Credem, utili 2024 in crescita del 10,3%, titolo vicino ai massimi del 2007

di FTA Online News pubblicato:
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Credem, utili 2024 in crescita del 10,3%, titolo vicino ai massimi del 2007

Credem, utili 2024 a 620,1 milioni di euro

Ottava positiva quella appena archiviata da Credem che venerdì si è avvicinata al record storico del 2007. Il gruppo ha archiviato il 2024 con risultati preliminari che vedono profitti in crescita del 10,3% a 620,1 milioni di euro e un dividendo previsto di 0,75 euro per azione, +15% a/a.

Credem vicino ai massimi dal 2007, ma non si può escludere un consolidamento

Graficamente siamo dunque prossimi ai record toccati nel 2007 a 12,65 euro, circostanza che assieme al fatto che i principali oscillatori siano ora in netto ipercomprato deve essere valutata con grande attenzione.

Non è infatti da escludere un consolidamento dopo il recente allungo, che potrebbe permettere al titolo di allentare le tensioni e di ricaricare le batterie in vista di un nuovo impulso rialzista che porti al superamento di quota 12,65 ed al raggiungimento di nuovi record ipotizzabili inizialmente in area 13,50.

Flessioni fino a 11,00 euro resterebbero compatibili con lo scenario positivo, sotto 11,00 euro invece la flessione potrebbe assumere toni più marcati e procedere inizialmente verso 10,60 e poi fino a 10,10 circa, dove è posizionato l'ultimo dei ritracciamenti (Fibonacci) del recupero partito ad agosto, riferimento critico nello scenario di lungo periodo del titolo.

Telecom Italia, i rumors su Iliad scaldano i corsi

Deciso balzo in avanti venerdì per Telecom: il titolo ha guadagnato il 6,28% a 0,2997 dopo avere oscillato tra 0,2865 e 0,3019 euro.

La possibile integrazione tra le attività consumer di Tim e Iliad sta alimentando le speculazioni sui mercati, con un impatto significativo sulle azioni di Tim. Tuttavia, l’operazione appare complessa, data la presenza di molteplici attori coinvolti e la necessità di ottenere il via libera del governo italiano e dei principali azionisti, tra cui Vivendi.

Tim, il contesto di mercato e il ruolo di Iliad

Il mercato italiano delle telecomunicazioni è caratterizzato da un’intensa competizione e da una continua erosione dei ricavi: tra il 2010 e il 2023, il fatturato del settore è sceso del 35%, con un crollo della telefonia mobile del 47%.

Iliad spinge per il consolidamento del mercato, vedendo nella fusione con Tim un'opportunità per porre fine alla guerra dei prezzi e rafforzare gli investimenti su reti e servizi.

Il CEO di Iliad, Thomas Reynaud, avrebbe già avviato colloqui con il governo italiano, offrendo garanzie sul mantenimento dell’occupazione e sulla sostenibilità industriale dell’operazione.

TIM, incognite sul ruolo del governo e di Vivendi

L’esecutivo italiano, che detiene indirettamente il 9,8% di Tim tramite Cassa Depositi e Prestiti (CDP), potrebbe influenzare l’esito dell’operazione esercitando il golden power.

Il governo sembra favorevole a un riassetto del settore, ma pone come priorità la tutela dell’integrità industriale di Tim, il che potrebbe entrare in conflitto con strategie di fondi come CVC e Apax, più orientati a una suddivisione degli asset dell’ex monopolista.

Un altro ostacolo è rappresentato da Vivendi, che con il 23,75% è il primo azionista di Tim. Il gruppo francese ha valutato la vendita della sua quota, ma le offerte ricevute finora non hanno soddisfatto le sue aspettative di prezzo. Inoltre, i rapporti tesi tra il fondatore di Iliad, Xavier Niel, e il patron di Vivendi, Vincent Bolloré, potrebbero complicare le trattative.

Altri soggetti interessati e possibili scenari Iliad non è l’unico attore in gioco. Anche il fondo di private equity CVC sta lavorando su una proposta per Tim, con particolare interesse per la divisione dei servizi alle imprese, che potrebbe essere integrata con Maticmind, un'azienda controllata dallo stesso fondo e partecipata da CDP.

L’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, presenterà a breve il nuovo piano industriale della società. Questo appuntamento sarà cruciale per comprendere se Tim intenda assumere un ruolo attivo nelle operazioni di consolidamento del settore o se rimarrà principalmente un obiettivo di acquisizione.

TIM, l'impatto dei rumors su mercati e prospettive

Le indiscrezioni sull’interesse di Iliad e di altri fondi hanno già avuto un effetto positivo sul titolo Tim, che ha guadagnato oltre il 6% in un solo giorno. Tuttavia, il percorso per una fusione o un'acquisizione appare tutt'altro che lineare: la necessità di ottenere l’approvazione di governo e azionisti chiave, la competizione tra diversi soggetti interessati e le possibili divergenze strategiche rendono il futuro di Tim ancora incerto.

L’esito delle trattative dipenderà da un delicato equilibrio tra interessi politici, industriali e finanziari. Se le parti riusciranno a trovare un accordo, l’operazione potrebbe segnare una svolta nel settore delle telecomunicazioni in Italia, con effetti rilevanti sia a livello di mercato che di politica industriale.

I massimi di venerdì a 0,3019 euro sono marginalmente al di sopra della resistenza critica di area 0,2950, 38,% di ritracciamento del ribasso dal massimo di fine 2021. Se i prezzi riusciranno a superare anche il picco del 22 dicembre 2023 a 0,3085 diverrebbe probabile il proseguimento del rialzo verso il successivo livello della scala dei ritracciamenti di Fibonacci, quello del 50%, a 0,3350 circa.

Solo la violazione di 0,29 potrebbe fare temere la ricopertura del gap rialzista lasciato venerdì dai prezzi con base a 0,3019 euro. Supporto successivo a 0,2685 euro.