Saipem: Eni e Cdp studiano come uscire dalla tempesta
pubblicato:Eni e Cdp sconcertati. Cosa rischiano gli investitori dopo il profit warning di Saipem?
Saipem: Eni e Cdp studiano come uscire dalla tempesta
Un fulmine a ciel sereno, nel fine settimana, ha interrotto l’apparente stabilità di Saipem. La società di ingegneria ha lanciato un profit warning da 1 miliardo di euro, rilevando un "significativo deterioramento dei margini economici a vita intera di alcuni progetti relativi all’E&C Onshore e all’Offshore wind con conseguente effetto sui risultati economici consolidati”.
Nella nota agli investitori, Saipem ha poi evidenziato le nuove prospettive per i prossimi mesi:
Ebitda adjusted consolidato del secondo semestre 2021 in calo di circa 1 miliardo di euro;
Ricavi consolidati del secondo semestre 2021 in contrazione da 4,5 miliardi di euro a 3,5 miliardi di euro;
Marginalità dei progetti in diminuzione con conseguente riduzione dei ricavi.
La crisi di liquidità di Saipem
Il rialzo folle dei prezzi delle materie prime, i ritardi nella supply chain a livello mondiale, i costi troppo elevati per l’attività di ricerca e per la produzione di gas e petrolio hanno rallentato notevolmente l’avanzamento dei cantieri nelle rinnovabili, secondo l’amministratore delegato Francesco Caio.
Caio dovrà ora convincere il mercato – e gli investitori chiamati a sottoscrivere nuovi capitali - che le prospettive future miglioreranno una volta che la situazione congiunturale causata dall’emergenza pandemica e dai rallentamenti legati a specifici progetti saranno alle spalle.
Non sarà un compito facile, dopo i quattro profit warning lanciati dall’azienda negli ultimi dieci anni.
Una cordata di investitori e finanziatori
Una cordata di banche è già intervenuta per tamponare la crisi di liquidità, in vista delle prossime scadenze. Unicredit e Intesa Sanpaolo potrebbero coprire il rimborso delle obbligazioni in scadenza ad aprile (da 500 milioni di euro), ma si guarda anche alla scadenza a luglio 2023 di una linea revolving da un miliardo, sottoscritta con 17 banche.
Già schierati anche i soci di riferimento di Saipem: Eni e Cassa Depositi & Prestiti, che detengono rispettivamente il 30,5% e i 12,6% del capitale, “monitorano da vicino la situazione” per comprendere le cause che hanno portato Saipem a rivedere drasticamente il piano al 2024 presentato ad ottobre.
Le raccomandazioni degli analisti
Mediobanca boccia Saipem senza appello, definendo “sconcertante” l’ultima nota della società. Il giudizio passa da neutral a underperform e il target price è tagliato a 1,20 euro (da 2 euro precedenti).
Perplessi anche gli analisti di Banca Akros, che stimano la necessità di una rafforzamento patrimoniale compresa tra 1 e 1,5 miliardi, con possibilità di revisione al rialzo. Anche Akros riduce il target da 2,2 a 1,7 euro e il giudizio da neutral a reduce.
Kepler sospende il rating buy dopo il "massiccio profit warning" sottolineando che l’entità della perdita evidenzia chiaramente errori di gestione.
Equita prevede una ricapitalizzazione da 1 miliardo di euro, ma per il momento conferma il giudizio hold e il target price a 1,75.