Nexi, fusione con Worldline all'orizzonte? Il titolo intanto cala e rischia il doppio massimo
pubblicato:Unicredit alza la guidance e lavora al dossier Commerzbank, il titolo punta su nuovi massimi storici
Nexi, le ipotesi di fusione con Worldline e l'accordo da 220 milioni con la BEI non scaldano il titolo che imposta anzi un doppio massimo
Giornata no ieri per Nexi. Il titolo ha ceduto il 3,11% a 6,036 euro, minimo di seduta. Il massimo giornata è stato toccato a 6,21 euro.
Gli analisti di Mediobanca Research ipotizzano una fusione tra Worldline e Nexi come soluzione per affrontare le difficoltà di Worldline, che ha emesso un profit warning, ridotto la guidance tre volte in 12 mesi e sta cercando un nuovo CEO. Una fusione con Nexi potrebbe favorire la ristrutturazione necessaria, consolidando il settore europeo dei pagamenti e creando un'entità capace di competere a livello globale.
Mediobanca prevede un accordo con un premio del 30%, sinergie sull'Ebitda del 20%, e un impatto positivo sull'Eps di Nexi già dal primo anno.
La leva finanziaria netta dell'entità combinata potrebbe ridursi da 3,1x a 1,6x l'Ebitda nel terzo anno, dopo ristrutturazioni per circa 1,1 miliardi di euro. Tuttavia, il progetto potrebbe affrontare sfide regolamentari, richiedendo un approccio simile a quello dell'acquisizione di Borsa Italiana da parte di Euronext.
Inoltre, il Cda di Nexi ha nominato Andrea Nuzzi come nuovo membro non esecutivo e non indipendente.
Ieri Nexi e la Banca Europea degli Investimenti (BEI) hanno firmato un accordo da 220 milioni di euro per promuovere la digitalizzazione delle imprese europee e l'innovazione nei pagamenti digitali.
Le risorse saranno impiegate per modernizzare i sistemi di pagamento in Europa e finanziare progetti gestiti da Nexi Digital, l'hub tecnologico creato con Reply. I progetti mirano a sostenere gli obiettivi ESG del gruppo, come l'innovazione, la creazione di occupazione giovanile e nelle aree svantaggiate, e l'ottimizzazione sostenibile dei data center.
Il titolo ha disegnato una potenziale figura a doppio massimo nelle ultime settimane (video approfondimento su questa tipologia di figura https://www.youtube.com/watch?v=N4DcGqti-P4), a partire dal picco del 10 settembre a 6,50/52 euro. Il doppio massimo è una figura di inversione del trend molto riconosciuta nell'analisi tecnica, spesso utilizzata dagli investitori per prevedere un potenziale cambiamento nella direzione del mercato.
Questa figura si forma in un contesto di mercato rialzista, quando il prezzo di un asset raggiunge due massimi consecutivi, seguiti da una correzione al ribasso. Analizziamo più nel dettaglio la sua struttura, la conferma e i target di prezzo associati.
La figura del doppio massimo si sviluppa in tre fasi principali.
Primo Massimo: il prezzo sale fino a un punto di resistenza, formando il primo massimo. In questo caso in area 6,50/60 euro si collocano i massimi di maggio e il 61,8% di ritracciamento del ribasso dal top di dicembre 2023.
Minimo Intermedio: dopo aver raggiunto il primo massimo, il prezzo inizia a correggere, formando un minimo intermedio. Questo ritracciamento è essenziale perché segna una pausa nel trend rialzista e fornisce un punto di supporto, che in questo caso si colloca a 6,02 euro (minimo del 13 settembre).
Secondo Massimo: il prezzo poi risale nuovamente, ma anziché superare il primo massimo, si stabilizza su un livello simile, formando il secondo massimo, in questo caso quello del 19 settembre.
La vera chiave per considerare un doppio massimo come una figura di inversione valida è la conferma. Questa avviene quando il prezzo scende sotto il livello di supporto stabilito dal minimo intermedio. Quando ciò accade, si ottiene un segnale chiaro che indica che il mercato non è più in grado di sostenere il trend rialzista e che potrebbe esserci un'inversione a un trend ribassista.
Per il momento quindi la figura sul grafico di Nexi è solo potenziale, servirà la violazione di area 6 euro per confermare le prospettive di discesa.
Una volta confermata la figura del doppio massimo, gli investitori possono stabilire un target di prezzo per le loro operazioni. Per calcolare questo target, si utilizza una semplice tecnica: prima di tutto, si misura la distanza tra il primo massimo e il minimo intermedio, poi si proietta questa distanza verso il basso a partire dal punto di rottura, ovvero il livello di supporto infranto.
Questo calcolo fornisce un'idea di quanto lontano potrebbe scendere il prezzo, fornendo così un target per le operazioni ribassiste o un'area target sulla quale tentare nuove strategie rialziste.
Al di sotto dei 6 euro il target si posizionerà in area 5,50 euro. Supporto successivo a 5,05 euro. Oltre 6,30 euro i prezzi potrebbero tentare un nuovo test della resistenza critica di area 6,50/60. Solo oltre quei livelli il rimbalzo intrapreso dal minimo di inizio agosto potrebbe trasformarsi in una tendenza duratura.
Unicredit alza la guidance, utile 2024 oltre i 9 miliardi,
Unicredit brillante al termine della seduta di ieri, archiviata con un rialzo dell'1,64%. Ed anche questa mattina il titolo ha aperto con il segno positivo, toccando nuovi massimi da inizio mese. Il buon momento arriva dopo le recenti dichiarazioni dell'a.d. Andrea Orcel, che ha reso noto che l'utile netto 2024 del gruppo sarà superiore ai 9 miliardi di euro, migliorando di fatto la guidance di oltre 8,5 miliardi indicata a fine luglio dopo i risultati del primo semestre. Da ricordare come Unicredit sia impegnata in questo momento sul fronte tedesco ed in particolare su Commerzbank. Il gruppo ha presentato alla BCE istanza regolamentare per l'acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9% in Commerzbank e nel frattempo ha sottoscritto strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l'11,5% del capitale sociale della banca tedesca, salendo quindi al 21% (aveva già il 9% circa).
Con i massimi toccati questa mattina in area 38,50 il titolo ha recuperato per intero la flessione di lunedì, dando l'impressione di voler proseguire il proprio cammino di crescita verso i massimi di luglio a 39,33 euro, che rappresentano anche i record degli ultimi 10 anni.
Oltre tali riferimenti si aprirebbero ulteriori margini di crescita per il titolo che si vedrebbe proiettato verso gli obiettivi a 43,00 euro in prima battuta e poi verso target più ambiziosi a 48,00 e 50,00 euro circa.
Il buon momento del titolo verrebbe compromesso solo in caso di discese sotto 36,70, preludio ad un nuovo test tra 35,00 e 35,50 euro, mentre lo scenario di lungo periodo tornerebbe a complicarsi sotto 33,50.