Salvatore Ferragamo in forte calo dopo i risultati 2024

di FTA Online News pubblicato:
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Leonardo reduce da un brutto venerdì, segnali di indebolimento del trend

Salvatore Ferragamo in forte calo dopo i risultati 2024

Ferragamo chiude male la settimana dopo i dati

Ultima seduta della settimana da dimenticare per Salvatore Ferragamo, che ha lasciato sul terreno poco meno di 16 punti percentuali.

Giovedì a mercati chiusi la casa del lusso di Firenze ha comunicato i risultati 2024.
Lo scorso esercizio va in archivio con ricavi a 1,035 miliardi di euro, -10,5% a/a, dato anticipato a fine gennaio, leggermente migliore del consensus e con buone indicazioni dal mix dei ricavi.

L'EBIT si attesta a 35 milioni di euro (79 nel 2023), mentre il risultato netto è negativo per 68 milioni (+26 nel 2023). Niente guidance 2025 alla luce delle "incertezze sulla domanda dei beni di lusso".

Nella presentazione dei dati il consigliere Ernesto Greco ha detto che nei primi due mesi dell'anno i ricavi sono stabili o in lieve rialzo e che il consensus sull'EBIT 2025 a 43 milioni "sembra una buona stima".

Le deleghe dell'ex a.d. Gobbetti (uscito dal gruppo il 3 febbraio) sono state redistribuite.

Ferragamo, azioni pericolosamente vicini ai 6 euro

Il titolo, che da inizio dicembre aveva accennato una reazione andando a ritracciare il 38,2% circa del ribasso dai top di febbraio 2024, ha ceduto in una sola giornata quasi due terzi di tale movimento, riavvicinandosi a quota 6,00.

Sotto 6,00 euro probabile un nuovo test dei bottom 2024 in area 5,45, baluardo che dovrà scongiurare il proseguimento della discesa verso 5,00 e 4,50 euro.

Reazioni dai livelli attuali dovranno invece percorrere molta strada per poter riportare in equilibrio il quadro tecnico.

Solo oltre 7,44 infatti, gap down lasciato aperto venerdì in apertura, lo strappo verrebbe ricucito ed il titolo mostrerebbe nuovi segnali di recupero che potrebbero favorire la ripresa del rialzo verso target più ambiziosi ipotizzabili a 9,20 e 10,10 circa. Cautela, dunque, in attesa di capire le prossime intenzioni dei corsi nel breve periodo.

Leonardo sconta prese di profitto, ma ricomincia bene l'ottava

Prese di profitto venerdì su Leonardo. Il titolo ha ceduto il 6,43% a 43,20 euro. I prezzi hanno oscillato tra 43,20 e 44,06 euro. Stamane l'azione tenta una reazione con un +0,81% a 43,55 euro durante i primi scambi.

Gli analisti parlano genericamente di "prese di profitto dopo i recenti rialzi", non emergono altre motivazioni alla base del ritracciamento dei prezzi di venerdì.

Il CEO di Leonardo, Roberto Cingolani, ha dichiarato che l'azienda non è in trattative con produttori automobilistici come Stellantis per la produzione di equipaggiamento militare.

Nonostante l'aumento della spesa per la difesa in Europa, l'industria automobilistica potrebbe dare solo un contributo limitato alla produzione militare, dato che una conversione diretta da automobili a carri armati sarebbe complessa.

Parallelamente, Leonardo ha annunciato un accordo con Baykar, il principale produttore turco di droni, per creare una joint venture in Italia dedicata alla produzione di UAV (Unmanned Aerial Vehicles). L'accordo mira a colmare il gap europeo nella tecnologia dei droni, in un mercato stimato in 100 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni.

Il primo drone sviluppato dalla JV sarà basato sul modello Akinci di Baykar e sarà disponibile in circa 18 mesi.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato il ruolo strategico dell'industria italiana nella difesa, citando l'acquisizione di Piaggio Aerospace da parte di Baykar come un esempio di rilancio industriale. Cingolani ha ribadito che la nuova JV non entrerà in conflitto con il progetto Eurodrone, sviluppato con Airbus e Dassault, poiché le due iniziative avranno applicazioni differenti.

La posizione di Leonardo sulla collaborazione con l'automotive riflette una visione pragmatica: sebbene vi siano impianti inutilizzati in Europa, la transizione dall’industria automobilistica alla produzione militare è tutt'altro che immediata. Tuttavia, in un contesto di riarmo accelerato, potrebbe esserci spazio per integrazioni tecnologiche tra i due settori, per esempio nella componentistica avanzata.

L'accordo con Baykar è invece una mossa strategica che rafforza Leonardo nel mercato europeo dei droni, attualmente dominato da player extraeuropei.
Inoltre, permette alla Turchia di guadagnare un punto d’appoggio in Europa, consolidando la sua posizione nel settore della difesa.

Questa alleanza evidenzia anche la necessità per l’UE di colmare il divario tecnologico nella produzione di UAV, soprattutto considerando il ruolo sempre più centrale dei droni nelle operazioni militari moderne. La sfida ora sarà integrare questo progetto con le altre iniziative europee, come l’Eurodrone, evitando sovrapposizioni e sprechi di risorse.

Leonardo, tre gap in successione

I prezzi di Leonardo sono arrivati a toccare in area 47 euro una resistenza importante. Sul grafico a candele giornaliere sono infatti comparsi tre gap in successione, il primo il 6 novembre 2024 (dopo una fase laterale), il secondo il 17 febbraio e l'ultimo il 3 marzo. Quando si verificano tre gap consecutivi in un grafico che abbiano determinate caratteristiche, questo può essere un segnale che il trend sta perdendo forza e potrebbe essere in esaurimento.

La "teoria dei tre gap" in analisi tecnica distingue tre tipi principali di gap, che offrono indicazioni sulla dinamica del trend e sulla psicologia di mercato.

Breakaway Gap (Gap di Rottura):
Questo gap si verifica quando il prezzo rompe livelli chiave di supporto o resistenza, allontanandosi rapidamente dal pattern precedente. Solitamente accompagnato da volumi elevati, segnala l'inizio di un nuovo trend. È un segnale forte che il mercato sta cambiando direzione, spingendo il prezzo lontano dalla zona di consolidamento.

Continuation Gap (Gap di Continuazione) o Measuring Gap:
Si manifesta all'interno di un trend già in atto, confermando la forza e la persistenza del movimento. Questi gap indicano che il trend attuale è sostenuto e che il mercato continua a muoversi nella stessa direzione, fornendo ulteriore conferma della continuità del movimento.

A posteriori questi gap si collocano a metà dell'intero movimento.

Exhaustion Gap (Gap di Esaurimento):
Appare tipicamente verso la fine di un trend, sia rialzista che ribassista, e suggerisce che il movimento sta per esaurirsi. Spesso accompagnato da un picco di volumi, questo gap può preannunciare una possibile inversione del trend o l'inizio di una fase di consolidamento.

Se si osservano tre gap in successione – per esempio, un gap di rottura seguito da un gap di continuazione e infine un gap di esaurimento – questo schema potrebbe indicare che il trend ha raggiunto il suo picco e ora sta esaurendosi.

In altre parole, il mercato potrebbe aver già esaurito la sua spinta direzionale, rendendo probabile un'inversione o una fase di consolidamento.

Calcolando la distanza tra i minimi di agosto e il gap del 17 febbraio e proiettandola da quei livelli si ottiene un target a 47 euro, coincidente con i recenti massimi.

Eventuali discese sotto area 42 confermerebbero che la tendenza rialzista è temporaneamente esaurita, rischio di ripiegamenti correttivi verso i 31/32 euro.

Sopra area 45 atteso un nuovo test di quota 47,12 (top del 6 marzo). Resistenza successiva a 50,50 euro.