Istat, Ocse e Banca d'Italia soddisfatti da prospettive economia
pubblicato:Il governatore della Banca d'Italia sottolinea il successo dell'economia italiana nel superare gli shock. Per Istat Pil 2023 al +1,2%.
L'Istat ha revisionato al rialzo le stime sul prodotto interno lordo italiano
L'Istat ha revisionato al rialzo le stime sul prodotto interno lordo italiano per il 2023, prevedendo un aumento del +1,2% rispetto al +0,4% ipotizzato a dicembre. Per il 2024, l'Istat ha previsto un ulteriore aumento del +1,1%.
L'istituto avverte che le previsioni si basano su ipotesi positive riguardo alla riduzione dei prezzi e all'attuazione dei piani di investimenti pubblici.
Le stime per il 2023 sono in linea con quelle del Tesoro italiano, mentre l'esecutivo Meloni si mostra più ottimista per il 2024, prevedendo una crescita del +1,5%.
Le previsioni per il PIL italiano indicano una crescita sia nel 2023 (+1,2%) che nel 2024 (+1,1%), sebbene in rallentamento rispetto all'anno precedente.
Questo aumento sarà principalmente sostenuto dalla domanda interna netta delle scorte e da un contributo più contenuto della domanda estera netta. Nel 2023, le scorte dovrebbero fornire un contributo negativo marginale, seguito da un contributo nullo nel 2024.
Si prevede che i consumi delle famiglie e delle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie aumenteranno in linea con l'attività economica, con una crescita prevista nel 2023 (+0,5%) che si rafforzerà nel 2024 (+1,1%).
Gli investimenti manterranno un ritmo di crescita elevato, sebbene in decelerazione rispetto al biennio precedente, con una previsione del 3,0% nel 2023 e del 2,0% nel 2024.
L'occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (ULA), crescerà in linea con il PIL, con un aumento previsto del 1,2% nel 2023 e dell'1% nel 2024. Ci si attende che il tasso di disoccupazione diminuisca al 7,9% nel corso di quest'anno e al 7,7% l'anno successivo.
La riduzione dei prezzi dei beni energetici e le politiche restrittive delle banche centrali favoriranno un percorso di riduzione dell'inflazione, che si rifletterà in una diminuzione della dinamica del deflatore della spesa delle famiglie residenti sia nel 2023 (+5,7%) che nel 2024 (+2,6%).
Lo scenario previsivo si basa su ipotesi favorevoli riguardanti la riduzione dei prezzi nei prossimi mesi e sull'attuazione del piano di investimenti pubblici previsto nel biennio.
Queste previsioni indicano un quadro economico in cui si ipotizza una graduale ripresa dell'economia italiana, trainata dalla domanda interna e dalla riduzione dell'inflazione.
La revisione al rialzo delle stime sul prodotto interno lordo da parte dell'Istat è un segnale positivo per l'economia italiana, indicando una prevista crescita più solida per il 2023.
L'Istat pone l'accento sull'importanza della riduzione dei prezzi e dell'implementazione dei piani di investimenti pubblici nel raggiungimento di tali previsioni.
È interessante notare che le stime dell'Istat per il 2023 sono in linea con quelle del Tesoro italiano, mentre l'esecutivo Meloni si mostra ancora più ottimista per il 2024.
Questa variazione nelle previsioni riflette la natura incerta dell'andamento economico e sottolinea l'importanza di monitorare attentamente gli sviluppi futuri per valutare l'effettiva ripresa dell'economia italiana.
Migliora anche il mercato del lavoro
I dati relativi all'occupazione in Italia nel mese di aprile 2023 mostrano una crescita dell'occupazione, con un aumento di 48.000 unità (+0,2%) rispetto al mese precedente.
Questo incremento riguarda principalmente le donne, i dipendenti permanenti, gli autonomi, i giovani e le persone di età superiore ai 50 anni, mentre si registra una diminuzione tra i dipendenti a termine e le persone di età compresa tra i 25 e i 49 anni. Il tasso di occupazione sale al 61,0%.
Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-14.000 unità, -0,7%) rispetto a marzo 2023, soprattutto tra le donne, i giovani e le persone di età compresa tra i 35 e i 49 anni. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,8%, mentre il tasso di disoccupazione giovanile si attesta al 20,4%.
Si osserva anche una diminuzione del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni, causata principalmente dalla diminuzione tra le donne e tra coloro che hanno almeno 50 anni, mentre si registra un aumento tra gli uomini e le persone di età compresa tra i 15 e i 49 anni. Il tasso di inattività scende al 33,6%.
Se confrontiamo il trimestre febbraio 2023-aprile 2023 con il trimestre precedente (novembre 2022-gennaio 2023), si nota un aumento del numero di occupati (+123.000 unità, +0,5%), un aumento delle persone in cerca di lavoro (+4.000 unità, +0,2%) e una diminuzione degli inattivi (-117.000 unità, -0,9%).
Rispetto ad aprile 2022, il numero di occupati è aumentato dell'1,7% (+390.000 unità), coinvolgendo uomini, donne e tutte le fasce d'età, ad eccezione dei 35-49enni a causa di un cambiamento demografico negativo.
Il tasso di occupazione complessivo è aumentato di 1,0 punti percentuali, anche se in questa fascia di età è aumentato dello stesso valore, poiché la diminuzione degli occupati tra i 35-49enni è stata meno marcata rispetto alla diminuzione della popolazione totale corrispondente.
Rispetto ad aprile 2022, sia il numero di persone in cerca di lavoro (-3,5%, -72.000 unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,0%, -383.000 unità) sono diminuiti.
Anche Banca d'Italia soddisfatta da economia
Nelle sue Considerazioni Finali prima della sua uscita prevista a fine ottobre, il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, affronta l'emergenza inflazionistica e l'importanza del controllo dell'inflazione. Visco indica che l'inflazione tornerà sotto controllo al 2%, ma ciò non avverrà prima del 2025.
Pertanto, rimane necessaria un'alta vigilanza monetaria e tutti devono contribuire al processo di rientro dei prezzi. Visco esprime un tono generale positivo sull'economia e sulla sua rinnovata vitalità, sottolineando che le banche hanno resistito alle crisi.
Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha sottolineato la resilienza dell'economia italiana di fronte agli shock degli ultimi anni. Nonostante la pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina, l'economia italiana è riuscita a riprendersi rapidamente.
Alla fine del 2021, il PIL aveva già recuperato il crollo registrato nei trimestri successivi all'inizio della pandemia. Nel 2022, l'economia italiana è cresciuta del 3,7%, superando le attese.
Visco ha anche evidenziato che il mercato del lavoro ha assorbito completamente il forte calo dell'occupazione, che ha colpito soprattutto i giovani e le donne.
Nel primo trimestre del 2023, la crescita economica ha superato nuovamente le aspettative. Le costruzioni sono state particolarmente forti, grazie agli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio, e i servizi sono tornati a espandersi significativamente con la fine delle misure di contenimento del contagio.
Nonostante le sfide in corso durante l'anno, la produzione manifatturiera è rimasta in media sui livelli del 2019.
Visco ha sottolineato che è possibile apportare miglioramenti al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Tuttavia, è necessario tener conto del rigoroso programma concordato con le autorità europee e mantenere un confronto costante con la Commissione Europea.
Il tempo è essenziale e il Piano rappresenta un'importante visione strategica per il Paese. Oltre agli investimenti e alle spese previste, è cruciale attuare le riforme ambiziose incluse nel Piano che sono state attese per troppo tempo.
Queste dichiarazioni di Visco sottolineano il recupero e la resilienza dell'economia italiana, nonostante le difficoltà incontrate, e l'importanza di attuare le riforme necessarie per sostenere la crescita economica a lungo termine.
L'Ocse rivede al rialzo le previsioni sulla crescita italiana: +1,2% nel 2023, conferma +1% per il 2024
L'Ocse ha aumentato le stime sulla crescita economica dell'Italia per l'anno in corso, passando dallo 0,6% ipotizzato a marzo a un nuovo valore del +1,2%. Allo stesso tempo, l'Organizzazione ha confermato le previsioni per il prossimo anno, mantenendole stabili al 1%. Questo miglioramento è stato evidenziato nel rapporto "Economic Outlook" dell'Ocse.
Secondo l'Organizzazione, è di fondamentale importanza implementare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per sostenere la ripresa economica del paese.
L'Ocse ha sottolineato che i risparmi delle famiglie italiane rimangono significativi e potrebbero contribuire a un rapido rimbalzo della domanda interna. Tuttavia, ritardi nella realizzazione del Pnrr potrebbero indebolire la crescita economica.
L'Organizzazione ha anche affermato che un approccio di bilancio leggermente restrittivo sarebbe principalmente appropriato, sottolineando la necessità di un consolidamento continuo nel corso degli anni per garantire una maggiore sostenibilità del rapporto debito/PIL.