Salvatore Ferragamo in crisi: tagli alle previsioni e target price ribassati

di FTA Online News pubblicato:
4 min

STM ai minimi da 4 anni, ma spunti da Intel

Salvatore Ferragamo in crisi: tagli alle previsioni e target price ribassati

Ferragamo, continuano i cali, gli analisti abbassano i target

Molto pesante ieri Ferragamo. Salvatore Ferragamo in calo del 4,15% a 6,355 euro (i prezzi hanno oscillato tra 6,355 e 6,585).

J.P. Morgan ha abbassato il target price di Salvatore Ferragamo da 8 a 6,8 euro, mantenendo una raccomandazione "underweight" sul titolo. In previsione dei risultati del terzo trimestre, gli analisti hanno ridotto le stime sugli utili per azione (EPS) del 17-18% a partire dal 2024. Questa revisione al ribasso riflette le preoccupazioni sulle prospettive di crescita del brand e sul possibile impatto dei risultati trimestrali futuri.

Anche Intesa Sanpaolo ha ridotto recentemente il target price di Salvatore Ferragamo da 8,7 a 7,1 euro, mantenendo la raccomandazione "hold". Gli analisti hanno spiegato che il deterioramento delle condizioni macroeconomiche in Cina continua a indebolire la domanda da parte dei consumatori cinesi, portando a una revisione al ribasso delle previsioni di vendita per il secondo semestre 2024. Le vendite nette, inizialmente previste per un leggero rimbalzo, sono ora stimate in calo del 6%. Questo ha portato a una riduzione delle stime di vendita per il 2024 del 2,2% e dell'Ebit di oltre il 20%.

Sulla stessa lunghezza d'onda Barclays che ha abbassato il target price di Salvatore Ferragamo da 7,19 a 6,87 euro, mantenendo la raccomandazione "underweight". Gli analisti hanno ridotto le stime di Eps per il 2025 del 47%, evidenziando che il gruppo è attualmente in una fase di trasformazione del marchio, iniziata con l'arrivo di un nuovo CEO e di un nuovo direttore creativo nel 2022. Tuttavia, il marchio continua a mostrare segnali di debolezza, e un contesto macroeconomico sfavorevole potrebbe esercitare ulteriore pressione sulle performance del gruppo.

Il quadro grafico al momento resta pesantemente ribassista: la violazione dei minimi di ottobre 2011 a 8,10, avvenuta a inizio agosto dopo alcune settimane di lotta per evitare la discesa al di sotto del supporto, non fa altro che confermare l'intonazione negativa che pesa sul titolo dai massimi di inizio 2023 a 18,83 euro.

Difficile ipotizzare ulteriori obiettivi del ribasso in assenza di riferimenti storici sui quali fare affidamento. Sul fronte opposto, invece, sarebbe il ritorno al di sopra di 7,15 ad inviare un primo segnale di ripresa. Solo recuperi oltre gli 8,10 euro farebbero poi pensare all'avvio di una vera e propria correzione, primo target a 9 euro circa.

STM in rialzo, spunti dall'accordo di Intel con l'AWS di Amazon

STMicroelectronics ha chiuso la seduta di martedì in rialzo dopo aver toccato il giorno precedente i minimi degli ultimi 4 anni a 24,76 euro. Ieri il comparto europeo dei microchip è apparso tutto in rialzo dopo il recente rally di Intel a Wall Street. Il gruppo ha siglato un importante accordo con Amazon Web Services (AWS) per la fornitura di chip per l'intelligenza artificiale.

Da segnalare anche la dichiarazione del chief executive Pat Gelsinger che ha fatto dietrofront sulla strategia focalizzata sulla produzione di semiconduttori perseguita da oltre tre anni. Strategia che non ha dato i frutti sperati, anzi: Intel aveva infatti chiuso il 2023 comunicando per la prima volta i dati disaggregati di Foundry, il business manifatturiero appunto, segnati da un rosso monstre di 7 miliardi. Foundry diventerà una sussidiaria interamente separata da Intel.

Graficamente STM non si trova di certo in una posizione invidiabile; come detto infatti i prezzi sono sui minimi degli ultimi 4 anni dopo aver violato in area 27,20 la base del canale rialzista, correttivo del precedente impulso negativo, che si era formato nel corso del mese di agosto.

Dai massimi di inizio giugno in area 41,80 il titolo ha ceduto il 40% circa ed ora non sarà facile recuperare rapidamente il terreno perso. Area 24,70/25,00 si presente come importante supporto nel breve, chiamato a frenare la recente emorragia di vendite e ad agevolare una reazione che permetta quanto meno di allentare le tensioni.

Primi segnali in tal senso solo oltre 26,40 per 27 e 27,50 circa, mentre in ottica di più lungo periodo sarebbe soltanto il superamento di quota 29,00 a prospettare qualcosa di più importante sul fronte dei rialzi. Sotto 24,70 invece primo target a 23,00 euro e successivo a 21,00 circa.