Riforma Pensioni 2022: Draghi conferma Quota 102! Per chi?
pubblicato:La riforma pensioni 2022 è finalmente pronta e il Governo sembra non voler più fare dietrofront, nonostante l’opposizione da parte dei sindacati e lo scetticismo dei lavoratori. Come funzionerà Quota 102? Ecco tutte le risposte.
Eccoci finalmente a parlare della nuova modalità per andare in pensione nel 2022, ormai è praticamente ufficiale! Il Governo Draghi ha infatti adottato una linea che sembra non voler più cambiare; dunque, sarà Quota 102 ad accompagnarci almeno per tutto l’anno prossimo per quanto riguarda le regole di accesso alla pensione.
È ben noto come questo argomento susciti sempre molte discussioni, problemi e polemiche. Si tratta infatti di un tema molto caldo, capace di muovere moltissimi interessi, molti lavoratori e soprattutto molti enti: non è infatti solo una responsabilità del Governo, ma anche di tanti altri soggetti direttamente o indirettamente coinvolti.
Parliamo per esempio di INPS, ente che gestisce le domande per le pensioni e per molte altre misure, ma anche tanti pagamenti. Oppure della Corte dei Conti, chiamata a vigilare su come il Governo decide di investire le risorse e, in questo caso, di gestire il sistema pensionistico.
Proprio Corte dei Conti si era tempo fa espressa circa l’insostenibilità economica di Quota 100, un sistema decisamente troppo costoso e, comunque, non abbastanza efficace.
Per questo motivo, non si poteva che arrivare ad una riforma delle pensioni che, in questo caso, porterà alla nuova Quota 102. Ecco cos’è e come funzionerà!
Riforma Pensioni 2022: cos’è Quota 102?
Quota 102 è certamente una misura coerente con quella che l’ha preceduta, non solo nella forma ma anche nella sostanza. Se infatti Quota 100 richiedeva una somma pari almeno a 100 tra età anagrafica ed anni di contributi, si capisce che Quota 102 dovrà dare una somma pari almeno a 102, logicamente.
Ciò significa che dal prossimo anno si andrà in pensione con 64 anni di età e almeno 38 di contributi versati. Si sposta sostanzialmente in avanti l’asticella dell’età di due anni, un dato tutto sommato accettabile se si considera che altrimenti l’alternativa sarebbe il ritorno alla Legge Fornero.
Ma è sufficiente questo per “giustificare” questa scelta del Governo? Dal punto di vista dei sindacati (e di buona parte dei cittadini) no, come vedremo in seguito.
Riforma Pensioni 2022: sindacati scontenti, perché?
La posizione dei sindacati è sempre stata piuttosto chiara e legata soprattutto ad un non-ritorno alla Legge Fornero che permette di andare in pensione a 67 anni di età senza altre condizioni. Inoltre, il Governo ha manifestato l’intenzione di perseguire una linea principalmente contributiva, ma Quota 102 va in una direzione un po’ diversa.
Infatti, si tratta sostanzialmente di un lento ritorno alla Fornero, perché nel 2023 si potrebbe passare ad una Quota 104 (con età pensionabile pari a 66 anni di età) ed infine ritornare ai 67 anni proprio nel 2024.
Un lento ritorno alla Fornero non era ciò che cittadini e sindacati volevano e, proprio nell’ottica di un sistema interamente contributivo, i sindacati stessi avevano proposto una Quota 41 per tutti. Questa soluzione non è stata considerata dal Governo perché troppo costosa, ma di fatto non è stata intavolata una trattativa su questa base.
Almeno questa è la posizione proprio dei sindacati ed in parte dell’INPS. Sembra che, anche solo per una questione tempistica, non ci sia tempo per ritrattare e che il Governo voglia continuare sulla sua linea senza troppi ripensamenti.
Riforma Pensioni 2022: sarà Quota 102 per tutti
Questo scetticismo da parte di molti non sembra aver smosso il Governo che resta intenzionato a perseguire la linea di una Quota 102 per tutti. L’alternativa Quota 41 non è stata ritenuta adeguata e vere altre opzioni non ne sono arrivate.
Si è parlato di un Opzione Tutti ma di fatto è stata più una notizia rimbalzata dai media che una vera e propria possibilità per il Governo. In sostanza, non c’erano e non ci sono alternative all’attuale Quota 100 che diventa Quota 102.
Il motivo è da imputare probabilmente ai tempi strettissimi che il Governo ha avuto per approvare la riforma pensioni, cosa che ha portato ad una soluzione intermedia che di fatto non costituisce una riforma strutturale.
Per dirlo in parole povere, si tratta di un vero e proprio modo per guadagnare un anno e spostare in avanti il problema al 2023. Cosa succederà quindi l’anno prossimo? Impossibile dirlo ora, ma sicuramente una riforma strutturale ben studiata sarebbe un’ottima prospettiva.
Riforma Pensioni 2022: i pagamenti di gennaio quando arrivano?
In conclusione, anche se non inerente strettamente alla riforma, riportiamo le date di pagamento delle pensioni di gennaio.
Ancora una volta saranno anticipate per permettere ai cittadini di recarsi direttamente in Posta solo in pochi alla volta, scaglionati secondo un ordine alfabetico per cognome, come fatto in tutti gli scorsi mesi da quando conviviamo con la pandemia da Covid-19.
Anche per gennaio i pagamenti saranno quindi anticipati, in questo caso si potrebbe partire addirittura dal 23 dicembre, lasciando i pagamenti sostanzialmente in ogni giorno tra il 23 ed il 31, esclusi però i festivi.
Chi invece attende il pagamento tramite bonifico, dovrà aspettare il primo giorno bancabile del nuovo anno, cioè il 2 gennaio. Nulla di nuovo per i pensionati che già sono a conoscenza di questo meccanismo.