Nexi, i rumors sull'offerta di TPG per il digital banking scaldano i prezzi
pubblicato:STM, Tamagnini si dimette: ufficiale la battaglia sulla governance

Seduta positiva ieri per Nexi che ha guadagnato più di 4 punti percentuali toccando i massimi da inizio anno a 5,5460 euro. Il titolo ha beneficiato delle indiscrezioni di stampa secondo cui il fondo americano TPG avrebbe offerto 850 milioni di euro circa per la divisione Digital Banking Solutions che comprende la rete nazionale interbancaria e altre infrastrutture per i clienti istituzionali. TPG sarebbe disposto a coinvolgere CDP (secondo azionista di Nexi con il 18,2%) nell'operazione (probabilmente per non incorrere nel golden power).
Rumors sull'interesse di TPG per la divisione DBS erano circolati anche a fine dicembre.
Nexi, rimbalzo dai minimi di febbraio in corso
Il titolo sta cercando di risalire la china dopo aver toccato i minimi a febbraio a 4,366 euro, agevolato anche dai dati dell'Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano.
Nel 2024 il controvalore di spesa effettuata con pagamenti mobili (smartphone e smartwatch) ha toccato i 56,7 miliardi di euro, +53% a/a. Nexi ha sovraperformato il mercato con un +61%. Inoltre le carte Nexi virtualizzate su wallet come Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay sono aumentate del 36%, mentre il numero delle transazioni mobili effettuate con carte Nexi negli store fisici e online ha fatto segnare +68%.
Graficamente il rimbalzo in atto ha ritracciato metà circa della discesa dai massimi di settembre. Una chiusura settimanale oltre 5,45 rappresenterebbe un ulteriore segnale di fiducia in favore del proseguimento della crescita verso le resistenze successive presenti tra 5,65 e 5,70 euro. Oltre questi ultimi livelli il quadro tecnico migliorerebbe sensibilmente ed i corsi avrebbero spazio per salire verso area 6,50. Segnali di cedimento invece in caso di discese sotto 5,10, preludio ad un affondo più corposo verso 4,80, riferimento che dovrà poi scongiurare un nuovo test dei bottom a 4,36 circa.
STM di nuovo in rosso, si apre il confronto sulla governance con le dimissioni di Tamagnini
Netto calo ieri per STM. Il titolo ha ceduto il 3,74% per andare a chiudere a 22,645 euro dopo avere oscillato tra 22,645 e 23,565. Il contesto di STM è attualmente caratterizzato da una forte tensione interna e controversie di governance.
Maurizio Tamagnini, vicepresidente del consiglio di sorveglianza, ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato, segnalando un crescente disaccordo tra il top management e il governo italiano, in particolare in relazione alle decisioni strategiche e alla leadership, in un momento critico per l'azienda di chip.
Il quadro economico di STM risulta complicato: nel 2024 il gruppo ha registrato una contrazione del 23% dei ricavi e del 63% dell'utile, principalmente a causa della flessione del comparto Auto.
Sul fronte della governance, la situazione si fa ancora più delicata in seguito alla frizione tra il governo italiano e quello francese, evidenziata dalle dimissioni di Tamagnini e da indiscrezioni sulla possibile sostituzione del CEO Jean-Marc Chery.
L'assetto decisionale di STM, che prevede il parere favorevole di 7 membri su 9 del consiglio di sorveglianza, risulta ora incerto, aggravato dalle pressioni sul management in un periodo di difficoltà economica.
Per quanto riguarda la riduzione dei costi, nel quarto trimestre 2024 STM ha lanciato un ambizioso programma globale volto a ridisegnare la propria base manifatturiera, puntando ad aumentare la capacità produttiva (300mm per il silicio e 200mm per il carburo di silicio) e a ottenere risparmi annuali stimati tra 300 e 360 milioni di dollari entro il 2027.
Il CEO aveva inoltre anticipato che il 2025 sarà un anno di transizione, con colloqui costruttivi con le rappresentanze dei lavoratori su programmi di sostegno alla fine della carriera. Infine, sul fronte finanziario STM ha fornito una guidance per il primo trimestre 2025 con ricavi previsti di 2,51 miliardi di dollari, segnando un ulteriore calo sequenziale di circa il 24,4%, e un margine lordo atteso al 33,8%.
A lungo termine, STM ambisce a raggiungere ricavi superiori a 20 miliardi di dollari entro il 2030, con margini molto elevati, mentre un modello intermedio prevede ricavi intorno a 18 miliardi e un margine operativo tra il 22% e il 24% per il 2027-2028.
Il prossimo appuntamento critico è fissato per il 3 aprile, quando le sigle sindacali incontreranno i ministri dell'Economia e delle Finanze per discutere la riorganizzazione di STM e i possibili tagli al personale nello stabilimento di Agrate Brianza, con ulteriori audizioni in Regione Lombardia il 27 marzo per salvaguardare i posti di lavoro.
STMicroelectronics, supporto chiave in area 21,70
Il titolo sta oscillando da due settimane all'interno dell'intervallo disegnato nell'ottava terminata il 7 marzo, compreso tra i 21,745 e i 24,255 euro. Quella candela settimanale era un "hammer", elemento che si forma di solito in prossimità di supporti rilevanti.
Fino a che i prezzi staranno al di sopra di area 21,70 lo scenario più accreditato sarà quello di una rottura di 24,25/30 con successivo test di 27,07, massimo di febbraio. Al superamento di quei livelli possibili rialzi verso area 29 euro.
Discese al di sotto di 21,70 potrebbero anticipare non solo il ritorno sul minimo di febbraio a 20,66 euro ma anche la violazione di quei livelli con successivo raggiungimento di area 15 euro.