Sostanze chimiche pericolose in imballaggi alimentari: i risultati dello studio

di Alessia Seminara pubblicato:
3 min

Sono più di 3.600 gli FCC, ossia sostanze chimiche pericolose che dagli imballaggi alimentari migrano nel corpo: ecco i risultati del recente studio.

Sostanze chimiche pericolose in imballaggi alimentari: i risultati dello studio

Un nuovo studio internazionale ha permesso di svelare che, all’interno del nostro corpo, più di 3.600 sostanze chimiche pericolose si accumulano a causa dell’utilizzo di imballaggi alimentari, contenitori per alimenti o utensili da cucina.

Le sostanze rilevate sono diverse, e tra queste figurano diversi inquinanti, bisfenoli, ftalati, metalli pesanti, pesticidi e composti organici volatili. Analizziamo insieme i risultati dello studio e i potenziali rischi per la salute umana.

Sostanze chimiche pericolose in imballaggi alimentari: i risultati dello studio

Anche l’uso degli imballaggi alimentari e dei classici contenitori in plastica dentro i quali conserviamo i cibi posso far del male alla nostra salute. È questa la conclusione dello studio pubblicato sul Journal of Exposure Science and Environmental Epidemiology il 17 settembre 2024.

Lo studio, condotto da un team di ricercatori del Food Packaging Forum di Zurigo, l’Istituto Federale Svizzero delle Scienze e Tecnologie dell’Acqua e l’Institute of Environmental Health Science della Wayne University, ha rivelato ben 3.601 sostanze chimiche presenti nel corpo umano e provenienti da materiali a contatto con gli alimenti.

I dati, rispetto al passato, sono nettamente peggiorati. Infatti, nelle ricerche precedenti, sono state segnalate circa 1.800 sostanze chimiche che migravano dai materiali a contatto con gli alimenti.

Ad oggi, invece, gli FCC (acronimo di Food Contact Chemicals) sembrano più che raddoppiati.

Quali sono gli FCC rilevati e rischiosi per la salute

Con sostanze chimiche a contatto con gli alimenti, o FCC, indichiamo tutte quelle molecole che migrano dagli imballaggi, dai contenitori o dagli utensili da cucina verso il cibo che consumiamo.

Tra le sostanze rilevate nello studio troviamo:

  • PFAS, dei composti chimici che non si degradano facilmente e che possono accumularsi nel corpo

  • Bisfenoli come il bisfenolo A, la cui influenza soprattutto sul sistema endocrina è ormai nota da tempo

  • Ftalati, che possono interferire sulla riproduzione, e purtroppo spesso si ritrovano nelle plastiche, soprattutto quelle morbide

  • Metalli pesanti, come il piombo, che in caso di accumulo possono causare danni neurologici e altre patologie gravi.

Gli FCC, inoltre, possono anche avere un ruolo nello sviluppo di patologie tumorali, oltre che incidere negativamente sullo sviluppo del feto nelle donne in gravidanza.

Il bisogno di norme più stringenti

Sfortunatamente, la normativa attuale sulla sicurezza alimentare non è in grado di regolamentare adeguatamente la siturazione relativa alle sostanze chimiche pericolose.

Nonostante gli studi come quello appena analizzato siano condotti da anni, le leggi attuali andrebbero aggiornate per proteggere la salute dei consumatori.

Una possibile soluzione potrebbe essere lo sviluppo di materiali sicuri per la realizzazione di imballaggi alimentari e utensili che andranno a contatto con i cibi.

Nel frattempo, cosa possono fare i consumatori per difendersi dagli FCC?

Il consiglio è quello di limitare l’uso di contenitori e altri utensili in plastica, prediligendo prodotti di qualità, se possibile in vetro.