Pezzotto e Pirateria, arriva la stretta: multe fino a 5.000 euro e carcere per chi trasgredisce

di Chiara Turano pubblicato:
3 min

Si fa sempre più aspra la lotta alla pirateria e al "Pezzotto": approvati due emendamenti per contrastare la pratica illegale con multe e sanzioni. Ecco cosa prevedono nel dettaglio.

Pezzotto e Pirateria, arriva la stretta: multe fino a 5.000 euro e carcere per chi trasgredisce

La lotto alla Pirateria e al Pezzotto si fa sempre più forte: la Commissione Bilancio e Finanza del Senato ha da poco approvato due emendamenti per contrastare la pirateria e che introdurranno importanti modifiche alla legge per contrastare il fenomeno.

Con il termine pezzotto, viene identificato l’utilizzo di dispositivi che permettono di accedere a contenuti a pagamento in maniera illecita o pirata.

In Italia il fenomeno è particolarmente diffuso, ed ecco che non solo la Commissione Bilancio ha operato in tal senso ma negli ultimi giorni è stato sottoscritto un protocollo tra  Agcom, Guardia di Finanza e Procura della Repubblica di Roma.

Le autorità hanno elaborato un nuovo pacchetto di misure per contrastare lo streaming illegale soprattutto delle partite di calcio con sanzioni per coloro che verranno sorpresi a fruire di tali servizi illeciti.

Vediamo nel dettaglio cosa contengono i nuovi emendamenti approvati dalla Commissione Bilancio del Senato e il nuovo protocollo.

Lotta alla pirateria e Pezzotto, ecco le novità per contrastare gli illeciti

Le sanzioni più dure per chi utilizza il Pezzotto: in Italia si fanno più severe le pene per contrastare la lotta alla pirateria.

Nel Bel Paese, stando ai dati della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV), la pirateria è molto diffusa. Lo scorso anno, gli episodi di pirateria sono stati circa  319 milioni, con un danno economico di circa 2 miliardi di euro.

Molti sono gli italiani che non conoscono le conseguenze a cui si va incontro praticando tali pratiche. Ed ecco che l’AgCom ha deciso di cercare di limitare i danni.

Attraverso pratiche di sensibilizzazione del pubblico e tramite sanzioni più severe si sta cercando di arginare il problema dei cosiddetti “pezzotti”, ossia i decoder illegali che danno la possibilità di visionare eventi sportivi senza un regolare abbonamento.

Le multe sono destinate non solo agli utenti finali, ma anche a chi promuove questi servizi illegali.

La novità recenti prevedono l’introduzione di multe con importi variabili tra 150 a 5mila euro per gli utenti finali.

Mentre per coloro che promuovono il gioco d’azzardo e l’uso del pezzotto le sanzioni possono arrivare fino a 50mila euro.

Lotta alla pirateria, ecco cosa prevedono i due nuovi emendamenti

I due emendamenti approvati in Commissioni Bilancio e Finanze del Senato, invece hanno previsto ulteriori modifiche alla legge sul contrasto alla pirateria.

Intanto è stata ampliata la piattaforma Piracy Shield, attiva dallo scorso febbraio che permette di bloccare subito gli eventi che vengono trasmessi in maniera illegale.

Con i due emendamenti non solo gli Internet service provider, ma anche i Fornitori Vpn e Open Dns possono applicare i blocchi e di conseguenza a iscriversi alla piattaforma.

Inoltre anche i motori di ricerca, dovranno eliminare dai risultati della ricerca i link relativi ad un evento trasmesso illegalmente dopo alcuni minuti dalla segnalazione.

Va detto che Piracy Shield ha già prodotto nelle prime giornate di campionato blocchi per oltre 1.000 domini e 500 indirizzi IP.

Non solo multe, previsto anche un anno di reclusione 

Non solo sanzioni economiche, i due emendamenti prevedono anche il carcere fino ad un anno di reclusione per i fornitori di servizi che essendone a conoscenza non denunciano l’attività illecita svolta tramite i propri sistemi.

Tra tali fornitori rientrano anche gli intermediari di vpn che ostacolano l'identificazione dell'indirizzo IP di origine.

Ed inoltre:

“Gli operatori di content delivery network, i fornitori di servizi di sicurezza internet e di DNS distribuiti, che si pongono tra i visitatori di un sito, e gli hosting provider che agiscono come reverse proxy server per siti web”.

 

 

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