Criptovalute: come vengono tassati i guadagni
pubblicato:Il mondo delle criptovalute sta raccogliendo, via via, un numero di adepti sempre maggiore. Chi perché attratto dalla prospettiva di guadagni immediati, chi per semplice curiosità. C’è però un quesito a cui forse non tutti sanno rispondere: come vengono tassati i guadagni?

Criptovalute: i requisiti fiscali per la tassazione
La tassazione dei guadagni generati dalle criptovalute, non è così semplice ed immediata come quella che si applica alla compravendita di un titolo di stato, obbligazione, azione e compagnia bella.
Il discorso è un tantino più complesso. Si deve partire dal presupposto che, da un punto di vista fiscale, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate tramite apposita risoluzione (n, 72/E/2016) le valute virtuali (come le cripto) sono assimilate alle valute estere. Ergo, nel momento in cui si investe in bitcoin, ad esempio, fiscalmente, è come se si acquistassero dollari o qualsiasi altra valuta. Per comprendere se l’operatività da noi effettuata genera una tassazione, occorre considerare due aspetti: uno di ordine temporale e uno di ordine quantitativo.
Il limite quantitativo che fa da discriminante, in tal senso, è pari a euro 51.645,69: superato questo valore, la compravendita diventa tassabile se abbinata ad un altro limite, questa volta temporale. Questa giacenza valutaria superiore a 51.645,69 infatti, deve essere superata per 7 giorni lavorativi consecutivi in un anno solare (festivi e domeniche esclusi).
Qualora venga superata la soglia di uno solo di questi due fattori, l’operazione non è soggetta ad alcun tipo di tassazione. Ipotizzando che si verifichino entrambe le due opzioni, come viene calcolata la plusvalenza e quale aliquota sconta?
Criptovalute: quanto si paga sulle plusvalenze?
La plusvalenza è sinonimo del guadagno che si ottiene vendendo un’entità reale o virtuale ad un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto. Nel caso delle criptovalute, tale evento si realizza mediante prelievo dal wallet (conto) di deposito, ovvero trasformazione/conversione in euro o pagamento tramite cripto per l’acquisto di un bene o un servizio.
Come viene calcolata la plusvalenza? Nel caso ci siano solo una operazione di acquisto e una di vendita, pagamento o prelievo, il calcolo è molto semplice, ottenendosi, per semplice differenza tra costo e ricavo. Diverso è il discorso nella eventualità che le operazioni di acquisto siano plurime. In tal caso, per determinare la plusvalenza si ricorre al cosiddetto sistema LIFO (ovvero last in first out – l'ultimo ad entrare è il primo ad uscire).
Appurato come avviene il conteggio per determinare la plusvalenza, quanto devo pagare? Se si sono verificati entrambi i criteri in precedenza evidenziati e quindi la mia plusvalenza è tassabile, dovrò pagare, su di essa, il 26%, tramite modello F24. Spetta quindi al risparmiatore contribuente effettuare la liquidazione di quanto è tenuto a pagare.
La possibilità di operare in regime di risparmio amministrato come avviene normalmente per azioni ed obbligazioni (ove è l’intermediario che si occupa di tutto direttamente), esiste a livello teorico ma, di fatto, non nella pratica, potendo essere applicata solo ad intermediari residenti in Italia (pochi e rari quelli domestici che si occupano di criptovalute).
E le minusvalenze? Possono essere portate in compensazione come accade per i titoli tradizionali?
La risposta è negativa e quindi non si può far altro che accettare la perdita secca.