Fondo Pensione o TFR? Ecco quale conviene tra costi e rendimenti
pubblicato:Ancora oggi è difficile scegliere tra un fondo pensione e il TFR per il proprio futuro previdenziale. Vediamo infatti come funzionano, e a cosa fare attenzione tra costi e rendimenti.
Investire i propri risparmi oggi non è assolutamente facile, soprattutto se con questi risparmi si vuole favorire la propria previdenza.
In un futuro in cui le pensioni pubbliche rischiano di rimanere "corte" per la stragrande maggioranza della popolazione, non pochi in Italia fanno sempre più affidamento ai fondi pensione.
Anche se l'alternativa del TFR è allettante. Infatti c'è da chiedersi quale sia il migliore a livello di costi e di rendimenti.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Ciao Elsa - TFR e pensioni spiegati facili.
Fondo pensione o TFR: quali sono le differenze
Prima di andare a vedere quale sia la soluzione più conveniente, è bene fare un sunto sulle principali differenze tra fondo pensione e TFR.
Il primo è uno strumento utile per il lavoratore ai fini previdenziali, perché permette a questi di usufruire in futuro di una pensione complementare.
Ovvero un tipo di pensione che va a integrare quella maturata col versamento dei contributi previdenziali obbligatori.
Il suo funzionamento è abbastanza semplice: ogni mese (o anno) il lavoratore accantona in un fondo pensione parte del suo reddito, in modo da farlo maturare e poi poterlo riscattare al termine della propria vita professionale.
Invece il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è un elemento retributivo che matura per ogni mese di vigenza del contratto di lavoro. A differenza del fondo, il TFR non viene liquidato quando si va in pensione, ma solo alla cessazione del rapporto di lavoro.
Tra l'altro il suo cumulo non deriva da un versamento volontario come il fondo pensione: esso viene trattenuto in busta paga, e corrisponde a circa una mensilità dello stipendio (o più precisamente al 6,91% della retribuzione lorda annua).
L'unico punto in comune tra fondo e TFR è la destinazione del capitale. Qualora il lavoratore non voglia destinarlo in azienda, o in alternativa al Fondo Tesoreria INPS, il TFR può confluire in un fondo di previdenza complementare.
E non è la stessa cosa. Cambiare la destinazione di così tanti soldi significa affrontare costi completamente diversi, così come ritrovarsi con rendimenti ora migliori, ora peggiori.
Fondo pensione o TFR: cosa cambia tra costi e rendimenti
Già dalla Relazione 2024 del COVIP (l’Autorità di Vigilanza sui Fondi Pensione) si può vedere quanto sia netta la differenza tra fondi pensione e TFR nei costi e nei rendimenti.
Partendo dai Fondi, nel periodo 2014-2023 il rendimento medio dei fondi aperti è stato del 4,5%. A seguire i fondi negoziali (4,4%) e i PiP - Piani Individuali Pensionistici (4,2%).
Per quanto riguarda il TFR, se maturato in azienda, la liquidazione si attesta al 2,5% netto. Non moltissimo.
Ma anche gli stessi fondi possono garantire cifre simili, se si seguono linee diverse.
Ad esempio, nel caso dei fondi aperti, la percentuale più alta di rendimenti (il 4,5%) proviene dai fondi con linee azionarie. Di contro, i fondi con linee bilanciate arrivano come rendimenti al 2,9%, mentre quelli con linee obbligazionarie miste all'1,2%. Quasi nulle quelli con linee obbligazionarie pure e garantite, intorno allo 0,5%.
Andando invece a vedere i costi, se si guarda agli oneri dei fondi negoziali la percentuale arriva allo 0,25% annuo per le linee obbligazionarie (orizzonte di 35 anni), mentre si arriva per le linee garantite allo 0,72% (orizzonte di 10 anni).
Niente in confronto ai costi medi dei fondi aperti, che vanno dallo 0,95% (linee obbligazionarie, orizzonte di 35 anni) all’1,72% (linee azionarie, orizzonte di 10 anni). Per il PIP, rispettivamente, sono 1,47% e addirittura 2,66%.
E il TFR? Assolutamente nulla: il TFR non prevede costi di gestione.
Fondo pensione o TFR: quale conviene?
A livello di convenienza, bisogna fare i dovuti distinguo tra Fondo pensione e TFR.
Se da una parte, a livello di rendimenti, il fondo pensione risulta conveniente, va detto che il TFR non finisce mai in negativo, visto che parte dall'1,5%, al quale si aggiunge una maggiorazione pari al 75% dell'inflazione (per la precisione l'indice FOI).
Altro vantaggio del TFR rispetto al fondo pensione è il fatto che non preveda costi, mentre, come visto ad esempio con il PiP, si rischia addirittura un onere di mantenimento vicino al 3%. Con il rischio che tutti i rendimenti vengano "mangiati" tutti.
Semmai il problema è la tassazione, perché il TFR ne prevede due:
- •
sulle rendite (11%),
- •
sul capitale (dal 23% al 43%).
Mentre il fondo pensione è tassato dal 15% al 9%, in funzione del numero di anni di iscrizione. Anche nel caso di accantonamento del TFR stesso in un fondo.
Senza contare che il TFR è liquidato in caso di cessazione dell'attività lavorativa aziendale, mentre il fondo è riscattabile anche in anticipo, seppur parzialmente e nelle condizioni previste dal contratto che si è stipulato.
Come sempre, la decisione spetta al lavoratore, che deve valutare attentamente (anche grazie al supporto di un consulente) cosa e dove investire al meglio: se i propri risparmi su un fondo pensione, o direttamente il proprio TFR in azienda o addirittura in un fondo.