Seduta positiva ieri per Eni: il titolo cresce dello 0,95%
pubblicato:Nonostante il rimbalzo recente, il titolo Eni deve superare i 15 euro per confermare una tendenza rialzista duratura; il supporto critico è fissato a 13,80 euro
Seduta positiva ieri per Eni. Il titolo ha guadagnato lo 0,95% a 14,736 euro (range di oscillazione 14,614 - 14,844). A sostenere le quotazioni è stata la crescita del prezzo del greggio.
Eni sostenuto dal rialzo del prezzo del greggio
L'aumento dei prezzi del petrolio, sia Brent che WTI, è spesso influenzato da fattori geopolitici, come le tensioni militari e i conflitti che coinvolgono regioni chiave per la produzione di petrolio.
In questo caso, il rialzo dei prezzi può essere attribuito a due fattori principali.
Escalation delle tensioni in Medio Oriente
Il primo è l'escalation delle tensioni in Medio Oriente. L'intervento militare di Israele nel sud del Libano, con bombardamenti su postazioni di Hezbollah, aumenta l'incertezza nella regione, una delle aree più strategiche al mondo per la produzione e il trasporto di petrolio.
Le preoccupazioni su una possibile espansione del conflitto possono portare a timori di interruzioni nell'approvvigionamento, facendo salire i prezzi del petrolio.
Stop alla produzione e all'export di petrolio in Libia
Il secondo è lo stop alla produzione e all'export di petrolio in Libia. La decisione del governo dell'Est della Libia di interrompere la produzione e l'esportazione di petrolio in risposta alle tensioni con il governo appoggiato dall'ONU aggrava ulteriormente la situazione.
La Libia è un produttore significativo di petrolio, e qualsiasi interruzione nella sua produzione può avere effetti immediati sui mercati globali del petrolio, contribuendo all'aumento dei prezzi.
In sintesi, l'incertezza e il rischio percepito legati a questi eventi hanno spinto al rialzo i prezzi del Brent e del WTI, poiché i mercati reagiscono rapidamente a potenziali minacce all'approvvigionamento globale di petrolio.
Approvazione dei piani di sviluppo per i progetti Northern Hub e Gendalo & Gandang
Sempre ieri Intesa Sanpaolo ha confermato il rating "hold" su Eni (prezzo obiettivo di 16,10 euro) in seguito all'approvazione dei piani di sviluppo per i progetti Northern Hub e Gendalo & Gandang da parte delle autorità indonesiane.
Questa decisione è significativa perché l'Indonesia rappresenta una delle aree chiave per l'espansione upstream di Eni.
La società ha una presenza consolidata nella regione, specialmente nell'area del Kalimantan orientale, dove la produzione raggiunge circa 95.000 barili al giorno, che corrispondono al 5,6% della produzione complessiva di Eni.
L'analisi di Intesa Sanpaolo sottolinea l'importanza strategica di questi sviluppi per Eni, ma allo stesso tempo, il rating "hold" indica che gli analisti non vedono un potenziale significativo per un aumento del prezzo delle azioni nel breve termine, con un target price (TP) fissato a 16,10 euro per azione.
Questo suggerisce che, nonostante i progressi in Indonesia, il titolo Eni potrebbe già riflettere nelle sue attuali valutazioni il potenziale di crescita derivante da questi progetti.
Dettagli del Progetto Northern Hub
Come spiegato l'approvazione da parte delle autorità indonesiane dei piani di sviluppo dei depositi di Geng North e Gehem rappresenta un passo significativo per Eni nella regione. Questi progetti, che costituiranno il Northern Hub nel bacino del Kutei, promettono di aumentare considerevolmente la produzione di gas e condensati del gruppo, con volumi stimati a circa 57 milioni di metri cubi di gas e 80.000 barili di condensati al giorno.
Dettagli del Progetto Northern Hub
Geng North: La scoperta, annunciata da Eni nell'ottobre 2023, contiene riserve stimate in 5 tcf (143 miliardi di metri cubi) di gas e 400 milioni di barili di condensati. Gehem: Questo giacimento contiene 1,6 tcf (45 miliardi di metri cubi) di gas.
Lo sviluppo prevede l'installazione di pozzi sottomarini, flowline e una nuova unità galleggiante di produzione, stoccaggio e scarico (FPSO) con una capacità di trattamento giornaliera di 1 bcf/d (29 milioni di metri cubi di gas) e 80.000 barili di condensati, oltre a una capacità di stoccaggio di 1 milione di barili.
Il gas sarà trattato sulla FPSO e poi trasportato verso le strutture di ricezione a terra, come il terminale di Santan e la rete di gasdotti dell'East Kalimantan. Parte del gas sarà liquefatto presso l'impianto GNL di Bontang, mentre un'altra parte sarà destinata al mercato interno.
I condensati saranno stabilizzati e stoccati sulla FPSO per poi essere esportati tramite navi cisterna.
Progetto Gendalo & Gandang
Il piano di sviluppo per Gendalo & Gandang riguarda riserve cumulative di 2 tcf (57 miliardi di metri cubi) di gas nel blocco Ganal PSC.
Questo sviluppo sarà realizzato tramite pozzi sottomarini collegati al progetto Jangkrik, prolungando il plateau di produzione di gas di Jangkrik di circa 750 mscf/d (21 milioni di metri cubi/giorno) per almeno 15 anni.
Questi sviluppi, insieme ai progetti in corso nei giacimenti di East Merakes e Maha, sono frutto della partnership tra Eni e SKK Migas e avranno un impatto positivo sia sull'economia locale sia sull'aumento della capacità di esportazione di gas, rafforzando ulteriormente la presenza di Eni in Indonesia e contribuendo alla stabilità delle forniture di gas per il mercato domestico.
Conclusione della vendita di Nigerian Agip Oil Company Ltd (NAOC) a Oando PLC
Settimana scorsa Mediobanca Research ha confermato il rating "outperform" su Eni in seguito alla conclusione della vendita di Nigerian Agip Oil Company Ltd (NAOC) a Oando PLC, una delle principali società energetiche nigeriane quotata sia alla Borsa della Nigeria che a Johannesburg.
Questa operazione è stata vista positivamente dagli analisti poiché rientra nella strategia di Eni di razionalizzare il proprio portafoglio upstream, focalizzandosi su asset più strategici e dismettendo quelli meno in linea con le sue attuali priorità.
Razionalizzazione del portafoglio: La cessione di NAOC, attiva nell'esplorazione e produzione di idrocarburi onshore e nella generazione di energia elettrica in Nigeria, permette a Eni di alleggerire il proprio portafoglio da asset che potrebbero essere considerati impegnativi e problematici in termini di produzione.
Impatto ESG: Mediobanca evidenzia che questa operazione potrebbe migliorare il ranking ESG (Environmental, Social, and Governance) complessivo di Eni, poiché permette all'azienda di concentrarsi su attività più sostenibili e meno problematiche.
Continua presenza in Nigeria: Nonostante la cessione di NAOC, Eni continuerà a essere presente in Nigeria, focalizzandosi su progetti in acque profonde e sul gas naturale liquefatto (GNL), oltre a esplorare nuove opportunità nel settore delle materie prime agricole.
Giudizi degli analisti su Eni
In sintesi, Mediobanca vede questa mossa come un passo strategico per Eni, in linea con la sua politica di focalizzarsi su asset ad alto valore e di rafforzare il suo profilo ESG, mantenendo comunque una presenza significativa in Nigeria.
Anche Banca Akros ha confermato il rating "buy" su Eni, con un target price di 18,5 euro per azione, dopo la conclusione della vendita di Nigerian Agip Oil Company Ltd (NAOC) a Oando PLC. Questa operazione è stata valutata positivamente dagli esperti di Banca Akros, poiché è considerata in linea con la strategia di Eni di ottimizzare il proprio portafoglio attraverso la cessione di asset non strategici.
La vendita di NAOC, che è attiva nell'esplorazione e produzione di idrocarburi onshore e nella generazione di energia elettrica in Nigeria, consente a Eni di concentrarsi su aree più strategiche e redditizie, mantenendo un focus sugli investimenti in settori chiave come le attività offshore e il gas naturale liquefatto (GNL).
Secondo Banca Akros, questa mossa è coerente con l'obiettivo di Eni di razionalizzare le sue operazioni globali, migliorando al contempo il valore per gli azionisti.
Eni deve superare i 15 euro per confermare una tendenza rialzista duratura
Il titolo Eni si è mosso all'interno di un canale crescente disegnato dal minimo di giugno grazie al quale i prezzi hanno ripercorso la metà circa del ribasso dal massimo di aprile.
Per adesso, nonostante il recente rimbalzo, il rischio di essere in presenza di una fase solo correttiva, ovvero una pausa della discesa precedente, resta elevato.
Per incrementare le possibilità di una fase di espansione duratura le quotazioni dovrebbero risalire al di sopra di area 15 euro (lato alto del gap ribassista del 16 maggio). In quel caso il ritorno sui massimi di ottobre 2023, a 15,83 euro, diverrebbe probabile.
Resistenza intermedia a 15,40 euro. In caso di superamento anche di 15,83 sarebbe lecito attendersi la ripresa della tendenza rialzista attiva dal minimo di settembre 2022, con obbiettivi ambiziosi.
Senza il superamento prima di 14,70, poi di area 15 i prezzi potrebbero dirigere verso la base del canale crescente citato, passante a 13,80 euro. Nel breve primo supporto a 14,20 euro.
La violazione di 13,80 negherebbe le possibilità di rialzo facendo emergere la prospettiva di cali verso 12,20, target della figura ribassista (doppio massimo) disegnato dal massimo di ottobre 2023. Supporto intermedio a 12,90 euro.