal segretario del Pd, Enrico Letta per finanziare nuovi bonus per i giovani.
L’ISTAT ha rilevato come i giovani di d’età compresa tra 18 e 25 anni siano maggiormente colpiti dalla precarietà e dall’insoddisfazione generale per le condizioni di vita e per la crisi nella quale vivono. Per ovviare a questi problemi, Enrico Letta ha proposto l’introduzione di Dote 18enni, un bonus 10.000 euro per chi compie 18 anni.
Per poter attuare questa misura, però, è necessario modificare l’attuale tassa di successione, ovvero chiedere ai ricchi di contribuire nella formazione di un piccolo capitale di investimento per i più giovani.
Ma come funziona la tassa di successione e chi dovrebbe pagarla? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla proposta di Enrico Letta per finanziare un nuovo bonus per i giovani.
Tassa di successione: cos’è e come funziona
L’imposta di successione – comunemente chiamata tassa di successione – è un prelievo che viene effettuato dall’Agenzia delle Entrate nel momento in cui si ricevono in eredità beni mobili, immobili, diritti reali o denaro.
La tassa di successione, quindi, entra in gioco nel momento in cui una persona diventa proprietaria di qualcosa posseduto da un’altra persona: l’esempio più classico è l’eredità. Quando una persona muore e lascia agli eredi alcuni beni, l’Agenzia delle Entrate li tassa con l’imposta di successione.
In Italia la tassa di successione era stata azzerata nel 2001 dall’allora Governo guidato da Silvio Berlusconi, l’imposta venne poi introdotta nuovamente nel 2006 con aliquota al 4% dal Governo guidato da Romano Prodi. La franchigia attuale è fissata a 1 milione di euro.
Tassa di successione: cosa prevede la proposta di Enrico Letta
Una volta chiarito di che cosa stiamo parlando quando si riferiamo alla tassa o imposta di successione, scopriamo che cosa intende fare il Partito democratico per finanziare la nuova Dote 18enni. Che cosa prevede la proposta di Enrico Letta sulla tassa di successione?
Già presentata lo scorso anno e bocciata proprio dal Governo Draghi, la proposta di Letta sull’imposta di successione prevedrebbe la tassazione delle eredità e delle donazioni di genitori verso i figli purché superiori a 5 milioni di euro con un’aliquota del 20%.
Questo prelievo, che comunque risulterebbe meno invasivo rispetto a quanto previsto in altri Stati europei, andrebbe a colpire – secondo le stime – soltanto l’1% della popolazione italiana.
Tassa di successione: l’imposta che divide la politica italiana
In tema di tassa di successione sono sempre susseguite posizioni diverse tra i partiti: mentre Enrico Letta lancia la sua proposta, giungono diverse critiche da parte delle altre forze politiche.
Nel lontano 1997, Giulio Tremonti definì la tassa di successione "oggettivamente immorale", mentre la risposta di Romano Prodi andò nella direzione opposta: “L'abolizione cancella uno dei principali strumenti di uguaglianza sociale”.
In tempi più recenti, Luigi Di Maio aveva definito l’imposta “illiberale”, mentre Enrico Letta l’aveva lanciata anche lo scorso anno, ottenendo lo stop di Draghi: non era il momento di togliere soldi agli italiani – disse l’ex premier – ma di darli.
Infine, fu la pronuncia della Corte Costituzionale a mettere ordine tra i partiti: la tassa di successione è conforme alla Costituzione.
Tassa di successione: la situazione in Europa
Che cosa prevede la normativa degli altri Stati europei in merito alla tassa di successione?
Mentre in Italia questa imposta è molto più bassa – la franchigia è a 1 milione di euro con aliquota al 4% - altri Stati prevedono delle tassazioni superiori. Nel nostro Paese questa imposta riesce a raccogliere circa 800 milioni di euro all’anno.
Per esempio, oltralpe in Francia l’aliquota arriva al 45% e permette di raccogliere ogni anno fino a 14,3 miliardi di euro, nel Regno Unito è al 40% per un totale di 5,9 miliardi di euro all’anno, in Spagna al 34%, e in Germania al 30% per un gettito annuale pari a 6,8 miliardi di euro.
Possiamo affermare, comunque, che l’aliquota cresce al crescere dell’eredità o della donazione.