Datalogic, passo indietro del titolo dopo la revisione del target di Equita

di FTA Online News pubblicato:
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Moncler: dopo la Cina, il settore del lusso mette sotto la lente i consumi USA

Datalogic, passo indietro del titolo dopo la revisione del target di Equita

Forte ribasso venerdì per Datalogic dopo che Equita ha confermato la raccomandazione buy sul titolo, ma ha ridotto il prezzo obiettivo da 6,60 a 5,80 euro all'indomani dei risultati 2024. Gli analisti hanno abbassato la loro stima sull'EBITDA 2025 portandola al livello del consensus.

Il gruppo, leader mondiale nei settori dell'acquisizione automatica dei dati e dell'automazione industriale, ha chiuso il 2024 con ricavi pari a 493,8 milioni di euro, in flessione del 4,8% rispetto all'esercizio precedente.

L'Adjusted EBITDA margin dell'esercizio si è attestato al 9,0% a 44,5 milioni di euro, il Risultato netto dell'esercizio è stato pari a 13,7 milioni a fronte dei 9,5 nel 2023.

L'Indebitamento Finanziario Netto è di 9,5 milioni, a valori tra i più bassi degli ultimi anni, nel 2023 era di 35,3 milioni.

Il Consiglio di Amministrazione ha proposto un dividendo, al lordo delle ritenute di legge, pari a 12 centesimi di Euro per azione.

Datalogic, cancellato il progresso delle 5 giornate precedenti

Graficamente il ribasso di venerdì di Datalogic ha annullato il progresso dei 5 giorni precedenti, riportando i prezzi in prossimità dei minimi di gennaio in area 4,25. Se tale livello dovesse essere violato troverebbe continuità il trend ribassista in atto da settembre, con un primo obiettivo a 4,00 euro e successivo nei dintorni di quota 3,00, dove sono stati toccati i bottom del lontano 2010.

Reazioni dai livelli attuali necessitano del superamento di area 4,90, resistenze che settimana scorsa ha respinto un primo attacco del titolo, per trasformarsi in qualcosa di più di una semplice reazione tecnica.

Oltre 4,90 possibile ritorno in area 5,50, poi target a 6,20 euro, ma l'ipotesi rialzista resta per il momento tutta da confermare.

Moncler, all'attenzione del settore del lusso l'evoluzione dei consumi USA

Seduta debole venerdì per Moncler: il titolo ha ceduto l'1,5% a 60,50 euro dopo avere oscillato tra 60,12 e 61,06 euro. Il settore del lusso si trova ad affrontare una fase di incertezza, con gli investitori che mantengono un atteggiamento cauto di fronte ai segnali contrastanti provenienti dalle trimestrali e all'attesa di nuovi dazi commerciali.

Se in passato le preoccupazioni principali delle aziende europee del lusso erano legate alla Cina, oggi un nuovo elemento si sta facendo strada: il rischio di un rallentamento economico negli Stati Uniti.

UBS ha recentemente pubblicato una nota in cui sottolinea come i solidi risultati del quarto trimestre per i brand europei del lusso siano stati trainati soprattutto dalla domanda statunitense.

Tuttavia, con un possibile rallentamento economico negli USA – un tema che, curiosamente, non è stato affrontato nel recente discorso del presidente Donald Trump – cresce il timore che la debolezza del consumatore americano possa rappresentare un rischio per le stime di breve termine.

Già Prada e Ferragamo hanno evidenziato segnali di rallentamento della spesa da parte dei consumatori americani, un fattore che ha contribuito al de-rating del settore.

Attualmente, i titoli del lusso trattano a un multiplo prezzo/utili di circa 23-20,5x per il 2025-26, con un premio del 60% rispetto all'Euro Stoxx 600 (in linea con la media decennale del 62%).

Sebbene le valutazioni siano ora più ragionevoli rispetto ai picchi di metà febbraio, il contesto macro rimane incerto e il mercato attende segnali più chiari di una ripresa del business nella seconda metà dell'anno.

Tra i titoli sotto osservazione, Moncler continua a ricevere attenzione dagli analisti.

Banca Akros ha recentemente confermato la raccomandazione "accumulate" con un target price di 73 euro, prevedendo per il primo trimestre del 2025 un leggero calo delle vendite dell'1% su base annua, a 809 milioni di euro. Tuttavia, gli esperti ritengono che il brand potrà beneficiare di una forte ripresa nel secondo semestre, grazie a una generale ripresa del settore.

Anche Citi ha espresso un giudizio positivo su Moncler, alzando il target price da 63 a 71 euro e confermando la raccomandazione "buy". La banca ha rivisto al rialzo le stime sui ricavi del 3% per il 2025 e il 2026 e del 2% per il 2027, con un conseguente miglioramento delle previsioni sugli utili per azione del 6% nei primi due anni e del 4% nel terzo.

Infine, Intesa Sanpaolo ha ribadito il giudizio "buy" su Moncler con un target di 73 euro, evidenziando che le vendite retail del primo trimestre 2025 dovrebbero risultare sostanzialmente invariate rispetto all'anno precedente, in considerazione di una base di confronto particolarmente elevata.

Equita SIM prevede per il primo trimestre del 2025 un fatturato di 806 milioni di euro per il gruppo Moncler, in calo dell’1,5% su base annua sia in termini riportati che a cambi costanti. Questa stima viene considerata già sufficientemente prudente, tenendo conto delle difficoltà legate alla base di confronto. Moncler Direct to Consumer (DTC) dovrebbe risultare stabile su base annua a cambi costanti, in linea con le attese di rallentamento rispetto alla crescita del +9% YoY registrata nel quarto trimestre del 2024. Questo è dovuto alla base di confronto particolarmente elevata: nel primo trimestre del 2024 Moncler aveva segnato un incremento del 26% YoY, rispetto al +20% del quarto trimestre 2023, e addirittura una crescita su due anni del +69% contro il +41% del 4Q23.

Dal punto di vista geografico, Equita evidenzia che il calo della domanda è principalmente riconducibile al consumatore americano, mentre i consumatori cinesi ed europei continuano a mostrare una solida propensione all'acquisto. Questo andamento è attribuibile anche alla forte stagionalità del marchio nel primo trimestre e al continuo successo della linea Grenoble.
In particolare, Equita si aspetta che Moncler abbia sovraperformato il settore in Cina, con il cluster cinese in crescita a doppia cifra nel primo trimestre. Moncler Wholesale è invece previsto in calo del 9% YoY a cambi costanti, coerente con l'attesa di un calo high-single-digit (HSD) per l’intero anno. Tuttavia, se la previsione per il primo trimestre venisse confermata, il gruppo sarebbe in linea con le attese annuali, che prevedono per Moncler DTC una crescita del +9% a cambi costanti, leggermente superiore al consensus del +8%. Questo confermerebbe il forte posizionamento del marchio all'interno del settore.

Equita continua a considerare Moncler come il titolo preferito nel settore del lusso, grazie a una combinazione di fondamentali solidi, fattori di crescita specifici del marchio e valutazioni ragionevoli. Il titolo tratta a un PE 2025-26 di 24,2-21,6x (22-19x ex-cash), in linea con la media storica a 10 anni (24,6x ex-Covid).
Stone Island mostra invece un andamento misto. Il segmento Direct to Consumer (DTC) è atteso in crescita del +14% YoY a cambi costanti, in linea con il +14% registrato nel quarto trimestre del 2024, nonostante una progressiva normalizzazione dell’espansione della rete retail. Il Wholesale è invece previsto in calo del 14% YoY a cambi costanti, coerente con l’attesa di un calo HSD per l’intero anno, ma con consegne che dovrebbero risultare più favorevoli nel secondo trimestre.

Nel complesso, Equita SIM vede Moncler in una posizione di forza rispetto al settore, con una performance solida in Cina e in Europa, mentre il rallentamento del consumatore americano rimane un fattore di incertezza per il breve termine. Nel complesso, il settore del lusso rimane sotto pressione, con valutazioni più contenute rispetto ai massimi ma ancora non particolarmente attraenti nel contesto attuale. Gli investitori guardano ora con attenzione agli sviluppi macroeconomici e ai segnali di ripresa del consumatore americano, che potrebbero rappresentare un catalizzatore per una nuova fase di crescita.

Moncler, quadro grafico ancora interessante

Graficamente Moncler resta interessante nonostante il ribasso subito dal massimo di febbraio: la discesa si è fermata in area 59,80, minimo del 13 marzo coincidente con il massimo del 27 settembre 2024.

Per adesso la discesa delle ultime settimane può essere considerata un "pull back" a testare dall'alto la ex resistenza ora con funzione di supporto. Sarebbero solo discese al di sotto di area 59 euro a fare temere una correzione più ampia del rialzo precedente, quello partito dal minimo dello scorso novembre a 45,66 euro, con rischio di ricopertura del gap rialzista del 16 gennaio con base a 53,66 euro.

La rottura di area 62 permetterebbe al contrario un tentativo di rimbalzo diretto verso i 64,50 euro euro. Fino a quel momento lo scenario di medio termine rimarrebbe incerto, oltre area 64,50 possibile un tentativo di recuperare i massimi di febbraio a 70,48 euro.