Inflazione in calo negli USA, la Fed si prepara a rallentare la stretta monetaria
pubblicato:I dati sull'inflazione USA potrebbero incoraggiare la Fed a rallentare la stretta monetaria, gli investitori scommettono su un calo dei tassi d'interesse nella seconda metà dell'anno.
I mercati si aspettano una Fed più benevola
Le azioni statunitensi sono salite giovedì nella convinzione che la Federal Reserve abbia ormai intrapreso la rotta per rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi d'interesse.
L'S&P 500 è salito dello 0,34%, il Dow Jones Industrial Average dello 0,6% a 34189,97 e il tecnologico indice Nasdaq Composite dello 0,6% a 11001,10.
L'inflazione dei prezzi al consumo si è ridotta al 6,5% a dicembre rispetto al 7,1% di novembre.
Nonostante sia stata in linea con le attese degli economisti, una misura dell'inflazione dei servizi, che esclude i servizi energetici e il costo della proprietà o dell'affitto di una casa, ha offerto incoraggiamento sul fatto che la politica monetaria più restrittiva si stia dimostrando efficace.
L'inflazione supercore, una misura ancora più ristretta rispetto alla "core", evidenziata dal presidente della Federal Reserve Jerome Powell come particolarmente importante data la sua sensibilità ai costi del lavoro, è aumentata ad un tasso annualizzato del 3%, ben al di sotto del ritmo visto l'anno scorso.
Molti economisti hanno osservato che è normale vedere un ritardo nella significativa riduzione dei prezzi immobiliari.
I trader dopo l'uscita dei dati sui prezzi si sono sentiti più fiduciosi che la Fed potrebbe rallentare in futuro il suo ritmo di stretta monetaria, magari già a partire dalla prossima riunione che terminerà il 1° febbraio.
Il presidente della Federal Reserve Bank di Philadelphia, Patrick Harker, ha dichiarato che i rialzi tassi d'interesse da 75 punti base sono terminati e che ci saranno solo pochi aumenti di modesta portata per completare la stretta monetaria. Harker ha proposto interventi da 25 punti base come appropriati e prevede che il tasso d'interesse possa raggiungere il 5%, circa mezzo punto percentuale dal livello attuale. Inoltre, Harker ipotizza che l'inflazione core possa raggiungere il 3,5% nel 2023, rispetto all'attuale 5,7%.
Wall Street si aspetta che la banca centrale alzi il suo tasso di riferimento di un quarto di punto percentuale in un intervallo tra il 4,5% e il 4,75% il 1° febbraio.
Non tutte le voci sono però orientate nella stessa direzione: Andrew Patterson, economista senior di Vanguard, ha dichiarato che i dati, se si scava nelle sfumature, non sono così univoci in favore di un miglioramento. Patterson ha aggiunto che controllerà attentamente i commenti degli ufficiali della Fed tra ora e la fine del mese per capire meglio in quale direzione potrebbe andare la banca centrale.
Giovedì le azioni energetiche hanno avuto il miglior risultato tra gli 11 settori dell'indice SP500, salendo del 1,9% insieme ai prezzi del petrolio più alti.
I future del petrolio Brent sono aumentati dell'1,6% a $ 84,03 al barile.
Gli investitori hanno acquistato i titoli del Tesoro degli Stati Uniti, facendo salire i prezzi dei bond e pesando quindi sui rendimenti. Il rendimento del titolo del Tesoro a 10 anni degli Stati Uniti è sceso al 3,446% dal 3,554% di mercoledì sera, mentre il rendimento del titolo a due anni, che è più sensibile alle aspettative di politica monetaria, è sceso al 4,138% dal 4,226%.
Le aspettative basate sull'analisi dei future, secondo i prezzi dei derivati tramite FactSet, sono che la Fed tagli i tassi di circa mezzo punto percentuale nella seconda metà dell'anno.
Tuttavia, alcuni rappresentanti della banca hanno respinto la possibilità di eventuali riduzioni dei tassi nel 2023, sostenendo che i costi del debito dovranno rimanere alti per un po' di tempo per abbassare l'inflazione.
"Il mercato sta combattendo contro di loro", ha dichiarato Lyn Graham-Taylor, stratega tassi senior di Rabobank. "Sta facendo allentare le condizioni finanziarie", quando gli ufficiali della Fed vogliono il contrario, ha detto.
Lo yen è salito del 2,5% contro il dollaro, sostenuto dalle speculazioni che la Banca del Giappone potrebbe ritirarsi dalla sua politica monetaria ultra-accomodante.
I futures dell'oro a breve termine sono saliti dell'1,1% a $ 1895,50 l'oncia, il loro massimo in chiusura dall'aprile 2022. Il dollaro ha esteso le recenti perdite.
Il WSJ Dollar Index è sceso dello 0,9%, il calo nell'ultimo trimestre è di circa il 9%. Il trend della speculazione al momento sembra essere contro il dollaro e in favore dell'oro. La discesa dell'indice Vix al di sotto di quota 20 sembra confermare una sostanziale mancanza di tensioni sul mercato azionario.
Candela potenzialmente ribassista per lo SP500
Moderato rialzo giovedì per lo SP500. L'indice è salito dello 0,34% a 3983 punti. I prezzi hanno oscillato tra 3934 e 3998. L'andamento della seduta è stato abbastanza tormentato, il dato sull'inflazione di dicembre non ha comportato sorprese, anche se i prezzi si sono dimostrati in calo per il sesto mese consecutivo, e ai mercati è mancata la motivazione giusta per proseguire la corsa al rialzo.
Sul grafico dello SP500 è comparsa una candela giornaliera "hanging man", un elemento potenzialmente negativo.
Il fatto che i massimi di seduta, a 3998, siano a contatto con due forti resistenze, la media mobile esponenziale a 200 giorni e la linea di tendenza ribassista disegnata dal top di inizio 2022, costringe a guardare con ancora maggiore sospetto la comparsa dell'hanging man.
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Sotto area 3920, base del gap lasciato mercoledì dai prezzi, rischio di cali verso il supporto critico di area 3800, 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi di ottobre.
Solo oltre i 4000 punti la situazione si sbloccherebbe in favore del rialzo, prima resistenza in quel caso in area 4100.
Ftse Mib al rialzo giovedì
L'indice è salito dello 0,73% a 25734 punti. I prezzi hanno oscillato tra 25803 e 25559 punti. Il rialzo è arrivato in vista di una resistenza rilevante, a 25917 si colloca infatti il lato alto del gap ribassista del 24 febbraio.
La attuale situazione di ipercomprato visibile sugli indicatori di più breve termine, come l'Rsi a 14 giorni (al 73% circa), rende poco probabile una immediata rottura di area 25900/950, più probabile invece fase di assestamento o una vera a propria correzione.
Sotto area 25500 probabile una ricopertura del gap rialzista del 9 gennaio con base a 25180. Al di sopra di area 25950 l'indice potrebbe invece salire a mettere alla prova a 26500 circa il 78,6% di ritracciamento, percentuale di Fibonacci, del ribasso dal top di inizio 2022.
Seduta positiva giovedì per il Dax
Seduta positiva giovedì per il Dax che guadagna lo 0,74% a 15058 punti. I massimi di giornata, a 15095 punti, sono al di sopra della ex area di resistenza, ora divenuta supporto, di quota 14925, massimo del 29 marzo scorso.
Fino a che le quotazioni rimarranno al di sopra di questi livelli sarà possibile assistere al proseguimento del rialzo con target a 15350, 78,6% di ritracciamento del ribasso dal massimo di gennaio 2022 (percentuale di Fibonacci).
Solo sotto area 14900 l'indice segnalerebbe di volere effettuare una correzione della recente discesa. I prezzi si solo lasciati alle spalle un gap il 9 gennaio, con base a 14610, e potrebbero volere ricoprirlo prima di valutare la ripresa dell'uptrend.
Sotto area 14600 supporto a 14120, area di transito della media mobile esponenziale a 50 giorni.
Il semaforo delle borse
Legenda: Last close indica il prezzo utilizzato nell’analisi. Roc 1 indica la variazione percentuale dell'ultima seduta Variaz. % dal 31/12/2021 indice la variazione percentuale dalla data indicata Variaz. % dal 31/12/2021 netto cambio indica la performance al netto delle oscillazioni del cambio per gli strumenti non in euro MM 40 giorni indica il valore della media mobile a 40 sedute, in rosso se superiore alla chiusura (downtrend) in blu se inferiore (uptrend). Trend Breve Termine indica una valutazione prospettica per la tendenza attesa nelle sedute successive. Trend Medio Termine indica una valutazione prospettica per la tendenza attesa nelle settimane successive. FtaIndex riporta il valore di un indicatore proprietario che oscilla tra -100 e +100 esprimendo un giudizio sintetico sulla condizione grafica dello strumento (-100 giudizio peggiore, +100 giudizio migliore). Supporto e resistenza indicano i livelli di prezzo che potrebbero arrestare movimenti di rialzo, la resistenza, o di ribasso, il supporto. Rsi indica il valore dell’indicatore Relative Strenght Index calcolato a 8 giorni. Valori superiori a 70 implicano il rischio di correzioni ribassiste, inferiori a 30 la possibilità di rimbalzi. Rsi divergenza indica la presenza di divergenze bullish o bearish tra Rsi e prezzi, ovvero una perdita di forza del trend visto fino a quel momento che potrebbe evolvere nella direzione della divergenza. Distanza %le massimi e minimi ultime 23 sedute indica quanto distano massimi e minimi mensili.