Soldi e risparmi: quali rischi corre il risparmiatore?

di Enrico Danna pubblicato:
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Ogni risparmiatore, nell'allocare le proprie risorse compie delle scelte. A ciascuna scelta corrisponde un certo grado di rischio. Spesso si finisce per considerare solo la possibile perdita in conto capitale trascurando importanti elementi psicologici che invece non devono essere sottovalutati.

Soldi e risparmi: quali rischi corre il risparmiatore?

Soldi e risparmi: il rischio di mercato 

Il rischio maggiormente percepito da qualsiasi investitore è quello legato alla possibilità di incorrere in perdite in conto capitale ovvero di vedere ridotto il proprio patrimonio personale. 

Questo rischio è strettamente collegato a quello che si può definire rischio di mercato. Di che cosa si tratta? 

L’argomento è quanto mai attuale, stante quanto vissuto negli ultimi dodici mesi. 

Il rischio di mercato è sostanzialmente quello che l’investitore sostiene per cercare di fare in modo che l’inflazione non eroda il potere d’acquisto delle somme da lui detenute.

Per fare ciò, è "costretto" a rivolgersi ai mercati finanziari e quindi ad accollarsi il relativo danno che può derivarne. 

Come ha dimostrato l’anno 2022, è ormai quasi impossibile trovare un mercato che non presenti pericoli o rischi (basta vedere l’andamento del comparto obbligazionario lo scorso anno per farsi un’idea in merito). 

Troppo sovente ci si concentra unicamente su questo aspetto, basandosi quindi su una valutazione superficialmente estrinseca di ciò cui si può andare incontro.

Si finisce per riportare il tutto a numeri che possono identificare una perdita (reale o virtuale) in termini percentuali. 

In realtà, vi è anche un aspetto intrinseco della vicenda, strettamente legato alle dinamiche e alla psiche di ogni individuo. 

Questo aspetto, spesso ignorato, riveste una importanza pari se non addirittura maggiore a quello di mercato. Cerchiamo di comprenderne i motivi. 

Soldi e risparmi: il rischio delle proprie scelte 

Quando si investono i risparmi, si può agire in prima persona oppure delegare ad altri il compito

In entrambi i casi, si fa una scelta decidendo se accollarsi l’onere delle proprie decisioni o se lasciare ad altri (si presume più preparati) questo compito.  

L’aspetto psicologico varia in base alla posizione di partenza. 

Essere responsabili in prima persona, significa portare dentro di sé il fardello delle proprie decisioni, con tutto ciò che questo può comportare.

La domanda che sorge spontanea quindi, è la seguente: quanta pressione può reggere ognuno di noi?

Quale è il livello oltre il quale il timore e le preoccupazioni diventano ansie e stress cronici? 

Se demandiamo a terze persone, è più semplice o meno giustificare eventuali insuccessi? Ovvero, prendersela con qualcun altro, aiuta veramente a livello psicologico? 

In ogni caso, la prima cosa da fare, è sempre guardarsi allo specchio ed essere molto sinceri con se stessi.

Capire quale è la soglia oltre la quale il dolore (psicologico) non è più tollerabile è essenziale per mettere in atto qualsiasi strategia d’investimento. 

Il fatto di poter incolpare altre persone può essere un sollievo temporaneo, perché poi sovviene una domanda: chi ha scelto quella persona che mi sta facendo perdere bei soldoni? 

Soldi e risparmi: ambizione e frustrazione 

La cosa più difficile da fare, quando si parla dei propri soldi, è quella di mantenere la calma, la razionalità e soprattutto di prendere le decisioni con occhio distaccato e neutro. 

Facile (nemmeno tanto) a dirsi, decisamente complicato tradurlo nella realtà dei fatti. 

Ad ogni decisione corrisponde un risultato che può essere positivo o negativo.

Il rischio concreto è quello di finire ostaggio di due sentimenti contrastanti che rappresentano i due lati della stessa medaglia: ambizione e frustrazione. 

Entrambe non portano a nulla di buono. 

L’ambizione è la diretta conseguenza dell’euforia generata da una o più operazioni positive. Ci si sente i migliori, dei fenomeni, praticamente infallibili. Ed è in quel momento che si commettono gli errori più gravi. 

Dall’altro lato, qualche operazione sbagliata può invece portare ad uno stato di frustrazione se non depressione.

Anche in questo caso, è evidente la negatività in quanto si finisce col sentirsi buoni a nulla e per incolparsi a priori di risultati negativi per scelte nemmeno ancora fatte. 

Non si dovrebbe mai perdere di vista quello che è l’obiettivo finale, ovvero la realizzazione degli obiettivi prefissati. L’uomo, però, ha bisogno di foraggiare il suo ego, più o meno frequentemente. 

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